Oliver Bierhoff, Angela Merkel e Joachim Loew
Città del Capo – Sudafrica. Si alza in piedi, esulta, stringe mani a sconosciuti, è incredula, è gioiosa, è nel delirio più totale. A nulla serviranno i pizzicotti post-partita, per svegliarla dal sogno, perché Maradona e la sua squadra non sono stati solo battuti, ma sono stati UMILIATI dalla compagine di Berlino. Il punteggio finale: Germania-Argentina 4-0. Angela Merkel, cancelliere tedesco in visita ai suoi campioncini, si è divertita nella tribuna d’onore dello stadio africano, ha tifato e ha portato fortuna. Ora temo che dovrà posticipare tutti gli impegni istituzionali fino alla semifinale, visto che è risultata essere un talismano più potente del rosario del Pibe de oro. Una squadra senza stelle, quella in divisa nera, con 11 giocatori under 25, tanta determinazione, molte rivelazioni (Müller e Özil), una garanzia (i gol di Klose), un allenatore sconosciuto come Loew, eterno secondo ma estremamente glamour, che ha insegnato una lezione al collegha sudamericano: non basta un completo grigio elegante, un rosario in mano, un Messi in giro per il campo e tanta fantasia per vincere un mondiale di calcio. Serve la Tattica. E con quella stessa tattica con la quale una squadra di club come l’Inter quest’anno ha battuto il Barcellona e il Bayern Monaco, vincendo la Champions league, così Loew ha messo in campo la sua truppa migliore, composta da tedeschi e da molti stranieri naturalizzati tedeschi, realizzando una sorta di legge del contrappasso rispetto al genocidio nazista di molti anni fa. Chissà che una squadra senza fenomeni non possa vincere il mondiale. Dopo l’eliminazione di Italia, Argentina e Brasile, io credo che Olanda e Germania hanno buone chance per arrivare fino in fondo. E intanto il sogno tedesco continua…
Pacman
Nostradamus
Magical Cat Adventure
Snake