Pare che in questa 16a edizione del Genova Film Festival i talenti locali abbiano brillato più del solito. Il tempo per esplorare le diverse sezioni della kermesse ligure, come si è già avuto modo di specificare altrove, non è stato tantissimo. Ma pur con questo handicap, ho avuto ugualmente modo di stupirmi di fronte alla vitalità esibita quest’anno dagli autori, tendenzialmente giovani, selezionati per Obiettivo Liguria: il tradizionale focus dedicato ai cineasti attivi nella regione. Mosso da tale considerazione, avrei piacere di segnalare alcuni dei lavori più convincenti.
Un discorso a parte merita senz’altro The Boy and the Moon di Rino Alaimo, e non solo perché questo bel corto di animazione ha ricevuto dalla giuria una Menzione Speciale “per la semplicità unita alla padronanza e all’originalità della tecnica grafica che ci regalano un piccolo gioiello capace di emozionare il cuore dello spettatore”. Seguo i lavori del giovane Alaimo praticamente dagli esordi, ovvero da quando riuscì a sfornare, padroneggiando con ammirevole disinvoltura la tecnica dell’animazione a passo uno, il delizioso e immaginifico A milioni di chilometri dalla Terra (2004). Di tempo ne è passato. E in questo ritorno all’animazione (successivo alla particolare parentesi rappresentata da Silenzio di sirena) il vulcanico cineasta ha tentato un approccio realizzativo e iconografico in parte diverso. Ma con The Boy and the Moon, impreziosito dalle musiche di Stefano Barone, realizzato tra Savona e l’Inghilterra con la voce narrante di Timothy Block, la peculiare fusione di lirismo e di intuizioni fantasmagoriche ha colpito ancora una volta nel segno. Ed è quindi difficile non emozionarsi di fronte all’incontro tra un ragazzo sognatore e la Luna, così come viene raccontato da Alaimo. Con tanto di colpo di scena finale!
Una vena fantasiosa e scanzonata rappresenta peraltro il collante, da cui sono accomunati anche altri cortometraggi, tra quelli che più mi hanno incuriosito, soddisfatto, divertito. Grazioso ad esempio This Year I Only Wish… di Edoardo Bellanti, amena e spigliata variazione sui classici temi natalizi. Ancor più incisivo l’approccio ai confini tra animazione e fiction di taglio urbanistico, grazie al quale le menti creative di Hop!, Alessandra Elettra Badoino e Chiara Morando, hanno voluto raffigurare una Genova così diversa da quella che siamo abituati a considerare; la Genova di Hop, per l’appunto, creaturina maggiormente interessata alle ascese e al muoversi sui vari dislivelli della città, che al farsi catturare dai classici itinerari turistici.
A suscitare in me una reazione da “fan” è stato invece il corto che Marco Di Gerlando e Ludovica Gibelli hanno girato, con un certo brio, nell’ambito di un progetto che vede coinvolta l’Associazione Culturale ZuccherArt: Gargabullo e le Follette Mangiafrutta. Giovanissime interpreti, costumi vivaci e ambientazioni scelte ad hoc generano simpatia per questo giocoso fantasy nostrano, in cui le grintose Follette Mangiafrutta dovranno vedersela con le macchinazioni ordite dal sordido orco Gargabullo, in combutta con gli imbranatissimi aiutanti Peste e Birba!
Conseguentemente a questa ventata di leggerezza, ma con uno spessore ben diverso in dote, è il corto di Riccardo Menicatti e Bruno Ugioli quello con cui vorrei chiudere la breve panoramica su Obiettivo Liguria. Si intitola Il futuro non è scritto. E per quanto i toni siano volutamente paradossali, goliardici, proprio di futuro si parla: il futuro delle famiglie e dei giovani precari italiani, per intenderci. Un argomento serio, delicato, affrontato però con quel piglio ironico e visionario, affine nella forma alle consuetudini del mockumentary, che ha fatto persino immaginare ai due autori un ipotetico… Cinegiornale Lucio! Complimenti a loro per lo humour stralunato e per la visione non superficiale dell’attuale società italiana.
Stefano Coccia