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Gestione dell’acqua, che cosa farà la Lega Nord, dopo il nuovo patto con Formigoni? Che cosa bisogna cedere e svendere ancora? E perché Claudio Silla è così morbido rispetto a Stefania Bonaldi? Perché il Pd non ha la forza del sindaco di Crema? L’allea...

Creato il 13 ottobre 2012 da Cremonademocratica @paolozignani

No, non si parla di Alessandro Carpani e Antonio Agazzi, che da quel che si racconta, scherzano via internet strizzandosi l’occhio. “Che si è deciso ieri?” “Ah, ma si era deciso da tempo?”. Si parla di società mista per la gestione dell’acqua, di privatizzazione parziale, contro il fortissimo sì di due referendum, e di accordi presi in Regione e in provincia di Cremona. Uno smile fra il leghista Carpani e il servitore del cittadino Antonio Agazzi può valere forse un accordo raggiunto a Roma tra Maroni e Alfano? Con le minacce, i ricatti, le fulminanti rivelazioni di Formigoni di mezzo? “Se si vota in aprile – ha detto il Celeste – non saremo insieme. Io trovo altri alleati, voi non lo so”. Quali alleati? Quelli di Monti?

Forse il governo Monti si spalma in ogni centro di potere, come si teme da tempo. Un mostro a due teste, Pd e Pdl, passato per “necessario”. Il Pd e i suoi elettori stanno pagando prezzi altissimi eppure resistono. Ma con quali prospettive?

La Lega nord della federazione cremasca, a fine 2011, diretta da Angelo Barbati aveva fermato Salini. Poi, eliminato dalla scena Barbati, travolto dal declino dei bossiani e dalle mazzate dei nominati da Salini, la Lega ha ricominciato a ragionare col Pdl provinciale, che si aspettava già dal 2011 l’appoggio del Pd che aveva votato no ai referendum, come hanno fatto Pizzetti e Virgilio. Un no, poi virtualmente tramutato in sì, duramente criticato da Sel, promotrice del referendum, che dopo uno scambio di comunicati con il Pd purtroppo si è sentita meno. Perché?

Da marzo il Comitato acqua pubblica mette in guardia sulla società mista. “Noi l’esito del referendum l’abbiamo accettato”, hanno dichiarato varie volte sia Pizzetti che Virgilio.

Il manifesto del tavolo cremonese per l’acqua pubblica, datato luglio, un’intesa tra Magnoli e Rifondazione, è rimasto nel cassetto per mesi, mentre Rifondazione chiedeva continuamente a Magnoli quando si procedesse con la discussione sul programma.

Poi l’assemblea di Padania Acque e Giuseppe Tadioli che rassicura: “E’ Padania Acque che acquisisce le quote estere per formare una società completamente pubblica, non il contrario”. Ma Francesca Berardi faceva notare che quella era la situazione ideale per Véolia per presentare ricorso e vincerlo. Poi il colpo di mano. Si riunisce il Cda dell’Aato e all’ultimo viene inserito un ordine del giorno che prevede l’approvazione di una delibera che prevede la società mista. Cavenaghi assente. Flavio Rastelli, contestato da Angelo Barbati (“E’ stato nominato ma io non ne sapevo niente: ma anche la federazione cremasca è in provincia”).

Allora il Cda dell’Aato prepara un golpe il Pd lo scopre all’ultimo momento, quando in Provincia già si era consumato un accordo Comune-Provincia per le alienazioni, oltre che un patto Pdl-Lega in Regione? E Tadioli che ammonisce il comitato “non gridate sempre al lupo al lupo”?

Qualcosa non torna, letto il comunicato di Claudio Silla, che pure riparla di assemblea dei sindaci autoconvocata. Forse è la via migliore per respingere quella delibera, ma perché Silla afferma di non capire perché il Cda dell’Aato ha deciso? Cremonaoggi riporta il comunicato di Silla, che in realtà non è in linea con Stefania Bonaldi: assumi toni ben più moderati, anche rispetto a Maura Ruggeri. E il deputato Pizzetti, l’autorità massima, non parla (“Ho deciso di non seguire più le vicende del territorio”) aveva detto prima dell’assemblea di Padania Acque.

C’è qualche ombra. Di fronte a un centrodestra pronto a tutto e capace di un blitz feroce, e dal quale c’è da aspettarsi ancora qualche colpo di mano, come avvisa lo stesso Andrea Virgilio, “per portare a casa dei risultati prima che si torni alle elezioni regionali”, il Pd e la larghissima maggioranza dei 102 sindaci su 115 che chiesero al Cda Aato il 12 dicembre in assemblea di ritirare la delibera sulla società mista, sono apparsi molto meno efficaci. E’ una sconfitta forse con qualche colpa, se un manifesto per l’acqua pubblica del Cremonese è rimasto nel cassetto così a lungo, invece di radicare una solida maggioranza anti-scippi. Salini ha sempre saputo dove andare, i sindaci hanno cercato di discutere serenamente, hanno votato no il 16 dicembre senza aver la maggioranza “pesata”, hanno chiesto di ritirare la delibera il 12 dicembre, ma la cordata si è sfaldata.

Claudio Silla, sindaco di Casalmaggiore così vivace durante le assemblee dei sindaci, appare a propria volta del tutto sorpreso e spaesato. Stefania Bonaldi sa perfettamente che cosa vuole: perché il resto del Pd spesso ha tutta l’aria di non parlare la stessa lingua? Perché questa mancanza di compattezza e di forza?

E’ mancato il valore aggiunto del Pd, che passa per democrazia interna ma non dà grandi risultati. E questo dispiace immensamente.

Ecco il comunicato di Claudio Silla, riportato da Cremonaoggi, tutt’altra cosa rispetto alla lettera di fuoco di Stefania Bonaldi.

 

IL PRIMO CITTADINO DI CASALMAGGIORE: “INCOMPRENSIBILE FORZATURA”

“Il cda ha scritto una brutta pagina”, questo il commento del sindaco di Casalmaggiore Claudio Silla dopo il sì del Cda dell’Ato alla creazione di una società mista per il servizio idrico. Così, alla contrarietà del primo cittadino di Crema Stefania Bonaldi che in una lettera invitava il Cda a non votare il Piano d’Ambito, si aggiunge anche il sindaco casalasco: “Un’incomprensibile forzatura – dice  - soprattutto per come sono andate le assemblee dei sindaci che non hanno mai approvato la privatizzazione dell’acqua. Mi chiedo soprattutto come mai il Comune di Cremona abbia cambiato idea“.
“Anche mettendosi nei panni di chi sostiene la società mista – continua Silla – è una scelta incomprensibile: prima si deve mettere a regime la società unica, perché finché non c’è chi garantisce che la privatizzazione sia fatta alle migliori condizioni. E’ incomprensibile, forse si ha paura del processo di creazione della società? L’iter è partito con una contrapposizione dura, poi le parti si sono unite nella scelta di creare un unico soggetto, la scelta del Cda ci ha portati tutti indietro alle posizioni iniziali, rischiando di compromettere tutto ciò che è stato fatto fino ad ora”.
“La proposta del sindaco di Crema Stefania Bonaldi di sospendere la votazione – conclude il sindaco – era sensata, ma non è stata accolta. Sinceramente credo che la decisione del Cda non porterà da nessuna parte. Adesso è necessario convocare l’assemblea dei sindaci”.

 

 

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