Posted 12 febbraio 2014 in Caucaso, Georgia, Slider with 0 Comments
di Paulina Salek
Da quando la coalizione Georgian Dream, in opposizione al presidente Mikhail Saakashvili, ha vinto le elezioni parlamentari dell’ottobre 2012, il miglioramento delle relazioni con la Russia è diventato una delle priorità della politica estera georgiana. Tuttavia, nonostante i primi promettenti passi verso la normalizzazione dei rapporti commerciali e culturali quelli politici restano ostacolati da una questione che per il momento sembra insormontabile, ovvero l’integrità territoriale della Georgia.
Il leader del Georgian dream Bidzina Ivanishvili, una volta diventato premier, si è da subito dato da fare nominando un inviato speciale per le relazioni con la Russia. I primi segnali di rilancio sono arrivati a meno di un anno dalle elezioni parlamentari con la riammissione dei vini e della frutta georgiani, esclusi dal mercato russo fin dal 2006 . Ma nessun passo significativo è stato fatto per quanto riguarda la reinstaurazione di relazioni diplomatiche interrotte nel 2008. A gennaio scorso il ministro degli affari esteri russo Sergej Lavrov ha dichiarato che il rilancio dei rapporti politici tra i due paesi sarà possibile solo quando la Georgia riconoscerà le “realtà che si sono create dopo il conflitto del 2008,” alludendo al riconoscimento dell’indipendenza dell’Abcasia e dell’Ossezia del Sud. Condizione assolutamente inaccettabile per Tbilisi.
Le autorità georgiane devono anche tener conto dei sentimenti popolari, soprattutto di quella parte di cittadini che hanno vivo il ricordo della guerra, come dimostrato dalle proteste contro la partecipazione della Georgia ai giochi olimpici di Sochi. Benché il governo abbia numerose volte dichiarato che non si sarebbe lasciato condizionare dalle manifestazioni né petizioni, la sua decisione finale riflette un compromesso: nessun rappresentate delle autorità ha preso parte nella cerimonia di inaugurazione, mentre 4 atleti parteciperanno alle gare.
La Russia, da parte sua, non facilita certo il processo di normalizzazione dei rapporti. Il Comitato Olimpico russo ha scelto un eroe di guerra del 2008 come uno dei tedofori della fiaccola olimpica mentre sulla mappa della Georgia visualizzata durante la cerimonia di apertura a Sochi le due regioni separatiste sono apparse avvolte nella fitta nebbia.
Ma le tensioni tra i due paesi vanno ben oltre i gesti simbolici. Pochi mesi fa le truppe russe, che dalla fine della guerra non si sono ritirate dal territorio dell’Ossezia del Sud, hanno cominciato a costruire delle recinzioni di filo spinato spingendosi sempre più all’interno della regione. L’operato volto a demarcare “il vero e proprio confine della repubblica basato sulle mappe sovietiche” [2] ha spesso separato intere famiglie attraversando 15 villaggi. Una simile manovra ha avuto luogo anche in Abcasia dove il 20 gennaio scorso la Russia ha deciso di creare una zona di sicurezza inoltrandosi di ben 11 chilometri nell’entroterra abcaso. Secondo le rassicurazioni russe si tratterebbe di una misura temporanea per prevenire i rischi del terrorismo islamista proveniente dal Caucaso settentrionale, ma l’operazione ha causato un certo nervosismo a Tbilisi. Le autorità georgiane l’hanno definita come un’azione illecita e, questa volta, non sono state le sole a protestare.
Dopo l’incontro con il primo ministro georgiano Irakli Garibashvili lo scorso 5 febbraio a Bruxelles, il Segretario Generale della NATO Anders Fogh Rasmussen ha manifestato una profonda preoccupazione per la decisione russa di espandere la zona di sicurezza senza il consenso del governo georgiano. Ha inoltre criticato la costruzione delle barriere in Ossezia del Sud chiamandola inaccettabile e contraria al diritto internazionale. Tuttavia, nonostante il dichiarato sostegno per le aspirazioni euro-atlantiche della Georgia, l’eventuale adesione del paese alla NATO durante il prossimo vertice a settembre sembra poco probabile.
Nonostante il desiderio di normalizzare i rapporti con la Russia l’integrazione con l’Unione Europea rimane la priorità assoluta per la Georgia. Lo ha sottolineato ancora una volta il premier del paese caucasico durante la sua recente visita a Bruxelles. La Georgia, insieme alla Moldavia, ha siglato l’accordo di associazione con l’UE al vertice di Vilnius e il governo di Tbilisi si dichiara fiducioso sulla possibilità di firmarlo già ad agosto 2014.
Foto: kavkaz-uzel.ru
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