E dicono che il nucleare non lo vuole nessuno! L’Agenzia per la Sicurezza è appena nata.. e subito una città si offre di ospitarne la sede. Parlo di Genova: è di ieri l’iniziativa del sindaco Marta Vincenzi che, lo ricordo, è nel Partito Democratico. L’appartenenza politica non vuole essere motivo di polemica, beninteso: semplicemente rilevo un fatto. Ebbene, il sindaco Vincenzi, nonostante l’orientamento generale del Pd sia di contrarietà verso il nucleare, apre con ragionevolezza le porte della città ad ospitare la sede dell’Agenzia capitanata da Veronesi (senatore del Pd. Anche questo è solo un fatto). Il ragionamento è semplice: dal momento che è stato allestito il villaggio tecnologico sulla collina di Erzelli, tra Conigliano e Sestri Ponente, il sindaco ritiene che installarvi la sede dell’Agenzia “possa essere il migliore completamente di quel progetto”. Come ho detto tante volte: il nucleare è una calamita per la scienza e la tecnologia. Ne porta di nuova e di conseguenza attira studiosi e scienziati, creando un vero e proprio polo. In questo caso specifico succede, almeno in principio, il contrario: è la scienza che invita il nucleare. Il resto verrà di conseguenza, ma c’è da starne certi: la Liguria ne trarrà un enorme giovamento. D’altro canto è lo stesso sindaco (che cito testualmente dal Secolo XIX) a dire che “Ne ho parlato con Letta e con l’arrivo di Veronesi ripropongo la nostra candidatura perché sono convinta che l’Agenzia sia di straordinario interesse per la città. Vincere questa sfida significa portare sul territorio competenze e professionalità altamente qualificate. Genova è la città che ha patito il peggiore contraccolpo dalla chiusura del nucleare. Questa è l’occasione di un riscatto che, sia pure contenuto in termini occupazionali, ha straordinarie implicazioni legate alla ricerca tecnologica”. Il giovamento sarebbe quindi in realtà una sorta di ‘risarcimento’ ideale, se mi si passa il termine: la città di Genova si riprende un po’ del ‘mancato guadagno’ dovuto alla prematura fine del programma nucleare, sancito giusto 23 anni fa. Una fine stabilita legittimamente, ma di cui paghiamo tuttora il prezzo purtroppo. All’epoca, lo ricordo bene, eravamo terrorizzati dal disastro di Chernobyl e abbiamo un po’ tutti, per così dire, reagito decidendo per un taglio netto. Era comprensibile. Col tempo però molte cose sono cambiate, ne ho parlato spesso. Il nucleare è cambiato: incidenti di quel tipo (cioè causato dall’uomo) non sono ripetibili perché la tecnologia e i suoi (molteplici) sistemi di sicurezza sono progettati per non consentirlo; l’efficienza, la resa e la gestibilità sono enormemente migliorate. Credetemi: davvero non avrei cambiato idea, se non avessi verificato che è proprio così. Eppure, come vi dico sempre, siete voi a dover decidere per voi stessi. Poi, si farà, non si farà.. sfrutteremo o perderemo solo una grande occasione. Come Paese. Perchè il problema del Paese, oltre a quello legato all’energia di cui parlo sempre, è il pregiudizio; la paura. Però questa paura, che io stesso ho avuto, ce la portiamo dietro da 20 anni. Non è ancora sufficiente? Continuiamo a tarparci le ali per paure che in questo arco di tempo non si sono concretizzate? Continuiamo a investire in tecnologie che inquinano? Oppure che sono interessanti (vanno sviluppate!) ma costano oggettivamente tanto e non ci ‘saziano’? Il problema, il dato di fatto ineludibile, è proprio la paura. È per paura che tante regioni dicono di NO; compresa (per esempio) la Toscana, che pure ha dato i natali a fior di geni. E quante altre piccole realtà si accodano nel dire NO a gran voce, per la stessa paura? È lo stesso pregiudizio che blocca molti di noi nel relazionarci con tutto ciò che è diverso e sconosciuto, magari facendoci ‘perdere’ importanti conoscenze che possono arricchirci vicendevolmente. Ecco perché mi sento di lodare la città di Genova: perché ha avuto coraggio. E sono certo che la popolazione ci penserà e magari deciderà che è una buona idea. E a quel punto vedrete che ci sarà l’inversione di tendenza: in tanti saranno pronti a dire Sì, forte e chiaro. Purtroppo capita che si abbia bisogno di qualcun altro che apre la strada.. Genova sta aprendo questa strada, con coraggio e serietà. Nella speranza, come sostiene il presidente di Confindustria Genova, Calvini, “che il progetto di rilancio del nucleare in Italia possa essere avviato in tempi brevi, anche in considerazione delle ricadute positive che lo stesso potrà avere sullo sviluppo delle nostre imprese. Ci auguriamo che l’Agenzia sia messa in condizione di operare presto, a prescindere dalla città alla quale sarà destinata”. E se un industriale in sostanza dice ‘non importa esattamente dove, ma facciamolo’.. significa che forse l’idea è veramente buona, per tutti. Per tutto il Paese.
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