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Genova, 4 Novembre 2011

Creato il 05 novembre 2011 da Mauser @Mauser89
Questo, cari lettori, doveva essere il 300° post del mio blog.È un numero grande, lo so, e come molti altri blogger lo volevo festeggiare insieme ai lettori del Georgiana's Garden, per celebrare il tempo trascorso insieme, gli scambi di opinione, le mail, le curiosità, le scoperte e le ricerche. Ma soprattutto l'amicizia.
Dovevo pubblicarlo ieri, per festeggiare due anni insieme, ma dopo quello che è successo proprio ieri alla mia città non me la sono sentita.
Ci saranno altre occasioni e circostanze per questo, trovo più giusto mettere da parte l'autocelebrazione del mio hobby-lavoro sul blog per parlare di quanto è successo ieri, Genova, 4 Novembre 2011.
A Genova abbiamo avuto l'alluvione, è inutile che lo chiamino nubifragio, quello interessa il tipo di precipitazioni e la loro quantità. No, a Genova abbiamo avuto proprio l'alluvione che significa che per una quantità di motivi, la città è diventata un campo di battaglia con tanto di morti e feriti e soccorsi e militari, code, paura, terrore, strade interrotte.
Molti di voi tra ieri e oggi mi hanno scritto chiedendomi notizie, ringrazio tutti quanti dell'interessamento, fa piacere vedere tanta partecipazione anche da persone che si conoscono poco, sono orgogliosa della risonanza che la catastrofe della mia città ha avuto e, per una volta, non dobbiamo ringraziare solo Internet, ormai piazza dei pensieri che non si possono esprimere ad alta voce e libero dai bavagli (chissà per quanto), anche telvisioni e giornali, sebbene più per la classica storia lacrimevole che per reale interesse, si sono dedicati alla cola, c'erano speciali anche sulle reti nazionali, sebbene si vedessero a tratti per via del segnale debole della neonata tv digitale ligure...
Come molte altre storie, l'ascolto che si conquista quando di mezzo c'è un cadavere, e noi ne abbiamo avuti sette, è impareggiabile, l'attrazione che ha il macabro sulle persone incredibile, il fascino perverso della tragedia in ogni sua forma ha fatto sì che si perlasse di quanto accaduto. Per una volta non è un assassino che si è trasformato in un divo di Hollywood.
Genova, 4 Novembre 2011
A chi mi dice che l'acqua è stata un'assassina letale, come titolano alcune testate di oggi, posso solo giustificarlo pensando che si tratti del solito titolone da giornale, l'acqua non sarebbe stata un'assassina se l'uomo con le sue azioni non avesse cercato di prevaricare la sua forza.
Già, non è una novità da dire che l'uomo ci ha messo lo zampino, non è una novità che abbia cercato di prevaricare la natura, finendo per pagarne le conseguenze. E non è una novità che accadano queste cose.
Per chi non lo sapesse o l'avesse dimenticato, è il terzo anno di fila che Genova è investita da un'alluvione. Io ci abito da più di vent'anni, in questa città, e garantisco nel dire che non ho mai visto fare molto per prevenire questo fenomeno.
Ormai l'alluvione è un evento eccezionale che si ripresenta con regolare scadenza.
Possiamo ancora chiamarlo eccezionale?
Io non lo so... ma da un po' di anni a questa parte il Comune affigge manifesti su come comportarsi in caso d'alluvione, comportandosi come si fa con l'esodo estivo e contro la calura: a quanto pare anche lui ha preso questi episodi come una scadenza annuale imprescindibile, l'ha fatto in maniera ufficiosa, ma è come le consuetudini, dopo un po' diventano la regola.
A mettere in ginocchio Genova ci vuole poco, è una città lunga e stretta tra il mare e le montagne, per chi non l'avesse mai visitata consiglio un giretto dal mare, ci si rende conto come la mancanza di spazio abbia costretto l'uomo ad arrampicarsi sempre di più sui monti retrostanti e non solo con le casette immerse nel verde, ma con quartieri e palazzi anche di periferia, come la zona dove abito io.
