III
NOTIFICAZIONE SU PROCESSO VERBALE
Nell’anno milleottocentonovantotto, il dieci febbraio, alle ore otto del mattino, ai sensi dell’articolo 819 del Codice di procedura civile e su richiesta di M. e Mme Bonhomme (Jacques), il marito tanto a suo proprio nome quanto per assistere e autorizzare la signora sua consorte, proprietari d’una casa sita a Parigi, rue Richer, n° 100 bis, per il cui domicilio hanno eletto nel mio ufficio e ancora al municipio del Qe arrondissement.
IO SOTTOSCRITTO, RENÉ-ISIDORE PANMUPHLE, UFFICIALE PRESSO IL TRIBUNALE CIVILE DELLA SENNA, DI STANZA A PARIGI, IVI RESIDENTE, RUE PAVÉE, N° 37,
Fa Ordinanza iterativa in nome della Legge e della Giustizia, a Monsieur Faustroll, dottore, locatario di diversi locali nella suddetta casa e residente a Parigi, ivi residente nella succitata rue Richer, n° 100 bis, che attualmente reca il n° 100, dove essendomi recato e dopo aver ripetutamente bussato senza ottenere risposta, noi ci siamo recati a Parigi, da M. Solarcable, commissario di polizia, il quale ci ha assistito nella nostra operazione; di pagare a me ufficiale, portatore di atti, la somma di Trecentosettantaduemila franchi e 27 centesimi per Undici canoni di locazione di detti locali, scaduti lo scorso primo gennaio, senza pregiudizio d’altri dovuti i quali ha rifiutato di pagare.
Pertanto io ho posto sotto pignoramento preventivo e sotto l’autorità della Le gge e
della Giustizia gli oggetti seguenti:
IV
DEI LIBRI PARI DEL DOTTORE
In una proprietà qui sopra denominata, e dopo l’apertura eseguita da M. Lourdeau, fabbro ferraio a Parigi, n° 205, rue Nicolas Flamel, fatte le dovute riserve d’un letto in tela di rame verniciato, lungo dodici metri, senza lettiera, d’una sedia d’avorio e d’una tavola d’onice e d’oro, ventisette volumi spaiati, tanto in brossura che rilegati, i cui titoli seguono:
1. – BAUDELAIRE, un tomo di EDGARD POE, traduzione.
2. – BERGERAC, Œuvres, tomo II, contenente l’Histoire des Etats et Empires du Soleil e l’Histoire des Oiseaux.
3. – Il Vangelo di SAN LUCA, in greco.
4. – BLOY, Le Mendiant Ingrat.
5. – COLERIDGE, The Rime of the Ancient Mariner.
6. – DARIEN, Le Voleur.
7. – DESBORDES-VALMORE, Le Serment des petits hommes.
8. – ELSKAMP, Enluminures.
9. – Un volume spaiato del Théâtre di FLORIAN.
10. – Un volume spaiato delle Mille e una Notte, traduzione GALLAND.
11. – GRABBE, Scherz, Satire, Ironie und tiefere Bedeuntung, commedia in tre atti.
12. – KAHN, Le Conte de l’Or et du Silence.
13. – LAUTRÉAMONT, Les Chants de Maldoror.
14. – MAETERLINCK, Aglavaine et Sélysette.
15. – MALLARMÉ, Vers et Prose.
16. – MENDES, Gog.
17. – L’Odissea, edizione Teubner.
18. – PÉLADAN, Babylone.
19. – RABELAIS.
20. – JEAN DE CHILRA, L’Heure sexuelle.
21. – HENRI DE RÉGNIER, La Canne de Jaspe.
22. – RIMBAUD, Les Illuminations.
23. – SCHWOB, La Croisade des enfants.
24. – Ubu Roi.
25. – VERLAINE, Sagesse.
26. – VERHAEREN, Les Campagnes hallucinées.
27. – VERNE, Le Voyage au Centre de la Terre.
Più tre incisioni appese al muro, una affiche di TOULOUSE-LAUTREC, Jane Avril, uno di BONNARD, La Revue Blanche; un ritratto del signor Faustroll, di AUBREY BEARDSLEY, e una vecchia immagine, la quale ci è parsa senza valore, Saint Cado, della tipografia Oberthür di Rennes.
Nella cantina, in seguito all’inondazione, noi non abbiamo potuto penetrarvi. Essa ci è parsa ricolma fino a un’altezza di due metri, senza botti nèi bottiglie, di vini e di alcolici liberamente mescolati.
Io ho nominato in qualità di guardiano in assenza della parte sequestrata, il signor Delmor de Pionsec, uno dei miei testimoni in seguito citati. La vendita avrà luogo il giorno che sarà fissato ulteriormente, a mezzogiorno, sulla place de l’Opéra.
E di tutto ciò che sopra io ho redatto il presente processo verbale, al quale io ho atteso dalle ore otto del mattino fino alle ore due e 3/4 del pomeriggio, di cui io ho lasciato copia alla parte sequestrata, nelle mani del sunnominato M. il commissario di polizia, e al guardiano, e con riserva di denuncia, il tutto in presenza e assistito dai signori Delmor de Pionsec et Troccon, praticiens, residenti a Paris, 37, rue Pavée, testimoni richiesti che hanno con me firmato l’originale e la copia. Costo Trentadue franchi e 40 centesimi.
