Magazine Politica
Genocidio: a marzo il processo sulle denunce incrociate tra croazia e serbia
Creato il 22 novembre 2013 da PasudestDi Marina SzikoraLe autorità della Serbia stanno rispettando l’impegno assunto e la parola data, e si aspettano lo stesso da parte dell’Unione Europea, afferma in questi giorni il primo vicepresidente del governo serbo, Aleksandar Vučić, aggiungendo che Belgrado si aspetta da parte dell’UE lo stesso rispetto nei confronti dei cittadini e dello Stato. I cittadini della Serbia se lo meritano, sottolinea Vučić, poiché maggiormente grazie a loro vi è stato l’avanzamento nel processo di integrazione europea. Vučić si aspetta che al più presto si arrivi alla prima conferenza intergovernativa che segnerà il via ufficiale dei negoziati di adesione della Serbia all’Ue. Il primo vicepremier spera che questa conferenza si svolga entro dicembre o al massimo a gennaio, come affermato dal capo della delegazione del Parlamento Europeo per le relazioni con i Balcani Occidentali, Eduard Kukan. Davanti alla Serbia ci sono tempi difficili ed è importante sapere che il governo sta intraprendendo tutte le riforme per il bene dei cittadini, decisioni difficili sono necessarie per una economia sana, per una Serbia sana, ha rilevato Vučić, aggiungendo che i valori dell’Ue sono gli stessi valori della Serbia e del popolo serbo e la Serbia non è parte dell’Europa solo geograficamente, ma anche per le sue idee ed i suoi valori.
Ma oltre ad impegnarsi del future europeo, la Serbia dovrà comunque fare i conti con il passato. Il prossimo 3 marzo, infatti, secondo notizie apparse sui media serbi, all’Aja dovrebbe iniziare il processo davanti alla Corte internazionale di giustizia (ICJ) relativo alla denuncia della Croazia e alla contro-denuncia della Serbia per genocidio durante la guerra del 1991-1995. La corte sarà presieduta dal giudice slovacco Peter Tomka. Saranno ascoltati ed interrogati i testimoni delle due parti: 12 quelli chiamati da Zagabria, mentre per Belgrado saranno 8, secondo le informazioni mediatiche serbe. Il premier Ivica Dačić ha dichiarato che la Serbia è pronta a ritirare la denuncia se anche Croazia farà lo stesso: secondo il premier serbo questa sarebbe la soluzione migliore per entrambe le parti. Anche i parlamentari serbi del partito governativo annunciano che si impegneranno per ottenere il ritiro delle denunce a condizione però che la Croazia restituisca i loro beni ai profughi e ne risarcisca i danni e che sia risolta la questione delle persone scomparse.
Nonostante speculazioni, soprattutto mediatiche, secondo le quali la Croazia sarebbe intenzionata a ritirare le denunce di genocidio per crimini commessi nella guerra tra il 1991 e 1995, arrivano notizie sulla preparazione di un team internazionale rafforzato in vista dell'avvio del processo il prossimo marzo. Si tratta di prestigiosi esperti del diritto internazionale, afferma Jana Špero, rappresentante del ministero della Giustizia croato che sarà uno dei tre rappresentanti della Croazia in questo processo. Špero precisa che si tratta di un processo molto complesso e di una denuncia molto importante il che richiede l’impegno di esperti. Tra questi anche il britannico Keir Starmer, esperto di diritti umani e di diritto internazionale, nominato nel 2007 giurista dell’anno nel campo dei diritti umani e per cinque anni capo procuratore del Regno Unito.
Le autorità croate chiedono una migliore collaborazione con le autorità serbe sul destino delle persone scomparse durante il conflitto, in maggioranza di nazionalità croata, come condizione per eventuali trattative sul ritiro della denuncia di genocidio. Uno dei testimoni della Croazia, sempre secondo le informazioni della stampa, potrebbe essere Sonja Biserko, presidente del Comitato Helsinki per i diritti umani in Serbia. Recentemente, il procuratore per i crimini di guerra serbo Vojislav Vukčević ha detto che soltanto a Belgrado ci sono in libertà almeno 300 persone che potrebbero essere sospette di crimini di guerra. Il ministro della giustizia croato, Orsat Miljenić, ha ricordato che il ruolo del team di esperti è quello di presentare la denuncia per genocidio nel miglior modo possibile e spiegare al mondo che cosa sia veramente accaduto. Dopo la conclusione della fase verbale del processo, tutti i materiali raccolti nell’arco di diversi anni diventeranno pubblici, ha detto il ministro croato.
Ricordiamo che il 2 luglio 1999 la Croazia ha denunciato la Serbia alla Corte internazionale di giustizia per crimini di genocidio che sarebbero stati commessi in Croazia tra il 1991 e 1995, accusando la Serbia di essere responsabile di “pulizia etnica” contro i cittadini croati: “una forma di genocidio il cui risultato è stato un gran numero di cittadini croati trasferiti, uccisi, torturati e illegalmente imprigionati, nonché la devastazione delle proprietà”. Per questo Zagabria chiede il risarcimento dei danni di guerra, mentre Belgrado ha reagito presentando a sua volta una analoga denuncia contro la Croazia.
Il testo è tratto dalla trascrizione della corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sud est andata in onda il 21 novembre a Radio Radicale
Possono interessarti anche questi articoli :
-
Svolte
Fatichi, ti arrabatti, sudi e bestemmi per dei mesi, per degli anni. Poi, nello spazio di un weekend, succedono cambiamenti epocali e i processi vengono a... Leggere il seguito
Da Fra
CULTURA, ITALIANI NEL MONDO, SOCIETÀ -
Referendum Grecia: cosa succede se vince il sì, cosa succede se vince il no
Il Messaggero analizza cosa potrebbe accadere dopo il referendumAl di là delle rassicurazioni, il timore è l’effetto contagio per la crisi in Grecia. Leggere il seguito
Da Andrea86
ATTUALITÀ, SOCIETÀ -
La chiusura delle banche in Grecia
Le banche greche resteranno chiuse sino al 5 luglio e le borse europee e asiatiche sono crollate, per la paura di un eventuale default della GreciaUn ciclista d... Leggere il seguito
Da Andrea86
ATTUALITÀ, SOCIETÀ -
Grecia, lunedì nero con banche e Borsa chiuse, polizia in stato di allerta....
Oggi la Borsa di Atene è chiusa, così come le banche, che riapriranno solo lunedì prossimo, 6 luglio, il giorno dopo il referendum sulla proposta dei... Leggere il seguito
Da Stivalepensante
SOCIETÀ -
Il referendum greco buca la bolla onirica
Il mondo reale possiede una sua logica testarda, ma i modi e la scansione degli eventi attraverso cui si manifesta sono del tutto imprevedibili, a volte... Leggere il seguito
Da Albertocapece
POLITICA, SOCIETÀ -
Draghi chiude i rubinetti e Tsipras le banche, non è scontato che l’euro regga
Pur rappresentando in una telefonata con Tsipras, la sua comprensione per la scelta del Governo Greco di indire un referendum perché sia il popolo ad esprimere... Leggere il seguito
Da Blogaccio
SOCIETÀ