Gelato-frappè casalingo, rapido e genuino (e la fine della dieta dimagrante)

Da Melazenzero
Un modo veloce per preparare un fresco dessert, un frappè-sorbetto che è anche il modo più goloso per far mangiare la frutta ai bambini. Per chi vuole tenere sotto controllo le calorie, questa ricetta ha un ridotto contenuto di grassi e zuccheri, e sfrutta la dolcezza della frutta.
sorbetto-frappè di albicocche 
Questo post è palesemente un pretesto. Un pretesto per parlarvi di me, e per fare il punto della situazione. La ricetta è semplicissima (ma golosa), e le foto sono pure fatte male e troppo in fretta! Ma... (clicca qualche riga più in basso e leggerai la mia storia).
E' luglio, e come chi mi segue sa già, ho finito La mia Dieta da pochi giorni.
L'ho scritto in maiuscolo, perché credo non sia stata Una dieta, ma La dieta.
Non chiedetemi, quindi, cosa ho mangiato, come ho fatto, che dieta ho seguito (come fate solitamente), perché penso che quella che l'ha resa un'esperienza unica e fondamentale siano state due cose: il fatto di essermi impegnata in un cambiamento che non riguarda soltanto le mie regole alimentari, ma il mio approccio alla vita; il fatto che sia capitato in una fase della mia vita in cui la trasformazione che "sopiva nascosta" era pronta a venire alla luce.
In fondo sappiamo tutti che sei vuoi dimagrire non esiste una formula magica, ma solo poche regole di buon senso, un pò di attività fisica, e tanta buona volontà. Le mie diete passate, alcune riuscivano altre no. In alcune si trattava di buttare giù due o tre chili, senza troppa convinzione, per poi riprenderli; altre duravano più a lungo, o si fondavano su metodi strani, e finivano per stancarmi perché non si adattavano alle mie abitudini quotidiane.
Questo perché probabilmente Io non ero al centro di questa esperienza, cosa che invece stavolta ha fatto la differenza. Questa dieta, al contrario, non per la sua specificità ma per il modo in cui io ho deciso di viverla, mi ha spinto a cambiare, a crescere come persona, a rivedere alcune vecchie e nuove convinzioni, a cercare alternative che potessero operare in me trasformazioni profonde e possibilmente irreversibili.
Per questo oggi mi va di parlarne.
La fase di dimagrimento per me è durata 6 mesi. E' iniziata il 6 gennaio, è finita il 30 giugno. E' cominciata da alcuni problemi di salute, ha presto invaso il mio senso di insoddisfazione per aver trascurato il mio corpo e la mia immagine. Mi ha imposto di cambiare il modo di vedere e di vedermi. Mi ha insegnato a volermi bene, e a cercare alternative ad ogni cosa, e a cambiare approccio.
Mi ha spinto ad impegnarmi in un progetto che non fosse limitato nel tempo, ma che prevedessi un "domani", un Domani su cui ancora mi interrogo, ma che provo a intravedere e a costruire.
Non è stata facile, e nello stesso tempo lo è stata. Facili le regole da seguire, meno facile seguirle sempre e con costanza. Ma questo accomuna tutte le diete lunghe, no?
Non ho mai dichiarato numeri e cifre perché ritengo non siano un punto di riferimento (la perdita di peso è soggettiva, perché ogni corpo è diverso dall'altro), ma oggi vi racconto che ne ho buttati giù diciotto. Già, diciotto chili.
La cosa che più mi impressiona è che fossi riuscita a metterli su.
Si sa, a volte la vita va così: si cerca conforto per i picoli e grandi problemi della vita in una soddisfazione semplice, arcaica, immediata, come quella per il cibo.
Per me non era solo "gola", ma contravvenire a delle regole alimentari che su di me conoscevo da tempo, e che avevo fatto finta di dimenticare nell'illusione che non avrebbero sortito effetti sulla mia linea.
Mangiare è bello, ed è facile. Ed alcuni momenti della nostra vita possono essere davvero impegnativi per richiederci anche lo sforzo di tenere sotto controllo lo stress e le frustrazioni. A volte non siamo nemmeno consapevoli dei piccoli errori che commenttiamo, fino a quando ci guardiamo allo specchio e non ci piaciamo più.
Può capitare a tutti, è capitato a me. La gratificazione mangiando è immediata, il problema è che sostituisce un vero modo di ascoltare ed affrontare i nostri problemi, le nostre sensazioni.
Quelle con cui prima o poi dobbiamo, se vogliamo cambiare, fare i conti.
Se solo mi fossi ravveduta in tempo...! Sarebbe stato meno lungo il periodo di dimagrimento, più facile seguire la dieta, meno impegnativo. Ma, come si dice, "ognuno ha i suoi tempi", e a me ne è servito tanto per adattarmi ad anni intensi ed impegnativi, cercando di rimanere a galla come potevo.
Quello che mi sento di dire, oggi, è "rispetta i tuoi tempi, ma -nel tuo interesse- non rimandare troppo". Oppure armati di coraggio e pazienza quando dovrai affrontare il tuo cambiamento!
"Non si può cambiare fuori senza cambiare un pò anche dentro".
Il coinvolgimento emotivo è stato fortissimo. Vi chiederete "ma come, per una dieta?" Sì: perché mi imponevo di cambiare non solo in apparenza, perché al cibo sono collegate delle emozioni con le quali era per me arrivato il momento di fare i conti.
Ed invece che diventare fissata per la linea e la magrezza, mi sembra di essere diventata (o almeno è la strada in cui mi sto muovendo) più tollerante, indulgente con me stessa. E ciò non significa che io sia disposta a trascurarmi, ma che mi voglio più bene, e mi guardo con occhi diversi.
E questo atteggiamento coinvolge anche il mio modo di vedere gli altri, ogni volta che penso che un "limite" non è per sempre, ma c'è sempre un'opportunità per migliorare.
Oggi mi guardo con gli occhi di chi ha attraversato molte esperienze difficili, ed è questo che rende il successo di oggi molto particolare.
Il mio desiderio? Non doverci passare mai più. La mia scommessa? Riuscirci. Il mio buon proposito? Usare la nuova consapevolezza per ravvedermi in tempo. La mia paura? Che tutto torni come prima.
"Il mio nuovo compito? La dieta di mantenimento".
Molti pensano che raggiungere il peso forma sia la mèta del percorso, e spesso succede che arrivati a questo punto si ricominci tutto come prima, riprendendo i chili persi con gli interessi.
Ma sin dal primo giorno di dieta mi è stato spiegato che il cuore del mio impegno sarebbe arrivato con la dieta di mantenimento. Un percorso di rieducazione a nuovi alimenti (prima eliminati per necessità), gradualmente ed in quantità misurate su di me.
Per parlare più in generale, potrebbe riguardare il ritorno ad un'alimentazione completa in modo progressivo.
In una cultura che mette il cibo al primo ed unico posto, mi è difficile regolare i rapporti sociali dando un valore autentico alle cose, assecondando ciò che davvero sento e voglio, e convincere gli altri che "solo per questa volta" è -specialmente in estate, quando c'è una festa al giorno!- un approccio sbagliato al divertimento. Ci sono volte e occasioni, tra le quali scegliere in base alle mie nuove regole, ma soprattutto a nuove voglie e bisogni che ora sono miei.
"Mangia ché ormai sei magra", "che festa è se non mangi il dolce", sono tutte convinzioni che non si fondano sul non assecondare un desiderio o un bisogno che viene dal corpo. E se ogni volta pensassi così, presto mi ritroverei al punto di partenza. Per ora devo ancora scegliere quando e cosa concedermi, e questa è la parte più difficile da comprendere, soprattutto "per gli altri".
Ma non so sei riesco a rendere l'idea: se rimanessi a casa per non dovermi giustificare, non vivrei più! Ed invece per me adesso è più importante uscire, stare tra gli altri, e non privarmene solo perché non posso mangiare tutto quello che mi viene offerto.
Ora che sono arrivata a questo punto, è difficile riassumere tutto quello che provo.
Penso alla determinazione nella quale ho dovuto allenarmi, all'impegno che mi ha richiesto cominciare a fare sport con un corpo che non muovevo più da anni, superare i miei problemi fisici oltre che alla stanchezza e alla pigrizia!
Voglio però raccontarvi che mi emoziona guardarmi indietro, e vedere in cosa mi sono impegnata. Ripensare a tutte le mie debolezze e ai momenti in cui ho pensato di non farcela. Come sono cambiata. E mi emoziona anche pensare che non so ancora che direzione prenderà il cambiamento: perché i cambiamenti, si sa, sono solo l'inizio di un movimento inarrestabile, ed io non voglio fermarmi.
Chiaramente non sto parlando di dimagrire ancora! Che poi, per la cronaca, mi sono fermata ad un paio di chili dal peso forma: ero mentalmente stanca ed avevo bisogno di voltare pagina, ed ho pensato "si può fare".
Un momento: non così in fretta! Prima ho esitato a lungo, tra lo-faccio-non-lo-faccio, indecisa se andare avanti fino al "numero perfetto" o assecondare un bisogno interiore di novità (quella di abbandonare le regole della dieta, che diventano una cornice rassicurante, che ad un certo punto vorresti pure non abbandonare!). Così mi sono guardata allo specchio, ho riflettuto, mi sono piaciuta, e -con difficoltà- ho preso la decisione di cimentarmi in questa nuova fase.
Voltare pagina è come tuffarsi nel vuoto: emoziona, e mette anche un pò paura. Ma dà un'incredibile energia. So che molti di voi seguono su Facebook i miei aggiornamenti giornalieri, e che hanno seguito questa avventura: a voi dico che non è ancora finita. Non ci crederete, ma mi sento ancora in salita, ma mi piace pensare che il peggio è passato. Non so quando potrò inserire il pilota automatico, ma spero che il rendere pubblica questa parte della mia vita possa permettermi ad impegnarmi ancora di più nel non vanificarla, e che per qualcuno possa essere un'esperienza utile ed incoraggiante.
Buon cammino a tutti, ovunque voi scegliate di andare.

  • Frutta a vostra scelta, tagliata a pezzetti (qui, albicocche bio)
  • latte q.b.
  • zucchero di canna integrale
  
Lavate e tagliate la frutta, surgelatela per un paio d'ore almeno, a piccoli pezzi.
Mettetela in un frullatore molto potente, insieme a qualche cucchiaio di latte, e zuccherate a vostro gusto.
Frullate fino ad ottenere la consistenza desiderata. Volendo potete poi inserirlo nelle formine per ghiaccioli home-made.
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