
E' stata dura, ma poi l'affetto prevalse. E te li tieni così. Però, quando i
Genesis pubblicarono
Abacab, furono in tanti a chiedersi che cosa stava accadendo alla band di
Foxtrot (tanto per capirci). Non per me che all'epoca dei fatti avevo quasi 13 anni. Li metabolizzai subito, ma solo perché non conoscevo il loro passato. Pop leggero, pure divertente, come quando nel video di
No Reply At All, i tre fanno finta di suonare i fiati. Con il senno di poi, però, si salva ben poco: troppe forzature elettroniche da un lato e, dall'altro, troppa ricerca di consenso "melodico". Che, peraltro, arriva. Sì, teniamoci qualche ballad (
Like it or not), prima che
Phil Collins si perfezioni del tutto e vada in orbita con
A groovy kind of love.
Identica falsariga - ma con un livello qualitativo superiore -
Genesis (1983), l'album di
Mama. Squadra che sbanca, non si cambia, così piazzano hit dal sapore diametralmente opposto: l'oscura
Mama e la solarmente ballabile
That's All. Seguono la pista il sound stellestrisce per
Home by the sea (averla regalata a Michael Jackson, no?), la scoppiettante
Illegal Alien e la nuance confidenziale di
Taking It All Too Hard. Per il resto, funky (
Just a Job to Do), ritmi tribali su tastiere orchestranti (
Silver Rainbow), qualche apertura strumentale (
Second Home by the Sea) e song di facili consumi (
It's Gonna Get Better).
© Riccardo Storti