In un territorio tanto famelico di una fetta di terra, lo spazio è molto costoso, le case alte per avere più spazio da sfruttare e ciascuno fa quel che può per conquistarsi una zolla: il giardino è un optional che pochi possiedono e vivere in una casa indipendente, per un genovese, è puro terrorismo psicologico perchè non siamo abituati e ci inculcano fin da piccoli l'idea che una simile abitazione sia difficilmente difendibile e bersaglio prediletto di ladri e scassinatori. Per qualcuno questa mentalità può sembrare malata, ma se lo spazio per le casette a schiera non c'è è evidente che l'abitudine si sposta su altro. Insomma, Genova soffre dello stesso sovrappopolamento di Milano, ma non per i numeri quanto per la carenza di terra.
In un simile mondo, è impensabile che si lascino 10 metri tra il fiume e la prima abitazione, il nostro limite è arrivato a 3 metri, ma ci sono anche case a ponte costruite sopra i corsi d'acqua e non voglio dire che fine fanno di solito in occasioni come la presente. Buttarle giù non è semplice, ci sono negozie e decine di famiglie a cui occorre procurare un'altra sistemazione, bisogna indennizzare tutti con soldi che il Comune non possiede e per sbaraccare un palazzo le imprese non lo fanno certo gratis e poi? Occorre ripristinare flusso acque, viabilità, organizzazione. E la burocrazia dove la mettiamo? Con quanto avvenuto l'anno scorso sono riusciti ad avere il permesso di sfrattare un intero palazzo in un solo anno: pareva un miracolo in tempi record. Che naturalmente deve ancora avverarsi perchè le case per le persone non le hanno certo trovate di già...
Quanto costa una casa altrove? Non ho mai fatto i conti, ma da noi con 250.000€ ci compri a malapena un appartamento per una famiglia di 3 persone, 4 se si accontentano... e non è detto che bastino.
Genova, 4 Novembre 2011
Come avrete capito, la morfologia del territorio urbano, costruito un secolo dopo l'altro sulle fondamenta del precedente, non gioca a nostro favore, tutta la Liguria, poi, è disseminata di rii e torrentelli che dalle vette alpine e appenniniche si gettano nel mare, ce ne sono centnaia, grandi e piccoli: dal gigantesco Bisagno, che ha dato il nome anche alla professione (in dialetto) del besagnino, ovvero l'orolano, al Polcevera, di medie dimensioni, per arrivare a fiumiciattoli che sono poco più di un rigo d'acqua. Questi fiumi, secchi per la maggior parte dell'anno e privi dell'acqua anche solo per ospitare fauna ornitologica come anatre di campagna, durante l'autunno s'ingrossano a dismisura perchè, arrivando dai monti, raccolgono molta acqua durante il loro percorso e, nei pressi del mare, diventano irriconoscibili flussi.
Questi fiumi sono la nostra disperazione, sono tanti e mal mantenuti dalle agenzie che si dovrebbero occupare del territorio, il loro percorso è stato deviato per costruire strade e case, alcuni sono stati intubati sotto terra e poi se ne sono dimenticati tutti, chissà che giro fanno sotto i nostri piedi, ma la maggior parte scivolano lenti in uno stato di totale degrado: il loro letto, colmo di rifiuti e detriti, è invaso dal fango e dalla terra degli anni precedenti che nessuno si è preoccupato di rimuovere, ci crescono gli alberi dentro. C'è la crisi, dicono, non ci sono soldi e non si possono assumere le persone: l'ultima volta che hanno dragato il fiume accanto a casa mia nel sottosuolo hanno estratto (completamente coperta, badate bene) una lavatrice, pensate quanta roba si era accumulata, pensate quanta immondizia da rimuovere: con gli alvei in quelle condizioni e il fondo tanto rialzato credo sia normale che i fiumi esondino.
