I guerrieri del ghiaccio è solo la prima parte di A Dance with Dragons, quinto romanzo delle Cronache del ghiaccio e del fuoco di George R.R. Martin. Fin da quando abbiamo conosciuto la lunghezza complessiva del romanzo abbiamo iniziato a sospettare che il volume sarebbe stato diviso in tre parti, come già avvenuto per A Storm of Swords, della medesima lunghezza, e qualche tempo fa è arrivata la conferma. La seconda parte, I fuochi di Valyria, è prevista per il prossimo mese di aprile, mentre la terza, che dovrebbe intitolarsi La danza dei draghi, arriverà in autunno, probabilmente nel mese di ottobre. Nello stesso periodo dovrebbe arrivare in libreria l’edizione economica di I guerrieri del ghiaccio.
Ma che cosa conterrà I fuochi di Valyria? Io ho già letto il romanzo in inglese quindi conosco perfettamente la trama, qui sotto ne parlo con solo spoiler minimi (anche del terzo volume) legati ai punti di vista, alla cronologia e poco più, ma senza rivelazioni significative su quanto viene narrato da Martin. Sono presenti invece spoiler più importanti, legati alla trama, dai Guerrieri del ghiaccio. E tanto per gradire ci sono anche spoiler pesanti da L’ascesa dell’ombra, quarto romanzo della Ruota del Tempo di Robert Jordan.
Innanzitutto il titolo. I fuochi di Valyria. Tutti ci siamo chiesti cosa sia stato il famoso Disastro di Valyria, qui viene detto ma non potrebbe importarcene meno. Cioè, prendiamo atto di quanto avvenuto e andiamo oltre, le cose interessanti non sono queste. L’episodio è talmente poco significativo che non avrebbe nemmeno meritato il titolo di un libro, ma visto che Mondadori ne deve inventare due di sana pianta uno vale l’altro. A Dance with Dragons invece ha senso per l’ultima parte, visto che è proprio alla fine che i draghi rivestiranno un ruolo più importante. Non avrete mica mai creduto di esservi davvero liberati di Drogon, vero? E anche Viserion e Rhaegal fanno la loro parte.
A Dance with Dragons è composto da 73 capitoli, prologo ed epilogo compresi, I guerrieri del ghiaccio da 25 capitoli e si ferma a pagina 319 del romanzo originale. Perché i vari volumi abbiano una lunghezza simile I fuochi di Valyria probabilmente comprenderà 23 o 24 capitoli e si fermerà a pagina 631 o 646, visto che Dance comprende complessivamente 960 pagine.
Questi i vari punti di vista presenti nel volume:
The windblown;
The wayward bride;
Tyrion;
Jon;
Davos;
Daenerys;
Melisandre;
Reek;
Tyrion;
Bran;
Jon;
Daenerys;
The prince of Winterfell;
The watcher;
Jon;
Tyrion;
The tuncloak;
The king’s prize;
Daenerys;
Jon;
The blind girl;
A ghost in Winterfell;
Tyrion;
Jaime.
Sotto il titolo poco rivelatore di The windblow si cela un capitolo di Quentyn Martell, uno dei punti di vista nuovi di A Dance with Dragons. Suddividere un romanzo in due o più parti comporta un grosso problema, perché si perde l’effetto del finale voluto dall’autore. Il lettore ha una conclusione intermedia, che spesso è insoddisfacente, e con quella rimane per alcuni mesi. Quanto va bene capita come con Il trono di spade, che si chiude con l’aggressione a Ned da parte di Jaime. Con una conclusione così io e tutti i lettori del primo momento siamo rimasti per mesi a chiederci cosa sarebbe avvenuto. Quando va male l’ultima immagine è quella di Jon Connington, personaggio che diventa punto di vista proprio con quel capitolo e che in precedenza era stato visto solo dal punto di vista di Tyrion, e solo per quella manciata di capitoli dedicati al nostro nano preferito proprio nei Guerrieri del ghiaccio. Insomma, un personaggio di cui non frega nulla a nessuno. Poi magari con il tempo può anche diventare simpatico, è già capitato che un punto di vista facesse ribaltare la percezione del personaggio, ma al momento è una conclusione decisamente sottotono. E poi ci sono inizi che a volte sono altrettanto sottotono. Quanti capitoli ha avuto a disposizione Quentyn Martell nei Guerrieri del ghiaccio? Uno, L’uomo del mercante. Importa qualcosa a qualcuno di ciò che farà Quentyn? Sì, alla fine di A Feast for Crows, pardon, L’ombra della profezia, avevamo riabilitato la figura di Doran Martell, e ci eravamo chiesti quale fosse il suo misterioso piano. Qui si scopre, ma è davvero troppo presto perché le vicende del fratello minore di Ariane siano interessanti.
