Una delle fortuna della mia città è di essere completamente spiaccicata sul mare. Certo, nella zona centrale non si può sicuramente definire un mare vivibile perchè i cantieri, il Porto Antico, il Terminal passeggeri e poi le acciaierie e il Porto petroli si mangiano tutto il litorale.Ai genovesi però basta poco in termini di tempo per raggiungere il mare "da vivere", la zona in cui ti puoi sedere sugli scogli e azzardare nelle stagioni più clementi anche un bagnettino. Chi abita in zona Levante è più fortunato rispetto a chi abita verso Ponente, che invece deve sorpassare Pegli per potersi buttare in acqua.In quel di Zena (che si legge Sena con la s tipo quella di eSame) natura significa mare.
Vuoi fare due passi all'aria aperta? Fai una passeggiata sul mare.
Non ne puoi più dei fumi della città? Andarsi a rosolare sugli scogli di Pieve potrebbe essere un'idea.
Anche se vai sui monti sei al mare, visto che lo hai ai tuoi piedi che ti implora di non voltargli le spalle, ma tanto lui lo sa che uno sguardo lo butti sempre.
Ai Genovesi manca il concetto di Parco, ossia quel polmone verde obbligatorio in ogni città in cui perdersi e dimenticarsi di vivere fra il cemento. Escludendi i luridi giardinetti semi abbandonati, invece, di parchi ce ne sono eccome. Non sterminati e ordinati come Central Park a New York ma non certo poco affascinanti.
Il protagonista del mio primo post è proprio un parco, per essere più precisi Villa Durazzo-Pallavicini a Pegli, in cui sono stata -dopo anni- sabato pomeriggio scorso.
Si tratta di un vero e proprio giardino romantico ottocentesco, realizzato tra il 1840 e il 1850 (informazioni interamente prese a piene mani da Wikipedia :D) per volere del marchese Ignazio Alessandro Pallavicini, ad opera di Michele Canzio, fratello di Stefano, scenografo del nostro Teatro, il Carlo Felice.Un grande viale in salita porta al Museo di archeologia Ligure e all'Orto Botanico, oltrepassati i quali ci si può perdere attraverso il vialetti del parco immerso nel verde.Non si tratta di un giardino gigantesco, soprattutto se paragonato alla Villa della Duchessa di Galliera a Voltri, e, contando che quasi la metà è chiuso al pubblico, si può girare molto velocemente.
Il tutto è stato concepito come "un itinerario di ispirazione melodrammatica, per mezzo di un racconto che si svolge in un prologo e tre atti di quattro scene ciascuno" scandite ognuna da piccoli edifici in stile neoclassico o rustico, da fontane e piante particolari.
Noi abbiamo scelto di percorrere all'inizio il viale in piano che porta verso levante (prologo) e poi siamo saliti su per i vialetti che io da piccola mi ricordavo fiancheggiati da aberi di camelie.Secondo chi ha concepito il parco saremmo dovuti salire in alto, per il secondo atto, e visitare le "rovine medioevali", ma naturalmente il percorso era sbarrato e inaccessibile.Abbiamo quindi raggiunto il Lago Grande (secondo atto - Purificazione o Paradiso) dove lo stile neoclassico e quello orientale cozzano allegramente insieme, ma non per questo il tutto è reso meno affascinante.
Dietro al Lago ci sarebbe una serie di grotte da attraversare -rappresentano gli inferi oltrepassati i quali si arriva al Paradiso- che anni fa erano aperte e in cui era divertente passare per ritrovarsi al di là della collinetta sotto al padiglione orientaleggiante.Abbiamo provato a salire verso l'alto fino a che potevamo e lì abbiamo finalmente trovato un viale circondate di camelie non ancora in piena fioritura ma che comunque mi hanno detto che la primavera "seria" ormai è alle porte :)
Dietro al Lago grande abbiamo trovato un piccolo edificio rosa in stile neoclassico che semprava essere uscito dal film Marie Antoniette. Pare che un tempo all'interno fosse pieno di specchi per cui chi passava da una porta all'altra aveva l'illusione di essere riflesso all'infinito.
Nel complesso ho trovato tutto un po' abbandonato e lasciato andare, soprattutto sapendo che dietro c'è un'organizzazione, il pagamento, seppur minimo, del biglietto d'ingresso. Speriamo che le segnalazioni al FAI servano a qualcosa. Si tratta di un parco interessante e curioso, non un semplice giardino; ha bisogno forse di cure più particolare ma credo che, una volta tirato a lucido, possa essere un luogo capace di attirare l'attenzione più di qualunque altro.
INFO
Sito internet: http://www.pegli.com/villapallavicini/index2.phpIndirizzo: Via Ignazio Pallavicini 13, Pegli (accanto alla Stazione)(Google Maps - click per ingrandire)
Orario: martedì-venerdì: dalle 09:00 alle 19:00 sabato-domenica: dalle 10:00 alle 19:00 lunedì: chiusoTel: 010 407 64 73
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