E ieri cosa è successo?
Il Rio Fereggiano, che poi sarebbe un torrente ridicolo, è l'ennesimo esempio dell'incuria umana: con le violente precipitazioni e la grande massa di detriti, il corso d'acqua s'è diretto con forza verso il mare, rompendo gli argini in più punti e allagando i quartieri di Marassi, San Fruttuoso e San Martino. Metri di acqua che sommergeva i portoni, le auto e perfino i camper, che saltava i ponti di attraversamento e scorreva per le scalinate ripide tanto tipiche della città.
Genova, 4 Novembre 2011
E poi?
Il torrente Bisagno, forse il più grande fiume, ha avuto lo stesso trattamento, solamente che verso la zona della foce del fiume si stanno eseguendo dei lavori di intubazione: il progetto è di epoca fascista, ma andava risistemato e da quattro anni operai lavorano sull copertura del torrente, sul quale transita una delle strade più importanti della città, vicino al quale si trova il più prestigioso liceo classico, il D'Oria (mi raccomando, si scrive con l'apostrofo) e affianco al quale ci sono strade e negozi e quartieri popolosi e frequentati.
Arrivato quasi alla foce il Bisagno si è trovato il cammino ostruito dall'intubazione e ha finito per rompere a sua volta gli argini inondando il quanrtiere della Foce, Piazza Rossetti, Corso Torino e Corso Sardegna, Buenos Aires e l'inizio di Via XX Settembre, strada dello shopping.
È strato un disastro perchè Genova, essendo lunga e stretta, ha poche strade che l'attraversano e tutte passano sui ponti che valicano i fiumi: se un fiume esonda e allaga tutto, persone e auto non possono più attraversarlo e la città si blocca definitivamente, formando code interminabili, panico e blocco.
Quando è accaduto io mi trovavo in ufficio, distante dal centro, ci sono giunte telefonate da parte dei parenti dei colleghi che abitano a Est: i quartieri di Sturla, Quarto e Quinto erano allagati dalle piogge, il Centro completamente inagibile.
Panico anche tra di noi e pure chi abita nel ponente, memore di quanto accaduto l'anno passato con la semi-distruzione di Sestri Ponente: io ho impiegato 4 ore e mezza per tornare a casa, per una distanza di neanche 10km e lo scempio che vidi è solo un ricordo rispetto a quello di quest'anno, altrettanto distruttivo, altrettanto desolato.
Genova, 4 Novembre 2011
Chi abitava a Levante ha cominciato a controllare siti della viabilità, abbiamo ricevuto le mail dei servizi pendolari, le inquietanti fotografie di quanto avvenuto nelle zone dette poc'anzi, ci siamo fiondati sulle webcam del centro per controllare la situazione e abbiamo telefonato senza successo alle Autostrade per conoscere la disastrada situazione del traffico.
Uno dei miei colleghi abita a San Fruttuoso, non ho idea di cosa abbia trovato.
Un altro abita molto più a levante, si è fatto tre ore di coda allo svincolo, ma è riuscito a rientrare.
Il collega che lavora insieme a me abita a ponente ed è andato in moto, credo senza particolari problemi.
Una mia collega ed io, memori dell'anno passato, abbiamo fatto la strada dei monti, una scorciatoia che passa a mezzacosta e che permette di tagliare i quartieri più problematici: abbiamo rischiato di metterci il doppio perchè la strada attraversa due fiumi e ne costeggia altri due, ma siamo sopravvissute e la coda per noi è durata solo un'oretta.
I miei colleghi delle altre sedi si sono tutti preoccupati per noi e hanno contribuito ad intasare le linee telfoniche chiamandoci a turno tutti quanti, accertandosi dell'entità dei danni e della nostra salute.
Grazie a tutti.
Una specie di sopravvissuta,
Genova, 4 Novembre 2011
Mauser

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