Sono stati impiegati per le copie due fogli di carta speciale il cui ammontare è di 1 fr. e 20 centesimi. Firmato: Lourdeau, fabbro ferraio. Firmato: Solarcable, commissario. Firmato: Delmor de Pionsec ; firmato: Troccon, testimoni. Firmato: Panmuphle, quest’ultimo ufficiale. Registrato a Parigi l’11 febbraio 1898. Ricevuti cinque franchi. Firmato Liconet. P.C.C. (Illeggibile).
V
NOTIFICAZIONE DI ORDINANZA PER LA VENDITA SUL POSTO
Nell’anno milleottocentonovantotto, il quattro giugno, su richiesta di Mr e Madame Bonhomme (Jacques), il marito residente a Parigi, rue Pavée, 36, per il cui domicilio hanno eletto nel mio ufficio e ancora al municipio del Qe arrondissement; Io sottoscritto René-Isidore Panmuphle, UFFICIALE presso il tribunale di prima istanza della Senna, sede di Parigi, ivi residente 36, rue Pavée, ho notificato, denunciato e in testa alla presente lasciato copia a Mr Faustroll
………………………………………………………………………
Considerando che il presente mezzo foglio con bollo speciale di 0,60 centesimi non è sufficiente alla denuncia di diverse meraviglie che noi abbiamo ritrovato presso il detto signor Faustroll, dopo aver bevuto nella sua cantina dove ci aveva precipitati, provvisoriamente l’espositore fa richiesta che piaccia a M. il presidente del Tribunale civile della Senna autorizzarlo, le spese del bollo minacciando di eccedere rimarchevolmente la provvigione depositata, a riferire ciò che seguirà su carta libera, al fine di conservare alla Legge e alla Giustizia il ricordo di dette meraviglie, e d’evitarne il deperimento.
VI
DEL BATTELLO DEL DOTTORE CHE È UN CRIVELLO
A C.-V. Boys.
Il dottor Faustroll, sollevando la drapperia che ricopriva il letto di rame verniciato che io non avevo da sequestrare, e rivolgendosi a me, parlando alla mia persona, disse:
«È verosimile che voi non abbiate alcuna nozione, Panmuphle, ufficiale latore di atti, della capillarità, della tensione superficiale, né delle membrane senza gravità, iperboli equilatere, superficie di curvatura nulla, non più in generale della pellicola elastica che è l’epidermide dell’acqua.
«Dopo i santi e i miracolati che hanno navigato in conche di pietra o su dei mantelli di stoffa grezza e il Cristo, che camminava sul mare a piedi nudi, io non conosco, all’infuori di me, che la nepa filiforme e le larve di zanzare che, da sopra o da sotto, si servono della superficie degli stagni come di un pavimento solido.
«È vero, si sono costruiti dei sacchi di tela che lasciano passare l’aria e il vapore e sono impermeabili all’acqua, attraverso i quali è possibile spegnere una candela, e che trattengono indefinitamente il loro contenuto fluido. Il mio collega F. de Romilly ha fatto bollire dei liquidi in una campana il cui fondo era di garza a maglie assai larghe…
«Ora questo letto lungo dodici metri non è un letto, ma un battello, che ha la forma di un crivello allungato. Le maglie sono abbastanza aperte per lasciarvi passare un grosso spillo; e l’intero crivello è stato immerso nella paraffine fusa, poi scosso, in modo che quella sostanza (che non è mai toccata dall’acqua), ricoprendone tutta la trama, lasci i pertugi vuoti, in numero approssimativo di quindici milioni quattrocentomila. La pellicola dell’acqua, quando io vado sul fiume, si tende sui pertugi, e il liquido che fluisce sotto non può passare a meno che essa si strappi. Ora la convessità della mia chiglia rotonda non offre alcun angolo saliente, e il cozzo dell’acqua, nel debordare, salti di barriere, etc., è infranto da uno scafo esterno non paraffinato, a maglie molto più ampie, sedicimila soltanto; e che tra l’altro serve a proteggere la vernice di paraffina dalla scalfittura delle canne, come una graticola interna la ripara dall’ingiuria dei piedi.
«Il mio crivello galleggia dunque come un battello, e può essere caricato senza andare a fondo. Anzi, esso possiede rispetto ai battelli normali quella superiorità, mi ha fatto notare il mio amico C.-V. Boys [2], che vi si può lasciar cadere un filo d’acqua senza sommergerlo. Che io espella i miei urati o che un’onda imbarchi, il liquido passa attraverso le maglie e raggiunge le onde esterne.
«In questo canotto sempre secco (che si chiama asse [3], senza dubbio perché è costruito per portare tre persone) io ormai eleggerò il mio domicilio, dato che dovrò abbandonare questa casa.
«Senza dubbio, dico io, non essendo più ammobiliati i locali affittati.
