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Gay trendy

Da Danielevecchiotti @danivecchiotti

 

Gay trendy

foto:flickr

 

Provate a fare una rapida rassegna stampa dei quotidiani di oggi: vi accorgerete che le notizie – di varia natura e varia qualità – imperniate sul tema dell’omosessualità abbondando come nemmeno su “Babilonia” dei tempi d’oro.
Ci sono ancora gli strascichi dei commenti sulla meravigliosa esternazione di Buttiglione, secondo cui “Essere gay è moralmente sbagliato, come lo è l’adulterio, il non pagare le tasse o il non donare soldi ai poveri”. E io non posso fare a meno di pensare a cosa il Rocco (questo, non quell’altro di maggiore levatura intellettuale) possa pensare dei tanti mariti cattolici che spendono i soldi teoricamente destinati alle offerte in Chiesa tradendo la moglie con prostituti i quali ovviamente non pagano l’IRPEF sui loro guadagni; mariti cattolici che poi, ovviamente, al seggio votano Buttiglione, se solo riescono a capire a quale schieramento appartiene in quel determinato turno elettorale.
C’è il primo coming out (con relative polemiche) nel mondo dei cartoons, dopo che Bert ed Ernie del Muppet Show hanno pubblicamente dichiarato di essere una coppia da oltre trent’anni . Pare si siano conosciuti a fine anni ’70 in un locale per orsi - di peluche, ovviamente.
C’è Francesco Tortora che sul Corsera dà conto del lancio, in Inghilterra, della “Guida per papà gay” sorta di vademecum per le coppie omosessuali con desiderio di prole, adottiva o naturale. Il fatto che a sponsorizzare l’iniziativa sia, tra gli altri, la Banca dello Sperma di Londra un po’ mi ricorda la mia vecchia commedia teatrale “Figli maschi”, in cui nel 1996 mi divertivo a fare fantascienza su argomenti che, per fortuna, ormai stanno diventando attualità. Anche se certo, rimesso in scena oggi nella medioevale Italia contemporanea, lo spettacolo continuerebbe ad apparire, proprio come quattordici anni fa, puro teatro dell’assurdo.
C’è la concorrente del Grande Fratello che si dichiara lesbica perché deve aver capito (o devono averglielo suggerito gli autori, considerato il QI della fanciulla) che lo scandalo fa audience. Poi, in puro stile prima-serata-Raiset ritratta tutto e dice di aver scherzato (“era una battuta” si conferma la frase di maggior successo nel nostro paese), e tutto, come da copione, rientra nella Norma.
C’è l’ennesimo amante di Ferro (nel senso di Tiziano), con il saltare alla ribalta del cantante argentino Daniel Derio (una specie di incrocio tra un concorrente di “Amici” e Cristiano Malgioglio) che svela tutti i retroscena privati della sua storia con la popstar più chiacchierata del momento.
Tutto questo nei quotidiani di una sola mattina.
Se penso a quando avevo quindici anni, e l’omosessualità era ancora “la condizione che non si può nominare”, mi rendo conto di come sia cambiata la cultura, di quanto il gay sia diventato trendy, fenomeno di costume, argomento da prima pagina.
Come il classico genitore che ha appena scoperto l'omosessualità del figlio, io posso solo sperare che questa del giornalismo italiano sia solo una fase transitoria e che presto la questione gay possa uscire dalla cronaca pruriginosa per entrare, vivaddio, nella normalità quotidiana.

 


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