Il capitolo successivo è dedicato ad Asha Greyjoy, personaggio che ho amato fin dal primo istante per come ha preso per i fondelli Theon, pur detestando abbondantemente tutta la sua famiglia. Sì, le piovre tornano alla ribalta con diversi punti di vista. Ma anche lei non appare fondamentale nell’economia complessiva della saga.
E poi finalmente c’è Tyrion. Molti si sono lamentati per il cambiamento del personaggio ma secondo me, anche se un po’ più acido per via delle simpatiche mazzate che ha preso dalla sua famiglia, Tyrion è sempre lui. Quel che è cambiato è che ora non è più uno dei membri della famiglia più ricca e – se consideriamo che Joffrey sedeva sul trono – potenti dei Sette Regni. Ora sta scappando per salvarsi la vita, ovvio che le cose siano un po’ cambiate e che le sue avventure siano di tutt’altro tipo. Un po’ come accade a Siuan Sanche, che nell’Ascesa dell’ombra viene deposta e quietata. Jordan ha raccontato che molte storie parlano di un personaggio che prende il potere, mentre lui era curioso di seguire le vicende di qualcuno che il potere l’ha perso. Chi ha proseguito con i volumi successivi della Ruota del Tempo sa di cosa sia capace Siuan, e Tyrion potrebbe avere un percorso simile. Vedremo. Un ultimo dettaglio: ha appena incontrato un cavaliere peloso che indossa lana e sulla tunica ha ricamato un grande orso nero. Chi può indossare un simile abbigliamento in quella parte del mondo? Resta solo da vedere cosa vorrà fare, e se riuscirà a farlo.
Jon è Jon, nulla da dire. Sappiamo tutti cosa stia facendo e quanto sia importante, l’interrogativo è vedere se riuscirà a portare avanti i suoi piani o se si troverà di fronte ostacoli insormontabili.
Il capitolo dedicato a Davos è l’ultimo che lo vede protagonista in Dance. Già nei Guerrieri del ghiaccio abbiamo avuto modo di veder la sua storia arrivare a raggiungere la trama del Dominio della regina, ora si può solo andare avanti. Sempre che si sopravviva all’esperienza perché – penso non ci sia neanche bisogno di dirlo – non tutti i personaggi sopravvivono a Dance. E chi sopravvive forse ha visto giorni migliori. Per chi se lo fosse scordato, e visto l’intervallo di tempo trascorso fra un volume e l’altro una dimenticanza di questo tipo è comprensibile, nel Dominio viene riferito a Cersei che Lord Manderly ha fatto giustiziare Davos. Nei Guerrieri del ghiaccio abbiamo visto Lord Manderly dare il famoso ordine, nei Fuochi di Valyria si scoprirà qualcosa in più. E si scoprirà anche un’altra cosa molto interessante. Cosa? Leggete il libro e lo scoprirete.
Daenerys continua a regnare, ma a quanto pare sedersi sul trono non è proprio facile, e vicino a lei ci sono un bel po’ di persone premurose che si danno da fare perché debba occuparsi di un problema dietro l’altro.
Melisandre ha un solo capitolo, quello di questo volume. Riconosco che è utile, ma lei continua a non piacermi. Considerando ciò che ha fatto, bilanciando fanatismo e azioni necessarie, continuo a volerla morta, ma tant’è. Martin uccide chi vuole, non sempre chi voglio io, altrimenti Ned sarebbe ancora vivo e non avremmo avuto la saga. Forse ha ragione Martin, ma a volte le sue decisioni non mi piacciono proprio. Ricordiamoci comunque che la spada di Stannis non è una spada che brucia ma una spada bruciata, cosa completamente diversa.
