Magazine Talenti

#GenteDiBerlino: Rubén Vidal, il Pittore che Porta in Giro il Mondo

Da Arturo Robertazzi - @artnite @ArtNite

Rubén Vidal è un pittore spagnolo che vive a Berlino. Ha studiato a Saragozza, alla Scuola di Arti Applicate, e a Siviglia, alla Facoltà di Belle Arti Santa Isabel de Hungría. In Italia ha trascorso alcuni anni alla scuola di Belle Arti di Firenze. Dal 1995 ha organizzato una ventina di mostre in Italia, Spagna e Germania. Rubén Vidal l’ho conosciuto in un viaggio che definirei epico. Sull’autobus che ci portava da Berlino a Monaco e ritorno, Rubén ha letto Zagreb, “imbrattando” le pagine del mio romanzo con meravigliose figure disegnate a matita. Lì è nata la nostra amicizia. Due settimane fa, l’ho intervistato in un bar di Mitte.

#GenteDiBerlino: Rubén Vidal, il Pittore che Porta in Giro il Mondo


Hai studiato a Saragozza e a Siviglia, poi ti sei trasferito in Italia e infine a Berlino. Tra il 2007 e il 2012 hai organizzato cinque mostre tra Spagna, Italia e Germania. Ecco, ti chiedo: ma quando la metti la testa a posto?

[ride] Ah, devo ridere nel microfono?!
Non c’entra molto la testa con tutto questo… Le mostre devono girare. Penso che si debba esportare il mondo da un luogo all’altro. Infatti, di solito non faccio mostre in un luogo con i quadri che ho dipinto lì. Porto il mondo, cioè i quadri, in altri luoghi come fossero finestre. Ecco, la cosa più bella che si possa fare è disseminare le tue idee e quello che ti ha emozionato da un posto all’altro.


Guardavo le tue figure fluttuanti. Splendide sono Danae
ed Hercules. La figura è tutto in questi quadri, isolata in un universo inesistente. È un po’ la condizione umana del nostro tempo?
La figura è l’inizio della fine, come nella poesia e nel disegno. La figura ha senso in sé. Per questo mi piace particolarmente il nudo, perché il nudo è anche un paesaggio.
Se ci pensi, si nasce soli e si muori soli. La sera, prima di addormentarti, anche se hai un compagno o una compagna al tuo fianco, quando chiudi gli occhi, in quel momento ritorni ad essere solo. E sei nudo. Con il tuo corpo, una gabbia per l’anima che è parte di noi stessi, l’unico amico che avremo fino alla fine.

#GenteDiBerlino: Rubén Vidal, il Pittore che Porta in Giro il Mondo


Oltre che essere pittore, sei musicista e cantante. Come influenzano la tua pittura le altre arti?

Naturalmente tutte le arti sono collegate. Classificarle mi sembra quasi una bestemmia. L’arte è un tutt’uno, senza frontiere. C’è davvero una differenza tra pittura figurativa e astratta? È teatro, danza o scrittura? In realtà tutto, anche il fatto di parlare ora con te, ha un’influenza totale sulla mia vita, sulla mia arte.
A me, come essere sensibile, piacciono tutte le arti. E, in particolare, la musica: il modo più primitivo di espressione, un linguaggio che non ha bisogno di traduzione.

Sei cresciuto tra le parole, tuo padre è scrittore e giornalista. In quale momento della tua vita hai deciso che non avresti scritto, ma dipinto?
Anche mio nonno era giornalista. Mia madre è scrittrice… quindi sono nato tra le lettere.
Un amico di mio padre però era pittore, abbiamo sempre avuto a casa una collezione di quadri. Da sempre, l’immagine e il suono mi hanno affascinato. E, nella confusione dell’adolescenza, non sapevo bene quale strada prendere: suonavo il violino al conservatorio e disegnavo.
… Una volta mio padre ha chiesto al suo maestro “quand’è che si deve scrivere?” Il maestro gli ha riposto “quando ne hai bisogno”. Ecco, io questo bisogno l’ho sentito poche volte. Capita, però, che non riesca a tirar fuori tutto con la pittura. Allora scrivo. O suono. Oppure faccio delle sculture. Uso diversi linguaggi. Dipingere, però, è il linguaggio di tutti i giorni.

#GenteDiBerlino: Rubén Vidal, il Pittore che Porta in Giro il Mondo


Dal 2010 ti sei trasferito a Berlino. Cosa ti ha dato questa città che né l’Italia né la Spagna ti hanno saputo dare?

Non è stata la città a tirarmi. Sono venuto qui per amore. Io sono stato la valigia che veniva dietro…
Berlino mi dà una quantità immensa di possibilità. Possibilità nascoste con eleganza, non sono come i flash di Times Square. Dico con eleganza, perché Berlino è una città che non trovo bella, anche se ci sono piccoli angoli di bellezza. Ogni quartiere ha una personalità molto forte e molto diversa, ma non è l’architettura che fa la differenza, piuttosto il paesaggio umano. È la gente che ha modellato il quartiere e lo ha reso unico. Quando vai in giro in bicicletta, puoi quasi annusare tutte queste piccole differenze tra un quartiere e l’altro.
Berlino è un’avventura. Ogni volta che esco, scopro nuove cose. E mi piace lasciarmi conquistare. È un po’ come andare a uno spettacolo di magia. Ti lasci sedurre dal mago e dal suo numero. Conoscerne il segreto non è poi così importante.

Vivi a Wedding… che tempo fa lassù?!
Vivo a Mitte Nord, al confine con Wedding. Il tempo che fa è un tempo di cambiamenti. Siamo un po’ i pionieri noi, perché Wedding, un quartiere molto turco, si sta “occidentalizzando”. C’è una riconquista – parola che noi spagnoli conosciamo molto bene – che è un bene e un male. È un male perché la gente che ci vive è costretta a spostarsi a causa dell’aumento dei prezzi. È un bene, però, perché Wedding è una zona di conflitto, di vibrazioni. È una città in sé, un quartiere con diversi quartieri dentro.

L’ultima domanda, per ingrossare la mia collezione di film. Se ti dico cinema e Berlino, a quale film pensi?
La prima cosa che mi viene in mente è naturalmente Il Cielo Sopra Berlino. Subito dopo, direi Marlene Dietrich. Una donna meravigliosa. La sintesi, secondo me, del berlinese. Che è un personaggio aperto, apparentemente freddo, ma che dentro non lo è affatto, che è cittadino del mondo, che non si rinchiude tra i confini di Berlino. In Marlene Dietrich (video) riconosco tutto questo.

 

L’audio integrale dell’intervista con Rubén Vidal è qui e qui trovi tutte le sue opere.

 

 



#GenteDiBerlino: Rubén Vidal, il Pittore che Porta in Giro il Mondo
Arti Berlino Gente di Berlino Interviste Musica Scrittura Wedding ZAGREB

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :