…Marco Doria sarà il candidato di coalizione del centro-sinistra a Genova. Così ha sentenziato l’esito delle primarie.
Il quadro che si delinea è estremamente diversificato e sicuramente non di semplice lettura. Provo a buttare giù elementi di riflessione.
Il primo elemento è che sono risultate intollerabili per i genovesi, le due candidature che avevano l’imprimatur PD.
La Vincenzi ha pagato, in primis, la scelta da parte del PD di salvaguardare ad ogni costo, , nella vicenda dell’alluvione, la figura del presidente della regione Burlando, anche a scapito di qualsiasi altra figura con responsabilità amministrative., scelta, bisogna dir la verità, facilitata dalla capacità della Vincenzi a rapportarsi nei confronti dei cittadini coinvolti, simile a quella di un elefante che balla in un negozio di cristallerie.
Si è verificato,poi, un pesante deterioramento nel rapporto tra il sindaco uscente e quello che era stato il suo bacino elettorale per eccellenza (ponente e valpolcevera), deterioramento dovuto, soprattutto, alla scelta, pervicacemente perseguita nonostante i numerosi segnali negativi giunti, dell’amministrazione sul progetto della “gronda di ponente” e sulla gestione post alluvione 2010.
Sulla candidatura Pinotti c’è poco da dire: la senatrice è “semplicemente” un’espressione del PD che la sinistra (e parte del centrosinistra) genovese non condividerà mai.
Parlando di numeri il primo dato è la bassa affluenza al voto, circa 25.000 i votanti : quasi il 30% in meno rispetto alle primarie di coalizione precedente ed il 16-17% del risultato che fu necessario alla Vincenzi per essere eletta Sindaco.
Bisogna quindi considerare (in ottica elezione comunale) che il risultato di Doria, per quanto percentualmente positivo rispetto alla competizione di ieri, risulta ovviamente ridimensionato (11500 voti) rispetto al parametro dell’elezione a sindaco del 2007.
Per ragionare sul candidato, Marco Doria, è sicuramente il protagonista di un tentativo di cambiamento di passo nell’ambito di “una politica” che a Genova, ancor più altrove, si è cristallizzata su posizioni di immobilismo che hanno permesso a centri di potere di avere mano libera nella devastazione dei territori e riversato scarsa attenzione negli effetti sociali che crisi e scelte locali hanno provocato.
In Doria. sicuramente, viene rappresentato l’amalgama tra il sentimento della sinistra storica (il padre Vice Sindaco di Genova per il PCI) e l’impegno da non-politico che crede per cultura e convinzione nel ruolo della Politica (con la P maiuscola).
Sarebbe non onesto però non evidenziare quelle che, a mio parere, rappresentano delle criticità, nel proseguo del suo percorso verso palazzo Tursi.
La prima è che Doria,ad oggi, non è stato il candidato della “sinistra genovese” ma solo della componente SEL (e neanche nella sua interezza, considerando che alle primarie ha partecipato anche Angela Burlando che è il terzo consigliere comunale del gruppo consigliare in comune di SEL).
Riuscire ad arrivare ad una condivisione della candidatura, è evidente che toglierebbe visibilità a Sel, ma permetterebbe una inclusività maggiore e una disincentivazione alla frammentazione del voto che potrebbe favorire solo la destra.
Hanno già annunciato liste proprie Sinistra critica e PCL, nonché i grillini, a cui venivano accreditati prima delle primarie circa un 10%.
Scrivendo nuovamente di numeri, voglio ricordare che, all’elezione della Vincenzi, l’allora PRC contribuì con un 4% pari a più di 15000 voti.
La seconda criticità è rappresentata dal quadro complessivo del centrosinistra, e soprattutto da un PD genovese, di fatto, allo sbando e fortemente asservito ad una politica sviluppista che della cementificazione e delle grandi opere infrastrutturali (quasi mai necessarie e vitali per Genova) ha fatto il suo cavallo di battaglia.
Ulteriore elemento di riflessione sarà la posizione che assumerà l’IDV, di cui non è scontata l’adesione alla eventuale coalizione.
L’andare a mediare in questo contesto può costituire un meccanismo al ribasso che sicuramente non gioverebbe ad un programma e una squadra di governo della città al passo con la richiesta di cambiamento.
In tutto questo contesto ha pesato, pesa e peserà l’attendismo immobilista della Federazione della sinistra genovese, che ha perso un’ ulteriore occasione per poter esprimere una posizione che uniformasse i suoi istituzionali al resto della federazione in quello che deve essere il progetto della città e soprattutto condiviso con le altre componenti della sinistra.
In attesa del programma e della squadra che presenterà, voglio fare i miei migliori auguri a Marco Doria, perché ritengo che ne avrà abbondantemente bisogno.