A proposito di Stannis, ricordiamo tutti cos’è successo l’ultima volta che è andato in guerra lasciando indietro Melisandre, vero? C’è da sperare che questa volta gli vada meglio. E visto che lui non ha un suo punto di vista, e continuerà a non averlo – e chi vuole entrare nella sua testa così rigida? – Martin deve trovare un altro sistema per raccontarci cosa combina il finto Azor Ahai rinato.
Resta comunque interessante vedere la donna rossa dal di dentro, e scoprire qualcosa in più selle sue visioni e anche sulla sua morale. Prima o poi dovrò studiare meglio l’argomento, peccato solo che abbia più libri da leggere e più cose da scrivere che tempo per fare l’una o l’altra cosa. Non parliamo di entrambe.
Quindi c’è un gradito ritorno, quello di Reek. A momenti vomitavo quando è comparso la prima volta nei Guerrieri del ghiaccio, comunque è evidente fin da subito che si tratta di Theon. Per la verità era evidente fin da quando Martin ha dichiarato che sarebbe tornato un punto di vista assente negli ultimi due volumi, visto che questa descrizione poteva calzare solo al nostro amico traditore. E se è vero che lui ha preso le parti dei Greyjoy, la sua famiglia, è vero anche che ha tradito Robb, che lo considerava un fratello, e che tutto, Nozze rosse in primis, discende dal suo tradimento. Tutti siamo stati felici di vederlo ripagare amaramente per il suo tradimento, ma il Bastardo di Bolton è davvero un bastardo, anche se ufficialmente ora non è più tale e può portare il cognome del padre. Detesto Theon, ma gli è capitato ben più di quanto gli avrei augurato, e davvero la sua trama è toccante. E ci sono rivelazioni interessanti, anche qui. Il matrimonio Tully? Cos’è che ci sta nascondendo lo zio?
Bran è alla sua ultima apparizione del romanzo. Misteri, misteri, misteri. Scopriamo chi è il corvo con tre occhi, abbiamo una visione interessantissima, anche se Bran non la capisce, e rimaniamo in sospeso fino alla prossima puntata.
Il principe di Grande Inverno è uno dei personaggi già noti sotto mentite spoglie, non solo Martin si diverte a nascondere i nomi dei personaggi, ma li cambia anche più volte. Anche qui rivelazioni interessanti, e un sospetto che mi si è affacciato alla mente. O forse nell’altra parte, quella del fantasma. Quel che è certo è che non ci si può rilassare. Mai.
Personaggi già noti anche per i successivi The turncloak e The king’s prize, mentre con The watcher, a pagina 500 di Dance (e subito dopo la metà dei Fuochi di Valyria), finalmente le linee temporali di A Feast for Crows e A Dance with Dragons si riuniscono. Protagonista è Areo Hotah, e anche con lui serve tempo per tornare nella storia. Abbiamo già visto il comandante delle guardie di Doran Martell in Feast, ma era troppo poco perché ci si potesse affezionare a lui, o anche solo per rientrare immediatamente nella sua storia. Però Dorne è entrata nella trama, e non ne uscirà più.
The blind girl non può essere che Arya Stark, uno dei pochi personaggi ad avere punti di vista sia in A Feast for Crows che in A Dance with Dragons. L’avevamo lasciata priva di vista ed è così che la ritroviamo, ma la lupacchiotta non è certo tipo da lasciarsi scoraggiare da bazzecole di questo tipo. Ne ha viste troppe, e sospetto che altre ne vedrà in futuro. La ritroveremo anche in La danza dei draghi, cosa che invece non avverrà per Jaime Lannister, qui al suo unico capitolo del romanzo. In queste pagine c’è un’informazione attesa da sei anni, ma senza troppe spiegazioni. Il tutto è rimandato a The Winds of Winter, qualunque sia il momento in cui i venti dell’inverno inizieranno a soffiare feroci. E già non scherzano.
Tutto qui. Nella terza parte del romanzo ritorneranno quasi tutti i punti di vista di queste prime due, con le eccezioni di Bran, Davos e Jaime. In più ci saranno Cersei, Victarion Greyjoy e Barristan Selmy. Per Brienne, Sam e Sansa bisognerà aspettare ancora qualche anno, sempre che nel frattempo non muoia nessuno. La storia va avanti, e trama e misteri si infittiscono. Ci sarà mai la luce in fondo al tunnel?