Posted 21 maggio 2013 in Georgia, Homo Wiadomo (Lgbt), Minoranze with 0 Comments
di Michael Biasin
Lo scorso 17 maggio si doveva svolgere in via rustaveli, di fronte all’ex parlamento, una manifestazione per celebrare la giornata mondiale contro l’omofobia. Il numero dei manifestanti era alquanto ridotto, al massimo 50 persone, in quanto molti, terrorizzati dalle numerose minacce, hanno preferito rimanere a casa. Qualche giorno prima il patriarca della chiesa ortodossa georgiana aveva dichiarato che che l’omosessualità è una “anomalia e una malattia” e che i gay “sono contro Dio, la Georgia e le nostre tradizioni”.
Il patriarca è la persona piu’ venerata e ascoltata della Georgia, considerato un vero e proprio santo e le sue parole hanno sempre un grandissimo peso in tutto il paese. Gruppi legati alla chiesa, insieme ad un numero ingentissimo di preti, hanno organizzato una antimanifestazione con la volontà precisa di fermare ad ogni costo i manifestanti pro LGBT. La chiesa ha mobilitato preti da tutta la Georgia ed ha radunato diverse migliaia di persone, molte munite di croce e bastone per scacciare in ogni modo i gay.
La polizia, nonostante fosse ben conscia della situazione esplosiva, pareva malamente organizzata e non è riuscita a fermare gli agguerriti manifestanti ortodossi che hanno velocemente oltrepassato i cordoni e si sono accaniti contro i manifestanti anti-omofobia picchiandone brutalmente almeno 17. La polizia è riuscita, subendo l’ira dei dimostranti ortodossi, ad evacuare e a mettere in salvo il resto dei manifestanti.
Come si può ben capire, la situazione in Georgia per gli omosessuali è molto difficile, vivono in clandestinità per non dover subire le persecuzioni di una società fortemente omofoba. Questa è la seconda volta che i gruppi LGBT cercano di organizzare una manifestazione pubblica, senza successo, per chiedere a gran voce i loro diritti, ovvero di non essere emarginati e perseguitati per le loro tendenze sessuali.
Nonostante la Georgia sia l’unico paese nell’area ex sovietica in cui esiste una legge contro le discriminazioni verso gli omosessuali, la società rimane fortemente conservatrice e tradizionalista. La chiesa ortodossa ha un fortissimo potere, ed il patriarca, come già detto, è considerato un santo, tanto che le sue foto non mancano in nessuna casa georgiana. Le sue parole hanno una eco tremenda nella popolazione, quindi, quando dichiara che i gay sono “contro Dio, la Georgia e le nostre tardizioni” significa non solo acconsentire alle violenze anti-gay ma anche considerarle come una crociata fatta in nome di Dio per proteggere la Georgia da queste che vengono considerate deviazioni morali esportate dall’immorale Europa.
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