Un volo di andata e ritorno a distanza di 18 ore. Un fine settimana diverso, in viaggio, in una città che è sempre stata una meta dei (miei) sogni. Un acquario per immergerti senza muta tra delfini squali e meduse, Via del Campo e Fabrizio de Andrè al 29 rosso. Adesso mi viene in mente solo La canzone dell’amore perduto e penso a quanto è buffo trovare proprio questo fine settimana una mostra di Mirò. A volte tutto ritorna a volte tutto va.
La stagione del tuo amore
non è più la primavera
ma nei giorni del tuo autunno
hai la dolcezza della sera
se un mattino fra i capelli
troverai un po’ di neve
nel giardino del tuo amore
verrò a raccogliere il bucaneve
passa il tempo sopra il tempo
ma non devi aver paura
sembra correre come il vento
però il tempo non ha premura
piangi e ridi come allora
ridi e piangi e ridi ancora
ogni gioia ogni dolore
poi ritrovarli nella luce di un’ora
passa il tempo sopra il tempo
ma non devi aver paura
sembra correre come il vento
però il tempo non ha premura
piangi e ridi come allora
ridi e piangi e ridi ancora
ogni gioia ogni dolore
puoi ritrovarli nella luce di un’ora.
Questa canzone, appena citata, è un’affettuosa serenata ad una signora che si sta affacciando alla terza età. La conoscevo già ma sentirla a Genova ha moltiplicato la sua intensità. La forte sensazione di nostalgia con cui De André cerca di acquietare le paure che si manifestano con i primi cambiamenti del corpo portati dall’invecchiamento. Il messaggio, ribadito dal ritornello, è che seppure il tempo non ci permetta di vivere per sempre le nostre gioie ed i nostri dolori, questi rimangono comunque con noi, impressi nei ricordi. Inoltre, nonostante il ricordo delle passate emozioni ci provochi nostalgia, la vita continua ad offrircene di nuove. I brividi!!!