Poi, traslocato in Piemonte, ho dovuto adattarmi ad abbandonare questo termine, a favore di "gassata", anche se la pronuncia locale la imporrebbe "gasata".
C'è una bella differenza tra i termini: è meglio una vita "frizzante", o una "gassata"?
Il primo termine rende conto di un qualcosa di innato, spontaneo. Il secondo, invece, ha tutta l'artificiosità dell'aggiunta ("-ata") di gas (movimento caotico, esplosività, insidia) a qualcosa di fermo, calmo (acqua liscia).
Ancora peggio "gasata": a me, e spero solo a me, richiama scenari da campi di concentramento.
Il dizionario De Mauro, leggo da un forum, precisa la differenza tra le due versioni con il gas:
ga|sà|to
p.pass., agg., s.m.
1 p.pass., agg. ⇒gasare, gasarsi
2 agg., s.m. CO fam., che, chi si è esaltato, si è montato la testa: è tutto g. per aver passato l'esame; non dargli retta, è un g.
gas|sà|to
p.pass., agg.
1 p.pass. ⇒gassare
2 agg. CO di bevanda, resa effervescente mediante l'aggiunta di anidride carbonica sotto pressione: acqua g., bibite gassate
Ieri sera chiedo al barista una bottiglia di acqua frizzante. «Gasata?», propone lui.
«Gassata», rispondo rassegnato. La contrattazione fila via liscia, ma che tristezza.
Buon sabato.
[]Nell'immagine: Dita von Teese beve acqua, senza alcun dubbio frizzante.]
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