Possono essere causate da numerosi agenti patogeni e sono caratterizzate da sintomi quali nausea, vomito e diarrea (3 o più scariche al giorno di feci non formate/liquide o aumento della frequenza delle evacuazioni giornaliere – con emissione di feci non formate – rispetto alle normali abitudini della persona) che nelle forme più gravi e, soprattutto nel bambino, portano ad una delle conseguenze più temute della malattia: la disidratazione.
La trasmissione dell’infezione può avvenire per contatto diretto via mani-bocca con soggetti malati o portatori (contagio interpersonale). Molti agenti patogeni hanno un serbatoio animale (agenti zoonosici) e per questo la trasmissione dell’infezione può avvenire per contatto diretto via mani-bocca con animali domestici malati o portatori o, indirettamente, a seguito dell’ingestione di alimenti e/o acqua-oggetti contaminati.
Nella maggior parte dei casi si tratta di infezioni a risoluzione spontanea, ma in caso di persistenza dei sintomi per diversi giorni, il medico prescriverà esami specifici ed eventualmente terapie antibiotiche, accanto a quella reidratante
Le gastroenteriti possono essere causate da:
- virus (tra i più frequenti: rotavirus, norovirus, adenovirus, cytomegalovirus)
- batteri (salmonella, campylobacter, escherichia coli patogeni, clostridium difficile, clostridium perfringens, bacillus cereus, vibrio cholera, bacteroides fragilis, yersinia enterocolitica, shigella)
- protozoi (giardia, entamoeba histolytica, cryprosporidium); elminti (tricocefalosi, trichinellosi, botriocefalosi, strongiloidosi, toxocarosi, schistosomiasi).
SINTOMI, SEGNI E CURA
Diarrea
si parla di “diarrea acuta” quando una persona presenta 3 o più scariche diarroiche nell’arco di 24 ore; di ‘diarrea persistente’ quando gli episodi di diarrea durano oltre 14 giorni; di ‘diarrea cronica’ quando la durata è superiore ad un mese; di ‘dissenteria’ quando nella diarrea sono presenti scariche di sangue e di muco (non è presente nelle infezioni virali e in quelle da batteri produttori di enterotossine).
Febbre
è spesso presente.
Vomito
è frequente nelle forme virali o nelle forme causate da ingestione di tossine batteriche (es. da Staphylococcus aureus)
Dolori addominali
non sempre presente
Nella valutazione iniziale del paziente, il medico terrà conto delle caratteristiche delle scariche diarroiche (entità, frequenza, aspetto, consistenza, presenza o meno di sangue e muco) e degli altri sintomi (febbre, vomito ecc). Importante ricostruire cosa la persona colpita dalla gastroenterite abbia fatto nelle ore/giorni precedenti alla comparsa dei sintomi (es. se il paziente ha mangiato frutti di mare crudi, se è stato a contatto con altre persone portatrici degli stessi sintomi, se ha fatto viaggi recenti in Paesi con scarse condizioni igieniche ecc.).
Molto importante è la ricerca dei segni e sintomi di disidratazione:
- elevata frequenza del battito cardiaco (> 90/min)
- pressione arteriosa bassa con ulteriore caduta della pressione quando ci si mette in piedi
- aspetto disidratato della cute e delle mucose
- occhi infossati
- stato soporoso
- nei neonati e nei bambini molto piccoli, segni di disidratazione sono: l’infossamento della fontanella sulla sommità del capo, il pianto senza lacrime, l’aspetto disidratato di cute e mucose, il pannolino che rimane asciutto per più di tre ore
Nei pazienti molto disidratati, con la febbre alta e che presentino sangue o pus nelle feci, il medico richiederà l’esame colturale delle feci (coprocoltura) per individuare il microrganismo responsabile.
In quelli con diarrea persistente, oltre alla coprocoltura, verrà effettuato l’esame parassitologico delle feci su più campioni.
Nelle forme leggere
Può essere utile assumere:
- probiotici, ossia microrganismi, quali il Lactobacillus GG, in grado di migliorare l’equilibrio della microflora endogena e aiutare a combattere la diarrea
- farmaci anti-diarroici: riservati alle forme leggere, vanno assolutamente evitati nelle forme con dolori addominali, o se è presente sangue nelle feci.
Nelle forme più gravi
con presenza di disidratazione, occorre intervenire subito con la somministrazione di soluzioni reidratanti (contenenti elettroliti) e di abbondanti liquidi o, nei casi più gravi, con il ricovero in ospedale e la somministrazione di soluzioni contenenti elettroliti per via endovenosa. Evitati i succhi di frutta confezionati che possono aggravare la diarrea.
Dopo aver provveduto ad una adeguata idratazione, si può riprendere a mangiare, meglio se in pasti piccoli e frazionati (es. 6 pasti al giorno) alimenti solidi, astringenti (es. patate lesse, riso bollito, banane, crackers, pollo).
Nei casi più gravi, inoltre, possono essere prescritti antibiotici dal medico così come nelle persone più a rischio (bambini molto piccoli,anziani, soggetti immunocompromessi ecc).
Nelle forme ad eziologia virale gli antibiotici non vanno usati perchè non hanno alcun effetto.
Articolo tratto dal Ministero della Salute