Un sequestro di beni è stato appena notificato in sicilia.
Questa volta la notifica di sequestro arriva a Marcello Orazio Sultano imprenditore che gestiva una parte della manutenzione sull’autostrada Palermo-Catania. Da quello che è emerso sembrerebbe che Sultano fosse vicino alla cosca di Giuseppe “Piddu” Madonia.Il sequestro ammonta a circa 10milioni di euro.
Il provvedimento consegnato a Marcello Orazio Sultano, 42 anni, è stato emesso dalla corte d’appello di Caltanissetta, riguarda l’azienda edile “Sultano Lavori srl”, con sede a Gela ma con stabilimento a Enna in contrada Pandusa-Capodarso; una quota societaria del 20% dell’impresa metalmeccanica “La Nuova Montaggi srl” di Sannazzaro dè Burgondi (Pavia); due imprese individuali intestate entrambe a Marcello Sultano, con sede a Gela in via Riemann e in via Risorgimento; quattro conto correnti bancari e depositi postali.
L’accurata inchiesta portata avanti dalla Dia di Caltanisetta ha accertato che Sultano operava con metodo mafioso e acquisiva “indebitamente posizioni di monopolio nel mercato o alteravano regole di concorrenza”. Ingiustificato, inoltre, l’alto tenore di vita della sua famiglia rispetto al reddito dichiarato. Quattro collaboratori di giustizia escludono che fosse sottoposto a estorsione indicandolo piuttosto come colluso con le cosche mafiose. L’impresa Sultano sarebbe risultata “gradita” alle cosche, tant’è che per più di un decennio, nel Nisseno e nell’Ennese, avrebbe beneficiato dei lavori di pavimentazione stradale, fornitrice unica di asfalti e bitumi, sull’autostrada A19 Palermo-Catania e in varie arterie nazionali e provinciali.
Sultano in ogni caso risultava essere vicino a Cosa Nostra già da parecchi anni infatti nel 202 viene arrestato a Serradifalco (Caltanissetta) nel covo dei latitanti Maurizio Angelo Moscato e Salvatore Burgio.