I ragazzi cercavano individui che avevano bisogno di denaro contante. Minacce di morte e vessazioni, che portavano le vittime anche a rifugiarsi lontano dalla città, da parenti o amici.
(avvenire.it)
Tre ragazzi genovesi sono stati arrestati dai carabinieri al centro in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare del gip Carla Pastorini su richiesta del pm Vittorio Ranieri Miniati. I tre ragazzi sono accusati anche di tentata estorsione. Concedevano prestiti a persone in difficolta’ economica imponendo interessi usurari che andavano ben oltre il tasso legale. Il meccanismo era tanto semplice quanto efficace.
La “mente” dei tre si serviva dei suoi due collaboratori per rintracciare individui che necessitavano di una immediata disponibilità di contante. Chi non riusciva a versare la rata nel tempo prestabilito subiva continue minacce e rincari degli interessi anche fino al 500 per cento annui. A fronte di un mancato pagamento mensile, infatti, scattava una mora di 5000 euro ed ulteriori interessi sulla mora stessa. Un giro vorticoso di prestiti a strozzo, assegni “gonfiati” in cambio di denaro contante, incontri ravvicinati per chiarire nel dettaglio le modalità di saldo. Alcune delle vittime sarebbero state addirittura costrette, in più occasioni, ad allontanarsi dalla città, rifugiandosi da parenti o amici, per sfuggire ai propri creditori.
L’attività investigativa, che ha mosso i suoi primi passi a seguito di prime timide dichiarazioni da parte di una vittima, ormai stremata dalle pressioni incessanti dei suoi usurai, ha permesso ben presto di individuare il gruppo criminale composto da tre giovanissimi genovesi, rispettivamente: M.M. di 21 anni, A.S. di 22 e M.M. di 23 anni, i quali utilizzavano il denaro intascato dalle vittime dilapidandolo in feste in discoteca, viaggi e auto. In una circostanza, uno di loro, ha telefonato alla madre del suo “debitore” minacciandola di morte qualora non avesse versato una certa somma di denaro per il figlio. Sequestrate una Range Rover ed una Ford Fiesta e documentazione, fra cui agende con la “contabilità” dei vari “clienti”. Continuano le indagini per individuare ulteriori vittime.






