A individuare le radici cerebrali del disturbo, uno studio condotto dall’Università di Pisa e pubblicato sulla rivista Cns Spectrums della Cambridge University Press.
A questo disagio sarebbero correlati altri comportamenti aggressivi estremi che possono essere diretti agli altri come nel caso dell’omicidio o a se stessi facendo giungere al suicidio.
“Le radici neuronali della cosiddetta “sindrome di Otello”, dice uno dei ricercatori, Donatella Marazziti, “si troverebbero in un’area della corteccia frontale, una zona del cervello che sovrintende complessi processi cognitivi e affettivi”.
Il punto è che secondo Marazziti la gelosia è un fenomeno naturale, e ciò che bisogna capire ed individuare è il punto di squilibrio biochimico che trasforma questo fenomeno appunto naturale in una ossessione pericolosa.
Per il momento l’indagine dei ricercatori è stata esclusivamente empirica, altri studi saranno necessari per chiarire le basi biologiche di uno dei fenomeni più misteriosi della mente umana, grazie al quale si potrà arrivare ad identificare precocemente i soggetti a rischio, ed aiutare le persone che sono oggetto di questi fenomeni.