Scrive il giornalista e scrittore americano Noam Chomsky di ritorno da Gaza, dove si trovava dal 25 al 30 ottobre scorso, descrivendo le sue impressioni ed analizzando la situazione:”E ancora dei bambini, delle donne e degli anziani che saranno vittime di questi crimini che rimangono impuniti. Vergogna a tutte le democrazie che girano i loro sguardi in direzione della Siria nel frangente in cui il popolo palestinese crepa sotto le bombe….. Come una sola notte in prigione è sufficiente a dare un’idea di cosa vuol dire trovarsi sotto il controllo assoluto della stessa forza esterna. E basta appena più di un giorno a Gaza per cominciare A comprendere quello che deve assomigliare al tentare di sopravvivere nella più grande prigione all’aperto del mondo, dove un milione e mezzo di persone, nella regione più densamente popolata del mondo, sono costantemente sottomesse al terrore generale, spesso selvaggio e a punizioni arbitrarie che altro non servono se non allo scopo di umiliare e avvilire, così da rendere le speranze palestinesi, in un avvenire decente, aleatorie e che sia ridotto a zero il sostegno mondiale favorevole a un accordo diplomatico atto ad accordare i giusti diritti”.
Non aggiungo commenti perché desidero rimanere il più neutrale possibile.
Penso alla Storia dell’umanità: alle invasioni barbare, a quelle dei conquistatori nelle varie ere in cui l’uomo ha cominciato a farla da padrone. Solo qualche esempio: l’Impero ottomano, l’Impero di Carlo Magno, il dominio della Magna Grecia piuttosto di quello dell’Antica Roma. L’Impero Asburgico e quello Napoleonico, le colonie britanniche, la conquista dell’America… inutile andare avanti…tutta la storia parla di guerre dichiarate da forti potenze contro popolazioni inermi.
Le civiltà precolombiane distrutte, i nativi americani relegati in riserve, ed ora…il popolo palestinese prima cacciato dalla propria terra e isolato in ghetti, molto simili a quelli che gli stessi ebrei subirono durante il nazismo.
Mi chiedo: la Storia non ha insegnato proprio nulla? L’uomo rimane sempre quell’animale che cacciava, come ai tempi delle caverne? Mors tua, vita mea?
Ma quando impareremo a convivere tra noi, anche se appartenenti a religioni diverse, a etnie differenti, senza discriminazioni di razza, colore della pelle, o a culture diverse?
Quando finalmente comprenderemo che questo globo su cui trascorriamo una vita che, paragonata ai millenni della storia umana, ha la sola durata di uno zolfanello, appartiene a tutti noi indistintamente, e che tutti abbiamo gli stessi diritti di sopravvivenza? A che serve farsi guerra, uccidere ed essere uccisi, tanto presto o tardi moriamo tutti comunque? E nel frattempo? Distruggiamo non solo gli esseri umani, ma l’ambiente naturale, le opere architettoniche e artistiche e quant’altro. Ai nostri figli, ai nostri nipoti lasceremo le macerie di una civiltà in-civile, erediteranno lo spirito di distruzione, il veleno dell’odio, l’arroganza e la presunzione, l’egoismo e la crudeltà. tutto quello che avremo seminato, loro raccoglieranno, e non saranno frutti gustosi, ma aspri e indigesti.
Vogliamo questo per loro, e per noi?
Non parteggio per nessuno, che a ragione o torto i due contendenti lottino tra loro a me non importa…importa la pace nel mondo. Importa che qualcuno finalmente venga illuminato dall’unica verità: il Pianeta è di tutti gli uomini e tutti hanno il sacrosanto diritto di viverci in pace, libertà e sicurezza. Basta con le guerre, basta con le armi. Impiegate le forze economiche spese per le guerre, in altro modo, per esempio aiutando le popolazioni stremate dalla fame e dalle malattie. Date loro la possibilità di una vita vivibile: lavoro sul posto, aprite attività lavorative dove non ci sono, offrite cure mediche e quant’altro, non come carità pelosa ma come un diritto assoluto che l’occidente ha già fatto suo.
Nota redazionale: vista la citazione di Noam Chomsky, diritto di replica a chi volesse sostenere le ragioni del popolo ebreo in maniera più sostanziale. Popolo che amo per le notevoli qualità intellettivo-scientifiche e che non identifico con la propensione del governo israeliano ad usare le bombe. Concordo, Danila: basta bombe!
Featured image, panorama di Gaza City, fonte Wikipedia.
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