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Gelida sì, ma che vitalità!

Creato il 08 settembre 2014 da Media Inaf
Sotto una spessa crosta di ghiaccio, Europa potrebbe nascondere un oceano riscaldato dalle interazioni mareali con il pianeta di cui è satellite: Giove. Un nucleo geologicamente attivo potrebbe dare vita a sorgenti idrotermali sul fondale marino. Crediti: NASA / JPL / Ted Stryk.

Crediti: NASA / JPL / Ted Stryk.

Cosa sta accadendo su Europa, una delle principali lune ghiacciate di Giove? Lo scorso dicembre fece scalpore l’annuncio della presenza di pennacchi d’acqua che si stagliano sopra la sua superficie, letteralmente sparati verso l’alto fino ad altezze di 200 chilometri e fuoriusciti da qualche frattura nella spessa calotta ghiacciata che avvolge il corpo celeste. A far giungere i ricercatori a quelle sensazionali conclusioni, erano state le riprese del telescopio spaziale Hubble con il suo spettrografo STIS (Space Telescope Imaging Spectrometer) nel corso di alcune osservazioni effettuate tra novembre e dicembre del 2012.

Quando però il telescopio spaziale, a gennaio e febbraio di quest’anno, ha puntato di nuovo i suoi strumenti verso Europa, alla caccia di quei getti, è rimasto a bocca asciutta. Lasciando a bocca aperta anche gli scienziati. Cosa è successo dunque ai geyser in questi ultimi mesi? In realtà, di possibili spiegazioni ce ne sono diverse: intanto, le emissioni osservate possono essere sporadiche, simili per capirci ad un’eruzione vulcanica sulla Terra. Ma potrebbe essere ragionevole anche l’ipotesi che i geyser di Europa siano visibili agli strumenti di Hubble nella banda ultravioletta solo in determinati momenti, e questo potrebbe essere legato anche al comportamento dinamico della nuvola di particelle cariche che circonda Giove e che interagisce con l’ambiente delle sue lune. In più, a volte i getti stessi perdere di intensità, diventando così semplicemente troppo deboli per essere individuati. Quello che è praticamente certo per gli scienziati è il fatto che i geyser su Europa ci sono, e i primi dati di Hubble sono stati elaborati e interpretati correttamente. Non resta dunque che continuare a indagare, e così sarà: nuove osservazioni di Europa con Hubble sono previste tra novembre e aprile prossimi, per confermare l’esistenza di questi getti e le indagare meglio le loro proprietà.

«L’osservazione di Europa, uno tra i satelliti più emblematici del nostro sistema solare, merita e richiede un’attenta osservazione sviluppati su periodi lunghi» commenta Giuseppe Piccioni, planetologo dell’INAF-IAPS di Roma. «Pur avendo un’atmosfera estremamente rarefatta, più propriamente un’esosfera, la sua superficie sembrerebbe mutare in tempi relativamente brevi per opera dei processi di subduzione. La sua superficie interamente ghiacciata mostrerebbe infatti l’unico caso finora riscontrato di tettonica a placche mai verificatosi oltre al nostro pianeta Terra.

L’oceano composto da acqua salata ipotizzato sotto la sua superficie, a causa delle forti compressioni mareali dovute alla gravità del pianeta Giove, produrrebbe i forti getti d’acqua chiamati plumes, simili ai geyser terrestri, osservati dal telescopio di Hubble ma apparentemente non sempre riscontrati nelle osservazioni. Tutto ciò evidenzia la necessità di un’osservazione più sistematica di Europa, meglio se con strumentazione spaziale da distanza ravvicinata o in situ. Sicuramente la missione JUICE di ESA e la proposta ma non ancora selezionata missione Clipper di NASA rappresentano con concretezza questa enorme opportunità».

Fonte: Media INAF | Scritto da Marco Galliani


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