«Io ho anche un asse più bello, continuò il dottore, in filo di quarzo teso a balestra; ma attualmente io vi ho disposto con l’ausilio di un fuscello di paglia 250.000 gocce d’olio di castoro, a imitazione delle goccioline dei ragni e alternativamente grosse e piccole, con vibrazioni per secondo delle grosse con quelle delle piccole dato il rapporto 64.0000/1/2.000.000 sotto la semplice forza della membrana elastica del liquido. Questo asse ha tutte le sembianze di una grande tela di regna vera, e cattura le mosche con la
stessa facilità. Ma è regolato solo per una persona.
«E, siccome questo porta tre persone, mi accompagnerete voi e qualcuno che vi sarà presentato – anzi alcuni, giacché io porto con me degli esseri che hanno evaso la vostra Legge e la vostra Giustizia tra le linee dei mei volumi sequestrati.
«E frattanto che io li computo e convoco l’altra persona, ecco un libro, da me manoscritto, che voi potete sequestrare come ventottesimo e leggere, al fine non solo di aver pazienza, ma di comprendermi con più probabilità durante questo viaggio sulla cui necessità io non domando il vostro parere.
«Sì, ma questa navigazione nel crivello
«L’asse non è mosso solamente da pale di remi, ma da ventose all’estremità di una leva a molla. E la sua chiglia ruota su tre rulli d’acciaio sullo stesso piano. Io sono a tal punto più persuaso dell’eccellenza dei miei calcoli e della sua insommergibilità, che, secondo la mia abitudine invariabile, noi non navigheremo affatto sull’acqua, ma sulla terra ferma».
VII
DEL PICCOLO NUMERO DEGLI ELETTI
Attraverso lo spazio sfogliato dei ventisette pari, Faustroll evocò verso la terza dimensione:
Di Baudelaire, il Silenzio di Edgar Poe, avendone cura di ritradurre in greco la traduzione di Baudelaire.
Di Bergerac, l’albero prezioso in cui si metamorfosarono, nel paese del Sole, il Re Usignolo e i suoi sudditi.
Di Luca, il Calunniatore che portò il Cristo su di una altura.
Di Bloy, i maiali neri della Morte, corteggio della Fidanzata.
Di Coleridge, la balestra del vecchio marinalo e lo scheletro galleggiante del vascello, che, deposto nell’asse, fu crivello su crivello.
Di Darien, le corone di diamante delle perforatrici del Saint-Gothard.
Di Desbordes-Valmore, l’anatra che depose del boscaiolo ai piedi dei bambini, e i cinquantatré alberi segnati sulla corteccia.
D’Elskamp, le lepri che, correndo sui drappi, divennero delle mani rotonde e portarono l’universo sferico come un frutto.
Di Florian, il biglietto della lotteria di Scapin.
Delle Mille e una Notte, l’occhio cavato dalla coda del cavallo volante del terzo Kalender, figlio del re.
Di Grabbe, i tredici compagni sarti che massacrò all’alba, il barone Tual, per ordine del cavaliere dell’ordine pontificio al Merito civile, e il tovagliolo che si annodo preventivamente intorno al collo.
Di Kahn, una delle campane d’oro delle celesti oreficerie.
Di Lautréamont, lo scarabeo, bello come il tremito delle mani nell’alcoolismo, che spariva all’orizzonte.
Di Maeterlinck, le luci che udì la prima sorella cieca.
Di Mallarmée, le vierge, le vivace et le bel aujourd’hui.
Di Mendès, il vento del nord che, soffiando sul verde mare, mischiava al suo sale il sudore del forzato che remò fino a centoventi anni.
Dell’Odissea, il cammino gioioso dell’inappuntabile figlio di Peleo, attraverso il prato di asfodeli.
Di Péladan, il riflesso nello specchio dello scudo stagnato dalla cenere degli antenati, del sacrilego massacro dei sette pianeti.
Di Rabelais, i sonagli al cui suono danzarono i diavoli durante la tempesta.
Di Rachilde, Cleopatra.
Di Régnier, la pianura saura dove il centauro moderno sbuffò.
Di Rimbaud, i ghiaccioli gettati dal vento di Dio nelle pozze.
Di Schwob, le bestie squamose che mimavano il biancore delle mani del lebbroso.
Di Ubu Roi, la quinta lettera della prima parola del primo atto.
Di Verhaeren, la croce fatta dalla vanga ai quattro fronti degli orizzonti.
Di Verlaine, delle voci asintotiche alla morte.
Di Verne, le due leghe e mezzo di crosta terrestre.
Nel frattempo, René-Isidore Panmuphle, ufficiale, cominciò a leggere il manoscritto di Faustroll in una oscurità profonda, evocando l’inchiostro di solfato di chinino che non appare agli invisibili raggi infrarossi d’uno spettro trattenuto quanto ai suoi altri colori in una scatola opaca; finché non fu interrotto dalla presentazione del terzo viaggiatore.
[2] Charles-Vernon Boys (1855-1944), fisico inglese. Alfred Jarry si è ispirato in questa parte di Gestes… agli studi di Boys pubblicati nel 1892 in Francia con il titolo Bulles de savon, quatre conférences sur la capillarité.
[3] Riferimento all’asso di fiori delle carte da gioco.