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George R.R. Martin: Wild Cards. Nei bassifondi

Creato il 02 aprile 2014 da Martinaframmartino

George R.R. Martin: Wild Cards. Nei bassifondiOk, ho finito anche Wild Cards 5. Nei bassifondi. Ovviamente ho già comprato Wild Cards 6. Il candidato, ma intendo aspettare prima di iniziarlo. La settimana prossima arriverà in libreria Il cavaliere dei Sette Regni di George R.R. Martin e ovviamente quel libro ha la precedenza, anche se io ho già letto tutti e tre i racconti, Il cavaliere errante in versione racconto e graphic novel in italiano, The Sworn Sword in inglese e in versione graphic novel in italiano e The Mistery Knight solo come racconto in inglese. Il graphic novel è attualmente in corso di realizzazione.

Per me Westeros ha la precedenza su un bel po’ di cose, compreso quel Battesimo di fuoco di Andrzej Sapkowski che devo ancora comprare, River of Stars di Guy Gavriel Kay di cui dovrebbe essere appena uscita l’edizione economica e quel libro di pattinaggio che sto aspettando che mi arrivi a casa.

Non intendo recensire Nei bassifondi, in questo momento non ne ho il tempo. Ma com’è? Ecco, per la verità fatico pure a decidere come parlarne. Si tratta di racconti anche in questo caso, come avviene sempre per i primi due libri delle varie trilogie. Il terzo è un vero e proprio romanzo-mosaico, ma realizzarli tutti così per Martin e gli altri scrittori sarebbe un impegno eccessivo. Gli altri scrittori. Vediamo chi sono.
John J. Miller, George R.R. Martin, Roger Zelazny, Leanne C. Harper, Arthur Byron Cover, Melinda M. Snodgrass, Edward Bryant, Pat Cadigan e Walter John Williams. Ci sono tre storie che attraversano tutto il libro come un filo rosso, quella di Tom Tudbury, la grande e potente Tartaruga, quella di Croyd Crenson, il Dormiglione, e quella del dottor Tachyon. Vedere il nome di Zelanzny fra quello degli altri autori è stato da subito un grande piacere: Croyd e l’Asso più particolare, e con lui davvero non si sa mai cosa aspettarsi anche se i principi morali non sono esattamente il suo forte. E più passa il tempo più apprezzo la Snodgrass, ma quasi tutti gli autori mi piacciono davvero anche se in alcuni casi potrei vomitare per quel che il virus ha fatto a chi ne è stato infettato.

George R.R. Martin: Wild Cards. Nei bassifondi
Sono racconti anche questi, ma qui il legame è molto più stretto di quanto non avvenisse in La missione. In fondo lì, al di là del filo conduttore della trama, ogni tappa del viaggio presentava una storia a sé. Qui l’intreccio è molto più stretto, le varie figure passano facilmente da un racconto all’altro e l’insieme che ne risulta è molto più della somma delle singole parti. Rivedo anche l’autore delle Cronache del ghiaccio e del fuoco qui dentro. Ci sono scene terribili, altre esaltanti, una fantasia notevole, una capacità di tenere unite così tante trame che è da vertigine… e pure un salto all’indietro nel tempo. Ricordate che A Dance with Dragons inizia subito dopo la fine di A Storm of Swords e che per molto tempo la sua storia corre in parallelo con quella di A Feast for Crows? Qui avviene la stessa cosa: Nei bassifondi inizia prima che inizi il viaggio narrato in La missione, si svolge nello stesso arco di tempo in un altro luogo, e finisce ben dopo la fine di quel romanzo. Se ora fatico, quando leggo un libro a pensare solo al libro che ho in mano e nella mente mi si affastellano numerosi legami ad altri libri, come potrei non vedere collegamenti fra Martin e Martin?

Un’ultima cosa: nella postfazione al volume precedente (qui purtroppo non c’è) Martin aveva spiegato che quel che aveva arricchito il mondo delle Wild Cards, distinguendolo in modo significativo dalle altre storie di supereroi, era Jockertown. Sono d’accordo con lui.



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