Geografia della Sardegna
Superficie: 24.090 Kmq
Capoluogo: Cagliari
Territorio e clima
La Sardegna, posta al centro del Mediterraneo occidentale, ne è per grandezza la seconda isola: misura 24.090 chilometri quadrati. Dista 12 km dalla Corsica, 120 Km dalla Toscana, 185 Km dalle coste del Nord-Africa. Le sue coste, con una lunghezza totale di 1.849 Km, sono varie; speso alte e rocciose, rettilinee e sabbiose per chilometri, in molti punti presentano promontori e insenature ampie e profonde contornate da isolette.
Essendo una terra antichissima, con rocce che risalgono a 300 milioni di anni fa, l'Isola non possiede rilievi montuosi di grandi altezze a causa di lunghi processi di erosione.
Predominano gli altopiani rocciosi di granito, scisto, trachite, basalto, chiamati "giare" o "gollei", e quelli di arenaria, dolomie-calcari, detti "tonneri" o "tacchi", di altezza compresa tra i 300 e i 1.000 metri.
Tra i massicci montuosi spiccano quello del Gennargentu - nel centro dell' Isola - con la sua cima più alta (Punta La Marmora, 1.834 m), il Monte Limbara (1.362 m) a Nord e il Monte Rasu, parte culminante della cosiddetta "catena del Marghine" che si allunga trasversalmente per 40 Km verso Nord.
In
Sardegna sono quattro i fiumi più importanti per portata e lunghezza: Tirso, Flumendosa, Coghinas e Flumini Mannu; fra quelli minori sono da ricordare il Temo, l’unico fiume navigabile, e il Cedrino.
I laghi della Sardegna sono quasi tutti artificiali, realizzati come serbatoi o per contenere le piene, per irrigare e per produrre energia elettrica. Un solo lago è naturale in tutta l’isola, il lago Baratz, di modeste dimensioni, situato nella Nurra d'Alghero-Sassari ai piedi di un colle.
Caratterizzano l'isola tanti stagni costieri e alcuni interni. Gli stagni costieri più grandi sono localizzati nella zona di Oristano (stagno di Santa Giusta e di Marceddì) e nei pressi di
Cagliari (stagno di Molentargius); altri minori sono presenti nelle zone pianeggianti.
Il clima è generalmente mite, influenzato da masse d'aria provenienti dall'Atlantico, dall'Africa, dall'Artico. Il tempo è sereno: nell'arco dell'anno circa 300 giorni sono di sole e i restanti di pioggia, con una maggiore concentrazione della piovosità nella stagione invernale ed autunnale e qualche improvviso acquazzone nella stagione primaverile. L'isola è molto ventilata, domina il maestrale - vento di Nord Ovest - che, fresco e pungente in inverno, d'estate mitiga il caldo rendendo l'aria più secca e respirabile. Meno frequenti lo scirocco - cui è esposta la costa meridionale - e i venti di levante e di Nord-Est, che soffiano lungo la costa orientale.
Paesaggio, flora e fauna
La natura, oggi minacciata dall’intervento umano, è rimasta per secoli inalterata e varia, e fa della Sardegna un'isola unica.
Si possono classificare, per le loro diversità, tre differenti ambienti: la zona interna montagnosa, le spiagge e il mare, gli stagni costieri.
L'antichità di questa terra e la lontananza dal resto del continente ha consentito la presenza di alcune specie animali uniche, come il muflone, la foca monaca, il
falco pellegrino (a rischio di estinzione).
La vegetazione è dominata in buona misura, soprattutto lungo le coste, dalla macchia mediterranea, caratterizzata dalla presenza di arbusti di mirto, cisto, lentisco, corbezzolo. Altre
piante tipiche sono il ginepro e il pero selvatico.
Non mancano boschi di lecci, querce, sugheri. Nel passato la regione era in larga misura coperta da foreste, ma l'arrivo dei conquistatori portò un sistematico disboscamento, poi continuato dagli stessi Sardi. Anche ai giorni d’oggi, ogni anno, la piaga degli incendi distrugge tantissimi alberi.
