Nella tarda serata di ieri un tunisino di circa 30 anni, detenuto del carcere di Genova Marassi, si è cucito la bocca.
Il carcere di Marassi a Genova (flickr.it)
Stesso atto era stato compiuto da un marocchino condannato a 30 anni per omicidio. Lo riferisce Roberto Martinelli, segretario generale aggiunto del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, secondo cui “due detenuti che si cuciono per protesta le labbra in due giorni fanno seriamente riflettere e dovrebbero far comprendere a quali livelli sia la tensione in carcere, a tutto discapito delle condizioni di lavoro dei poliziotti penitenziari”.
Martinelli evidenzia che più del 60% dei detenuti a Marassi non è italiano e le situazioni di disagio del carcere “si accentuano per gli immigrati, che per diversi problemi legati alla lingua e all’adattamento pongono in essere gesti dimostrativi”. Il Sappe torna a chiedere al Governo di “avviare le trattative con i Paesi esteri da cui provengono i detenuti – a partire da Romania, Tunisia, Marocco, Algeria, Albania, Nigeria – affinche’ scontino la pena nei Paesi d’origine” e di introdurre l’obbligatorieta’ del lavoro per i detenuti.