Magazine Attualità

Gavino Puggioni in poesia, tra “Pagliacci” e “Dubbi”

Creato il 23 settembre 2012 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali

Gavino Puggioni in poesia, tra “Pagliacci” e “Dubbi”I Pagliacci

Di tempo ne è passato da quando i pagliacci

tali erano veramente

per ardimento e professione

dando un senso anche al niente,

a provocar risate nei bambini,

e perché no nei grandi?,

dalle feste in casa, nei giardini,

al circo Zanfretta dove i nasi a ciliegia

portavano scarpacce rosse e nere,

senza lacci e a doppia lunghezza!

I tempi, ora, non sono più quelli,

son passati parecchi lustri,

da quando l’Italia s’è dotata

di un circo ricco ed esclusivo,

detto il Palazzaccio, dove, e solo lì,

puoi già contare più di mille e un pagliaccio

L’ingresso a quel dove è libero ma controllato,

non si paga niente e quelli che lo occupano

hanno amene indennità, troppe, tante,

da noi sostenute profumatamente

e poi non sanno cosa fare per occupar la  mente

Si riuniscono di tanto in tanto

per parlare e discutere di oscure tangenti

e di chiare intercettazioni

parlano anche di tasse e nuovi ponti,

originali balzelli da rifilar, pari pari, a noi,

a noi che, incerti, andiamo a tentoni

Ecco i moderni pagliacci

da gran parte di noi votati,

da tapparsi il naso, senza ciliegia,

così non offendiamo chi con quel mestiere

avea fatto vita saggia, lasciandoci

eloquenti e dolci messaggi.

per ieri, per oggi, anche per domani?

********************

Dubbi

Questa tavolozza di colori

..ma chi  me l’ha data

così imbrattata?

C’è il rosso del sangue

c’è il nero del buio

c’è il blu dell’ignoto

c’è il bianco del nulla

…ma che colori sono questi?

E l’arcobaleno dov’è?

e i pastelli del tramonto?

e quel luccicore dell’alba?

li sto cercando..

aiutami!

settembre 2012

Questa poesia l’ho intitolata DUBBI, invece di “certezze” che sono quelle che mi han fatto scrivere questi versi scarni e poveri, quasi emblematici ma non per me.

Quella tavolozza è la nostra Terra,  e quei colori che la ricoprono altro non sono che le realtà a cui quei colori sono dedicati e noi, inconsciamente, li ammiriamo.

Ormai sono anni, anni eterni che non finiscono mai, questi, ma allora perchè in gran parte del nostro pianeta si grida ancora alla pace, alla comunione dei popoli, all’amore che non esiste,  alle religioni che si dilaniano l’un l’altra, compresa la nostra e cattolica Chiesa che riesce solo a dare benedizioni e formulare preghiere per un mondo che mai avrà quella pace desiderata, perchè gli uomini vogliono la guerra e le armi?

Israele e la Palestina e la Siria come l’Afghanistan, l’Irak, l’Iran, tutto il medio oriente da decenni si odiano in nome di un loro dio, mentre la “povera” Africa agonizza con tutte le sue ricchezze, comprese quelle umane, dove milioni di bambini, ricordatelo, amici cari, muoiono di fame e di sete e non ricevono nemmeno una aspirina, dico una, nonostante l’Onu e tutte le altre organizzazioni internazionali.

Solo vergogna, questa sì, globalizzata!, solo indifferenza e tanto odio, creati dalla nostra (in)civiltà.

Ma è questa la pace che noi tutti vogliamo?

Ecco cosa significa quella tavolozza dove la speranza, forse, si intravvede ma è solo speranza!

Gavino Puggioni

18 settembre 2012

Featured image, gruppo di artisti di strada, fonte Wikipedia.

Share this:

  • Digg
  • Reddit
  • Twitter
  • Tumblr
  • StumbleUpon
  • Email
  • Print
  • Pinterest
  • Facebook
  • LinkedIn

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :