Presentata dalla rete statunitense ABC come l’erede ideale di Desperate Housewives che con il 23esimo episodio dell’ottava stagione, arriverà alla fine il prossimo maggio, è appena andata in onda la prima puntata della nuova serie televisiva GCB.
A parte l’accostamento con le Casalinghe Disperate che è tutto da vedere, quel che è certo è che si punterà proprio al pubblico di quella serie, costituito soprattutto da donne tra i 25 e i 54 anni.
Definita come la serie in cui Dallas incontra Priscilla, la regina del deserto, è stata ideata da Robert Harling, famoso tra la fine degli anni Ottanta e la metà dei Novanta per le sceneggiature di film che si caratterizzavano per la brillantezza dei dialoghi e per le storie imperniate su donne non più giovanissime. Ricordiamo Fiori d’acciaio con uno straordinario gruppo di attrici tra cui Shirley MacLaine, Sally Field, Julia Roberts e Olympia Dukakis, Bolle di sapone, con la stessa Sally Field, sul mondo delle soap opera, Sister act e Il club delle prime mogli.
La serie si ispira al romanzo di Kim Gatlin Good Christian Bitches e ne ha inizialmente mantenuto il titolo, seppure reso con le sole iniziali. Ma già questo ha scatenato le ire di vari gruppi conservatori e/o cristiani a causa dell’associazione tra cristiani e stronze. Quindi il titolo è rimasto quello, ma la B deve essere intesa come iniziale di Belles.
Il telefilm racconta il ritorno di Amanda coi figli nella natia Dallas dopo la morte per incidente del marito insieme all’amante; per giunta si stabilisce nella casa della madre, donna insopportabile e invadente, alla quale “Dio parla attraverso Christian Dior”. Numerosi i richiami alla pratica cristiana, la comunità locale è descritta tra pacchianerie, ipocrisie e grande attaccamento alla chiesa: le vecchie amiche di Amanda tramano per vendetta contro di lei citando versetti della Bibbia. Amanda ritrova infatti le compagne di scuola con le quali si comportò come una vera B, diventate loro stesse delle B nei suoi riguardi, nonostante lei chieda di essere perdonata.
I dialoghi sono a volte ironici e divertenti, ma molti riferimenti e l’ambientazione stessa sono forse più comprensibili negli States che da noi. La prima puntata non mi ha entusiasmato, mi ha fatto talvolta sorridere, ma niente di più. Dovremmo probabilmente dar tempo alla serie di crescere e ai personaggi di evolversi, visto che, a parte l’amica Cricket, gli altri sono per il momento soltanto delle sagome sovrapponibili e senza spessore. E comunque, per ora, stiamo anni luce dalle Desperate Housewives.