«Conviene comprare una lavastoviglie o lavare i piatti a mano? L’equilibrio generale dentro le mura domestiche può essere rappresentativo per un intero paese e così indicarci un indice di sviluppo... o di declino. La domanda che si pone la massaia è parallela alla decisione imprenditoriale di investire nella propria azienda. Se mancano questi presupposti, manca la crescita economica.»Se fossi una massaia - a volte lo sono massaio, nel senso che a volte lavo i piatti, ma ho anche la lavastoviglie a casa, tedesca ohimè, ma vabbè - mi sentirei leggermente presa per il culo dai ragionamenti a sega proposti in questo dilemma che mi rappresenterebbe. Per un'ovvia ragione: io massaia (casalinga, presuppone l'autore) mi compro la lavastoviglie per risparmiare tempo che posso vendere come lavoro (la forza lavoro è una merce, sembra averlo capito); ma chi me lo compra il lavoro?Ah, già: potrei fare la puttana, mentre la lavastoviglie lava le stoviglie al posto mio.
Per esteso, lo stesso discorso vale per un imprenditore italiano che decide d'investire nella propria azienda: comprate le macchine e la materia grezza gli manca da investire sulla forza lavoro: e dove andrà a comprarla? dove costa meno o dove costa di più?
La massaia italiana, per essere competitiva con una indonesiana o sud-coreana o cinese o filippina o pakistana o dove cazzo volete voi, deve praticamente vendere la sua forza lavoro sottocosto, farsi cioè il culo 8 ore al giorno almeno per una cifra tale che comprarsi la lavastoviglie diventerà un miraggio.
O no? Se sbaglio qualcosa, correggetemi pure: io non ho fatto economia all'università.