Un ambiente naturale diffuso è costituito dagli stagni, ecosistemi caratterizzati dalla presenza di piante e animali acquatici, come il fenicottero rosa, che migra ogni anno e sceglie la Sardegna fra le sue mete, a volte anche per deporre le uova.
Economia
La Sardegna non è più solo un'isola di pastori, anche se vi si trova ancora circa un terzo dell'intero patrimonio ovino e caprino italiano. L’allevamento della pecora sarda rappresenta una voce fondamentale nell’economia, specie delle zone centrali e interne dell’isola. Altri allevamenti tradizionali sono quelli della capra di montagna e del cosiddetto bue rosso del Montiferru. Oltre alla carne, dal
latte degli animali allevati si ricava una grande varietà di formaggi; da ricordare che la metà del latte ovino prodotto in Italia proviene dalla Sardegna e viene lavorato sul luogo dalle cooperative dei pastori. La Sardegna ha anche una tradizione secolare nell'allevamento dei cavalli, principalmente di razza anglo-araba, sin dalla dominazione Aragonese; è la prima regione in Italia per numero di puledri nati.
L'agricoltura sarda è oggi legata a produzioni specializzate come quella del carciofo, unico prodotto agricolo da esportazione. Le bonifiche di zone paludose hanno aumentato la superficie coltivabile e permesso di introdurre alcune coltivazioni specializzate come quelle di ortaggi e frutta, accanto a quelle storiche dell'ulivo e della vite praticate nelle zone collinose.
Il Campidano, la più grande pianura sarda, produce avena, orzo e frumento, ortaggi e carciofi; è di un certo peso anche la produzione di arance e di barbabietole.
Nel patrimonio boschivo è presente la quercia, che cresce spontanea favorita dall'aridità del terreno e fornisce il sughero.
Resa insicura nei secoli passati dalle continue scorrerie saracene, la pesca è un'attività che i Sardi stanno riscoprendo. È molto praticata a Cagliari, ad Alghero e nelle coste del Sulcis: da queste zone proviene la maggior parte del pescato sardo. Nell'Oristanese, invece, i pescatori lavorano nei vasti stagni e nelle peschiere, da cui ricavano anguille e cefali. Nelle zone di Alghero e di Santa Teresa sono praticate la pesca alle aragoste e la raccolta del corallo. La pesca del tonno è praticata nei pressi di Carloforte e di Portoscuso; gran parte dei tonni pescati in Sardegna vengono esportati.
A partire dal 1800 furono aperte in Sardegna miniere di carbone, bauxite e antimonio: i giacimenti più ricchi si trovano nell'Iglesiente, nel Sarrabus, nel Sulcis, nella Nurra e nella zona dell'Argentiera. L'attività estrattiva attualmente sta subendo un periodo di crisi e molte miniere sono state chiuse; l'economia dell'Iglesiente sta riconvertendo al turismo e allo sviluppo del Parco Archeologico Minerario, sotto il patrocinio dell'Unesco, con la salvaguardia del patrimonio storico delle miniere.
La nascita del settore industriale sardo contemporaneo è dovuta all'apporto di finanziamenti statali concessi tra il 1960 e il 1970. In quegli anni si è assistito alla formazione dei "poli di sviluppo" industriali, a Macchiareddu e Sarroch, Porto Torres e, in un secondo momento, a Ottana. Sono nate così le grandi industrie petrolchimiche e le raffinerie per la lavorazione del petrolio greggio, che sono state tra le più importanti d'Europa, ma attraversano ora un periodo di forte crisi.
Il settore terziario ha conosciuto in Sardegna uno sviluppo legato soprattutto a Internet e alle nuove tecnologie. La Sardegna ha una buona percentuale di utenti collegati alla Rete e un'alta concentrazione di attività legate alle tecnologie informatiche e della comunicazione. A Cagliari ha sede la Tiscali, importante società informatica europea, protagonista nel 1999 del più clamoroso esordio in Borsa della storia finanziaria italiana.