Gelée all’arancia

Da Undolcesalato

Sabato del pomeriggio del 22 febbraio ore 16:50.

  • Prima giornata con sole “splendente” dopo più di 10 giorni;
  • prima giornata dove è possibile dire : “dai, usciamo a fare due  passi visto che non piove” dopo più di 10 giorni;
  • prima giornata dove è possibile dire : “dai, usciamo a fare una corsetta visto che non piove” dopo più di 10 giorni;
  • prima giornata dove ti beccano raffreddore e febbre dopo più di un anno!!!

Se non è sfiga questa non so cos’altro lo sia. Però ad essere sinceri non è sempre una cosa negativa prendere la febbre, se consideriamo il fatto che c’è sempre qualcuno pronto a coccolarti, a viziarti, a prendersi cura di te, a guardarti negli occhi e dirti:

”-Mi spiace che tu stia male…-”

soprattutto se quando a portarti il raffreddore in casa è stato proprio quel qualcuno; si, avere la febbre può avere anche i suoi lati positivi.
Ok, ci sono tanti, tanti, tanti, tanti, tanti lati negativi, il malessere generale, il mal di testa, i dolori alle ossa, gli occhi lucidi, il naso che cola, i brividi di freddo e tutti quei sintomi che ogni buon spot pubblicitario di tachipirina può elencare.
Ma noi siamo donne e si sa che non è un raffreddore che ci distrugge, noi sopportiamo i dolori del parto, noi…”Noi” disse la fanciulla accoccolata sul divano sotto la coperta intenta a farsi curare come una bimba di 5 anni. Ma vi ricordate la bambina della Vicks Vaporub degli anni 80/90? Una principiante rispetto a me.
C’è una cosa però che non mi è mai andata giù, se un uomo sta male e sta lì agonizzante per via di 37.2° di febbre non gli diciamo nulla, anzi azioniamo la modalità –crocerossina- con tanto di divisa e cappellino e lo curiamo come se non ci fosse più un domani; se quelle a star male siamo noi (tipo febbre a 39.5°) si materializza come per magia una voce fuori campo appartenente sempre ad una figura femminile ad esempio alla mamma, nonna, zia, vicina di casa che non si fa mai gli affari suoi, sconosciuta che passa davanti casa tua per caso e ti pone sempre, sempre la stessa domanda:

“-…non puoi lamentarti per una febbriciattola di 39.5°…altrimenti quando dovrai partorire che farai?-”

Ebbene io sono tra quelle che si è sempre sentita fare questa insopportabile domanda. La mia risposta?

“-Beh quando partorirò lo saprò quindi fammi lamentare in santa pace!!!!!-”

Ok dopo questo piccolo sfogo eccovi la mia versione delle gelée all’arancia.
Piccole caramelline morbide a base di succo d’arancia, ma come ben sappiamo possiamo prepararle in una miriade di gusti, da tenere in frigo e mangiarle quando si ha voglia di qualcosa di dolce….sano e molto, molto vitaminico.

 Ingredienti
100ml di succo d’arancia
Il succo di mezzo limone spremuto
50gr di fruttosio (oppure 80gr di zucchero semolato)
8gr di colla di pesce

Come si fanno…

  • Per prima cosa mettiamo a bagno la colla di pesce e la facciamo ammollare.
  • Spremiamo il succo d’arancia e il succo del mezzo limone e li filtriamo in un colino a maglia fine.
  • Riversiamo il succo in un pentolino e ci aggiungiamo anche il fruttosio (o lo zucchero) e facciamo cuocere a fiamma bassa fino a che il fruttosio non si sia sciolto completamente formando uno sciroppo e portiamo a bollore.
  • Dal bollore facciamo cuocere ancora per un minuto.
  • A questo punto togliamo dal fuoco ed aggiungiamo la colla di pesce ormai ammollata e ben strizzata.
  • Mescoliamo per farla sciogliere completamente.
  • Versiamo il succo o in stampini di silicone (quelli per il cioccolattino per intenderci) oppure come ho fatto io, rivestiamo di pellicola trasparente una piccola pirofila di vetro (in modo da facilitarmi l’estrazione) e poi una volta raffreddato tagliamo in cubotti.
  • Poniamo in frigo 4/5 ore.
  • Serviamo spolverandoli prima di fruttosio oppure di zucchero semolato.

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