Fonte: Diritto di Critica
Il papa non ha mai definito i matrimoni omosessuali una ”ferita della pace”, una frase nata chissà come che ha creato una polemica senza fine. In realtà non c’è nulla di nuovo.
Scritto da Emilio Fabio Torsello il 17 dicembre 2012 in Societa’
Matrimonio e aborto nel messaggio per la Giornata mondiale della Pace del papa, un mix capace di scatenare su un web poco attento che raramente va a leggere i documenti ufficiali, un tam tam abbastanza assurdo. E lo si capisce leggendo le parole del discorso di Ratzinger. Il papa, infatti, di matrimoni omosessuali (che pochi, pare, si sono presi la briga di leggere) non ha parlato. Ha anzi attaccato il liberalismo sfrenato e la tecnocrazia, temi tanto cari a molti “a sinistra” e ha poi difeso le posizioni classiche della Chiesa. Ma con toni e parole ben diversi da quelli che sono stati riportati da quotidiani e agenzie.
Partiamo dalle critiche al liberalismo e alla tecnocrazia, stigmatizzati dal pontefice con parole forti: “le ideologie del liberismo radicale e della tecnocrazia- ha scritto Ratzinger – insinuano il convincimento che la crescita economica sia da conseguire anche a prezzo dell’erosione della funzione sociale dello Stato e delle reti di solidarietà della società civile, nonché dei diritti e dei doveri sociali”.
Ma cos’altro (non) ha davvero detto Ratzinger? Conviene procedere, carte alla mano.
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Coloro che non apprezzano a sufficienza il valore della vita umana – scrive il papa – e, per conseguenza, sostengono per esempio la liberalizzazione dell’aborto, forse non si rendono conto che in tal modo propongono l’inseguimento di una pace illusoria. La fuga dalle responsabilità, che svilisce la persona umana, e tanto più l’uccisione di un essere inerme e innocente, non potranno mai produrre felicità o pace. Come si può, infatti, pensare di realizzare la pace, lo sviluppo integrale dei popoli o la stessa salvaguardia dell’ambiente, senza che sia tutelato il diritto alla vita dei più deboli, a cominciare dai nascituri? Ogni lesione alla vita, specie nella sua origine, provoca inevitabilmente danni irreparabili allo sviluppo, alla pace, all’ambiente. Nemmeno è giusto codificare in maniera subdola falsi diritti o arbitrii, che, basati su una visione riduttiva e relativistica dell’essere umano e sull’abile utilizzo di espressioni ambigue, volte a favorire un preteso diritto all’aborto e all’eutanasia, minacciano il diritto fondamentale alla vita.
Anche la struttura naturale del matrimonio va riconosciuta e promossa, quale unione fra un uomo e una donna, rispetto ai tentativi di renderla giuridicamente equivalente a forme radicalmente diverse di unione che, in realtà, la danneggiano e contribuiscono alla sua destabilizzazione, oscurando il suo carattere particolare e il suo insostituibile ruolo sociale.
Questi principi non sono verità di fede, né sono solo una derivazione del diritto alla libertà religiosa. Essi sono inscritti nella natura umana stessa, riconoscibili con la ragione, e quindi sono comuni a tutta l’umanità. L’azione della Chiesa nel promuoverli non ha dunque carattere confessionale, ma è rivolta a tutte le persone, prescindendo dalla loro affiliazione religiosa. Tale azione è tanto più necessaria quanto più questi principi vengono negati o mal compresi, perché ciò costituisce un’offesa contro la verità della persona umana, una ferita grave inflitta alla giustizia e alla pace.”.
Viene dunque da sorprendersi di chi si sorprende. Cos’ha sostenuto Ratzinger che non sia già posizione nota da parte della Chiesa? Ci si sorprende che venga rifiutato l’aborto? Ci si sorprende che si difenda il matrimonio tradizionale? In nessun punto del discorso – circostanza che sarebbe stata pazzesca – il papa ha mai dichiarato che le unioni gay sono una ferita contro la pace. E si è focalizzato sulla questione giuridica. Nel discorso, al contrario, si legge che “la struttura naturale del matrimonio va riconosciuta e promossa, quale unione fra un uomo e una donna, rispetto ai tentativi di renderla giuridicamente equivalente a forme radicalmente diverse di unione”. Nulla di più normale per un’istituzione come la Chiesa che da sempre ha questa posizione. Come dire: ci si scandalizza dell’acqua calda.
E viene da chiedersi in quale virgolettato il papa avrebbe mai detto che “le unioni gay sono una ferita alla pace”. Perché questo ha scatenato il putiferio, il virgolettato riportato da tutti i giornali. Ecco, Ratzinger non l’ha detto, non in modo esplicito né con questa violenza. Allora, secondo logica, lo sarebbero anche le coppie di fatto, i conviventi, ecc. Ma di cosa ci si sorprende? Dell’acqua calda: questa presa di posizione è nota, per la Chiesa esiste solo un tipo di matrimonio. Ma lo sapevamo. Certo, si può discutere che questa sia una posizione fossilizzata rispetto alla realtà dei tempi, ma il papa non ha mai detto quel violento virgolettato, pazzesco e assurdo se fosse stato davvero pronunciato.
Curiosa poi la bufala secondo cui Ratzinger avrebbe addirittura benedetto Rebecca Kadaga, speaker del Parlamento dell’Uganda che, secondo quanto gira sul web, sarebbe la promotrice di una fantomatica legge per cui è prevista la pena di morte per gli omosessuali. Sarebbe bastato controllare – fatica spesso lontana da chi naviga sul web che preferisce il “piatto pronto” – per scoprire che in Uganda – dove l’omosessualità è considerata in modo assurdo un reato - la legge contro gli omosessuali in discussione non prevede più la pena di morte, che era invece prevista in una stesura precedente nel caso di rapporti sessuali tra omosessuali HIV-positivi e di rapporti tra omosessuali con minori o disabili. Ma non è tutto. A capo di una delegazione di parlamentari e magistrati che hanno incontrato Ratzinger, la Kadaga – pur a favore del reato di omosessualità – è stata semplicemente salutata in modo istituzionale dal papa, così come avviene in qualsiasi altra circostanza durante i viaggi papali. E soprattutto la Kadaga non è la promotrice del provvedimento, che è stato invece avanzato dal parlamentare ugandese David Bahati.
Prima di gridare allo scandalo sulla base di un assurdo tam tam mediatico, dunque, sarebbe utile, onesto e giusto, informarsi e controllare le fonti.