dal terrazzo dell'amica Delia
Su Camogli e le sue bellezze non mi soffermo a lungo perché le ho già dedicato un meritatissimo post. Non posso però mancare di aggiungere qualche chicca, per esempio la stupenda casa di Delia che per l'occasione della mostra di Frida a Genova ci ha invitate per il fine settimana regalandoci la vista Metro Goldwyn Mayer di cui si gode da finestre e terrazzo; la fregatura sono le ripide scale da scendere e salire, ma è "croce e delizia" di tutte le case di Camogli e poi per arrivare su su fino al paradiso in fondo ci sta fare un po' di fatica. http://www.saranathan.it/2014/01/camogli-dellaltro-mondo.html
E impossibile non fare un parallelo fra gente e cormorani appollaiati gli uni e gli altri su muretti e scogli per riscaldarsi a un freddo sole dopo tanta pioggia e venti del nord o non provare il caffé dei miracoli o quello degli angeli nel baretto giusto dietro casa con l'imbarazzo di dover scegliere fra una lista sterminata di possibilità tutte allettanti; ho ceduto per uno con marroni e panna che dove avere mille calorie.
Porto e faro di Camogli si allontanano e quello che vorrei condividere oggi è qualche scorcio della magnifica passeggiata verso Recco fino alla minuscola stazione di Mulinetti: non conoscevo questi luoghi e sono un incanto. Tanto per cominciare belvedere e casa di riposo per Gente di Mare. Capitani di vascello e marinai, navigatori e naviganti, bucanieri e pescatori, tutta "Gente di Mare", e detto così mi è piaciuto tanto, due semplici parole che sanno evocare secoli se non millenni di avventure, storie di grandi imprese e di umili fatiche quotidiane, la dura vita di chi con il mare ci vive e ci convive da sempre. E poi Recco, con i ragazzi che si divertono sull'autoscontro proprio davanti alle onde, la ferrovia che taglia in due il paesaggio e quel mix non sempre riuscito di antico e moderno. Quel maledetto viadotto ferroviario! E' per colpa sua che fra il novembre '43 e il giugno '44 Recco ha subito ben 28 bombardamenti da parte degli alleati, 127 vittime civili, numerosissimi feriti e l'abitato urbano raso al suolo al 97%, secoli di storia cancellati e tutto da ricostruire. Attraverso la distruzione del viadotto ferroviario l'obbiettivo era quello di isolare l'intero territorio e la riviera levantina dal capoluogo regionale.
E poi proseguendo fino alla minuscola stazione di Mulinetti, ancora scorci di mare, belle ville, mimose in fiore e una grande luna che si prepara a brillare per la notte limpida.