VENEZIA – “Troppi Bellini e tequila ieri sera, non una buona combinazione”, dice ridendo. Intervistato da Silvia Bizio per Repubblica, George Clooney racconta il suo nuovo film, Gravity, interpretato con accanto Sandra Bullock.
Alla Mostra del Cinema di Venezia, Clooney racconta: “Sono qui solo come attore e per di più non protagonista. E con questo gruppo, Alfonso, suo figlio, Sandy, si lavora e si sta benissimo. Insomma posso divertirmi e basta. Curioso che sia stato scelto come apertura del settantesimo festival di Venezia proprio un film come Gravity:sarà strano vedere tutto il pubblico con gli occhialini in 3D in sala grande: politici, giuria… Ma sembra che il film piaccia a tutti”.
Le è piaciuto fare l’astronauta?
«Si. In una tuta spaziale sono ok. Farlo davvero? Non devi avere panico né soffrire di claustrofobia. Se si va allo Smithsonian, il museo di Washington e vedi la capsula con cui sono andati sulla luna, pensi quale pazzo si infilerebbe in quella cosa per andare sulla luna e tornare indietro. È come salire su una Chevy del 1957 e guidarla per 700.000 chilometri.Molto cool. Quanto a me di fronte alle complicazioni cerco di reagire riflettendo. Provo a fare come quelli che reagiscono bene».
Ha appena fatto uno dei suoi giri in moto per le Alpi. Come è andata?
«Ero con uno dei miei migliori amici. Siamo andati fino in cima al Monte Bianco e poi siamo ridiscesi fino al Lago Maggiore. Posso dire che man mano che vai dalla Svizzera all’Italia le strade fanno sempre più schifo ma in compenso il cibo migliora».
E la gente la lascia in pace?
«Macchè! Mi si affiancano. Vai a 160 chilometri all’ora e ti si mettono davanti, ti filmano, urlano: una follia».
Se si mettesse il casco integrale non la riconoscerebbero.
«Non è vanità. Non mi piace, fa male al collo, sudi. E non senti il vento in faccia».