Magazine Diario personale
No words.
A parte i versamenti di chi conosciamo, ci conosce, sono parenti, amici stretti, clienti molto affezionati, abbiamo ricevuto cifre di 250-350€ da dei perfetti sconosciuti che tra l'altro hanno pure rinunciato alla ricompensa che corrisponde ad ogni quantità di donazione. Pura generosità.
Ringrazio pubblicamente Manila e anche una certa Livia che ha fatto un versamento dall'Italia e mi chiedo proprio come sia arrivata a Goteo se non attraverso il blog di Marc.
Ad ogni modo riflettevo su questi personaggi anonimi e mi viene quindi da pensare ai pochi gesti di generosità che riceviamo nella vita di tutti i giorni.
Tipo, venerdì sera: il cielo è stellato, è venerdì, fa freschino ma si sta bene, andiamo tutti e tre a Valencia e proprio in mezzo alla strada, proprio dove non c'è un centimetro di cornicione dove proteggerci, inizia a piovere ed io a correre con Marc nel mei tai sulla schiena -lui dormiva- e Raul che cercava dei nostri amici da un bar all'altro quando da un bar esce un ragazzo che mi passa un ombrello e mi dice "ne ho due".
Voi direte "capirai, è un ombrello". Sí ma io sono rimasta stupita. In un mondo dove ti vedono incinta all'ottavo mese e in treno e metro si trincerano dietro due strati di giornale pur non farti sedere, dove nessuno ti dà uno straccio di mano quando ti vedono lottare tra passeggini e bebé e borse della spesa, non è mica normale questo! Insomma, io non c'ero più abituata.
Studiando e leggendo sull'educazione libera si scopre però che per i bimbi piccoli la generosità non è genetica, anzi... è molto normale -e io non mi sentirei affatto preoccupata- che i bimbi piccoli che scoprono oggetti e giochi non li vogliano condividere. Io non capisco questa mania di doverglielo farlo fare. E' normale che tutti si fiondino su un giochino non tanto perché interessante ma perché semplicemente esiste in quel momento tra le mani di uno, ma che gli adulti si mettano in mezzo per far da moderatori...
Marc è un tipo molto buono, diciamo "generoso" perché ti passa tutto, anche il fazzoletto sporco che sta usando per pulirsi il moccolo del naso. Ma è anche un tipetto che arraffa e che si fa rubare le cose dalle mani, appena un suo amichetto le vede. Ho oramai potuto provare sperimentalmente che dal momento in cui Marc viene sgridato (da qualcuno) o all'altro bambino viene fatto notare che quel giochetto prima ce l'aveva Marc comincia il tira-e-molla arrivando alle lacrime. Chi aveva in mano il gioco si innervosisce e tira fuori pure le unghie.
Invece se i due vengono lasciati soli a sistemarsi le loro storie, di solito uno si disinteressa all'oggetto e passa ad altro. Generosità zero eh, perché non succede che uno restituisca l'oggetto all'altro bimbo. E' ancora più probabile che i due comincino a fare altre cose.
Ma vedo che se su quell'oggetto si concentrano tutte le attenzioni, cioè le nostre (ossia noi ci fissiamo sul modo in cui è stato tolto l'oggetto dalle mani dell'altro, mentre i bimbi pensano che noi consideriamo l'oggetto di vitale importanza e quindi lo vogliono entrambi)la cosa degenera.
E poi che succede? Prendiamo la figlia dell'amica mia: costretta dalla zia a condividere tutto con il cuginetto di 15 mesi, lei a lui non lo può vedere: lui vince sempre.
Con Marc invece, siccome io non la costringo a dare niente a Marc e piuttosto cerco di distrarre Marc con altre cose, lei è la prima ad essere generosa. A 4 anni, quando cominciano a capire il senso della generosità.
Si dice poi ma questo lo scopriremo solo vivendo, che se da piccoli non siamo costretti a dare baci a zii sconosciuti e nonne con brufolo spaventoso vicino al naso, costretti a dire grazie, scusa, arrivederci, da grandi saremo più generosi e più gentili.
Di nuovo la teoria si scontra con la realtà. Rischio di avere un figlio maleducato, sgarbato e pure egoista.
Ma noi preferiamo rischiare.
Se solo noi adulti sapessimo stare al posto nostro questo sarebbe un mondo migliore.
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