Loris
Magazine Società
…Marco Doria sarà il candidato di coalizione del centro-sinistra a Genova. Così ha sentenziato l’esito delle primarie.
Il quadro che si delinea è estremamente diversificato e sicuramente non di semplice lettura. Provo a buttare giù elementi di riflessione.
Il primo elemento è che sono risultate intollerabili per i genovesi, le due candidature che avevano l’imprimatur PD.
La Vincenzi ha pagato, in primis, la scelta da parte del PD di salvaguardare ad ogni costo, , nella vicenda dell’alluvione, la figura del presidente della regione Burlando, anche a scapito di qualsiasi altra figura con responsabilità amministrative., scelta, bisogna dir la verità, facilitata dalla capacità della Vincenzi a rapportarsi nei confronti dei cittadini coinvolti, simile a quella di un elefante che balla in un negozio di cristallerie.
Si è verificato,poi, un pesante deterioramento nel rapporto tra il sindaco uscente e quello che era stato il suo bacino elettorale per eccellenza (ponente e valpolcevera), deterioramento dovuto, soprattutto, alla scelta, pervicacemente perseguita nonostante i numerosi segnali negativi giunti, dell’amministrazione sul progetto della “gronda di ponente” e sulla gestione post alluvione 2010.
Sulla candidatura Pinotti c’è poco da dire: la senatrice è “semplicemente” un’espressione del PD che la sinistra (e parte del centrosinistra) genovese non condividerà mai.
Parlando di numeri il primo dato è la bassa affluenza al voto, circa 25.000 i votanti : quasi il 30% in meno rispetto alle primarie di coalizione precedente ed il 16-17% del risultato che fu necessario alla Vincenzi per essere eletta Sindaco.
Bisogna quindi considerare (in ottica elezione comunale) che il risultato di Doria, per quanto percentualmente positivo rispetto alla competizione di ieri, risulta ovviamente ridimensionato (11500 voti) rispetto al parametro dell’elezione a sindaco del 2007.
Per ragionare sul candidato, Marco Doria, è sicuramente il protagonista di un tentativo di cambiamento di passo nell’ambito di “una politica” che a Genova, ancor più altrove, si è cristallizzata su posizioni di immobilismo che hanno permesso a centri di potere di avere mano libera nella devastazione dei territori e riversato scarsa attenzione negli effetti sociali che crisi e scelte locali hanno provocato.
In Doria. sicuramente, viene rappresentato l’amalgama tra il sentimento della sinistra storica (il padre Vice Sindaco di Genova per il PCI) e l’impegno da non-politico che crede per cultura e convinzione nel ruolo della Politica (con la P maiuscola).
Sarebbe non onesto però non evidenziare quelle che, a mio parere, rappresentano delle criticità, nel proseguo del suo percorso verso palazzo Tursi.
La prima è che Doria,ad oggi, non è stato il candidato della “sinistra genovese” ma solo della componente SEL (e neanche nella sua interezza, considerando che alle primarie ha partecipato anche Angela Burlando che è il terzo consigliere comunale del gruppo consigliare in comune di SEL).
Riuscire ad arrivare ad una condivisione della candidatura, è evidente che toglierebbe visibilità a Sel, ma permetterebbe una inclusività maggiore e una disincentivazione alla frammentazione del voto che potrebbe favorire solo la destra.
Hanno già annunciato liste proprie Sinistra critica e PCL, nonché i grillini, a cui venivano accreditati prima delle primarie circa un 10%.
Scrivendo nuovamente di numeri, voglio ricordare che, all’elezione della Vincenzi, l’allora PRC contribuì con un 4% pari a più di 15000 voti.
La seconda criticità è rappresentata dal quadro complessivo del centrosinistra, e soprattutto da un PD genovese, di fatto, allo sbando e fortemente asservito ad una politica sviluppista che della cementificazione e delle grandi opere infrastrutturali (quasi mai necessarie e vitali per Genova) ha fatto il suo cavallo di battaglia.
Ulteriore elemento di riflessione sarà la posizione che assumerà l’IDV, di cui non è scontata l’adesione alla eventuale coalizione.
L’andare a mediare in questo contesto può costituire un meccanismo al ribasso che sicuramente non gioverebbe ad un programma e una squadra di governo della città al passo con la richiesta di cambiamento.
In tutto questo contesto ha pesato, pesa e peserà l’attendismo immobilista della Federazione della sinistra genovese, che ha perso un’ ulteriore occasione per poter esprimere una posizione che uniformasse i suoi istituzionali al resto della federazione in quello che deve essere il progetto della città e soprattutto condiviso con le altre componenti della sinistra.
In attesa del programma e della squadra che presenterà, voglio fare i miei migliori auguri a Marco Doria, perché ritengo che ne avrà abbondantemente bisogno.
Loris
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