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Gestire il Sandman di Neil Gaiman: intervista ad Alessio Danesi

Creato il 08 aprile 2014 da Lospaziobianco.it @lospaziobianco
Speciale: I primi 25 anni del Sandman di Neil Gaiman

Gestire il Sandman di Neil Gaiman: intervista ad Alessio Danesi  Vertigo Sandman Rw lion Neil Gaiman In Evidenza Alessio Danesi Alessio Danesi è il direttore editoriale di RW-Lion e come tale ha la responsabilità delle proposte della linea della casa editrice, in particolare quelle appartenenti al catalogo DC e DC/Vertigo. Affrontiamo con lui il Sandman di Neil Gaiman dal punto di vista dell’editore, ovvero come prodotto da gestire e valorizzare, per capire che cosa rappresenta un simile titolo nel contesto di un catalogo editoriale.

Vorrei affrontare con te Sandman inteso come prodotto, come elemento del catalogo di una casa editrice, che come fine ha quello di generare utili attraverso una strategia editoriale. Quindi: che significa aver Sandman in catalogo?
Avere Sandman di Neil Gaiman in catalogo è innanzitutto una fortuna. Si tratta di un tipo di fumetto che riesce a intercettare un pubblico diverso da quello che abitualmente acquista materiale made in U.S.A.

Gestire il Sandman di Neil Gaiman: intervista ad Alessio Danesi  Vertigo Sandman Rw lion Neil Gaiman In Evidenza Alessio Danesi
Chi è il lettore di Sandman?
Il lettore di Sandman è la ragazza laureata in lingue amante di Shakespeare, il ragazzino dark (adesso emo, visto che i darkettoni si sono quasi estinti), la signora attenta alle tendenze della nuova letteratura, l’operaio affascinato dal mondo fantastico evocato da Neil Gaiman. Il signore appassionato di cultura pulp.

Lo affermi in base a ricerche di mercato o esperienza?
Il lettore di Sandman è assolutamente trasversale (e anche per questo le ricerche di mercato avrebbero poco senso).

Ma questa varietà e atipicità non rende anche più difficile la promozione commerciale del titolo?
No, perché Sandman non ha l’obiettivo di vendere decine di migliaia di copie in pochi giorni. Sandman è uno di quei titoli che vende mese dopo mese e vende sempre. Non c’è bisogno di “trovare” un pubblico, bisogna solo fare in modo che questo pubblico variegato abbia a disposizione, nei canali abituali, questa collana.

Quindi l’impegno editoriale è di mantenerlo sempre disponibile. Ora: negli USA Sandman è disponibile nei formati più vari, mentre in Italia ha patito le vicissitudini della titolarità dei diritti DC/Vertigo, per cui non è sempre stato semplice recuperarlo. Tuttora, la RW mette a disposizione solo un formato di fascia medio alta di prezzo, con alcuni elementi al momento non disponibili.

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Non parlo per i precedenti editori (anche se in qualche modo lavoro con il materiale di Neil Gaiman da più o meno 13 anni), ma bisogna ammettere che Lion, arrivando dopo Planeta, si è trovata innanzitutto la necessità di mettere in catalogo un titolo che l’editore iberico aveva mandato in edicola con buon successo e che aveva cominciato a proporre in edizione omnibus. Ciclicamente, quindi, era anche il momento per proporre una collana diversa (magari costosa), ma che contenesse tutta la gaimaneide sandmaniana. La collana Sandman Omnibus, il cui ultimo volume uscirà tra poco, è davvero completa: ha il Midnight Theatre, Notti Eterne, il Sandman Companion, le sceneggiature pubblicate. Si è deciso di dare una versione definitiva dell’opera, cambiando il progetto editoriale originale. I lettori hanno risposto abbastanza bene e sono convinto che, quando riproporremo la serie nel nostro catalogo, la risposta sarà sempre positiva.

E potrebbe aver senso ridistribuirlo in edicola, intendo la saga originale? La Planeta ci provò: hai idea dei risultati?
La collana Planeta era una delle più vendute all’epoca e, sì, certo, Sandman ha le carte in regola per reggere la distribuzione in edicola, basta stare attenti al suo posizionamento e alla tiratura.

Con Y: l’ultimo uomo, Fables e Hellblazer state in fondo già sondando un mercato/pubblico diverso da quello delle librerie/fumetterie…

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Sono storie di qualità e le storie di qualità riescono (quasi) sempre a intercettare il loro pubblico. Non è importante intercettare masse di lettori, basta capire quale sia il giusto compromesso e cercare di anticipare la sostenibilità di un prodotto. Y: L’ultimo uomo, per esempio, sembra fatto apposta per il formato all’italiana. La storia è semplice e immediata, la narrazione procede a ritmi serrati con colpi di scena continui. Fables, invece, ha dalla sua una forza incredibile, data dalla stratificazione nella cultura popolare dei personaggi delle fiabe protagonisti delle vicende. Tutti conosciamo Biancaneve, Barbablù o Riccioli d’oro ed è facile affezionarsi ai corrispettivi rielaborati da Bill Willingham. Hellblazer, poi, ha Constantine e il truffatore trova sempre il modo di sfangarla.

Dal profilo che ne hai dato prima, il lettore di Sandman sembra essere un lettore avvertito, consapevole. Non pensi, quindi, che Sandman possa essere una porta di entrata al mondo del fumetto?
Sandman è di sicuro un prodotto oltreletterario, nel senso che travalica qualsiasi barriera che è stata imposta dalla società al fumetto. Diciamo che, nella mia esperienza, è una porta verso il fumetto simile a Sandman e il problema è che come Sandman non c’è nessuno! Comunque, il compito dell’editore è anche trovare il modo di affiancare, a un prodotto vincente come questo, altre proposte in grado di intercettare ed espandere il suo successo.

“Sandman una porta verso il fumetto simile a Sandman”: non trovi che Sandman, in un certo senso, sia stato sterile, una sorta di ramo secco dell’evoluzione del raccontare attraverso il fumetto, nel senso che il fumetto mainstream è andato da un’altra parte.
No! Non si possono utilizzare aggettivi men che positivi per un caposaldo come Sandman! Ricordo che, all’epoca, Vertigo fece uscire una risma di serie per incrementare il franchise, e alcune erano di una qualità abbacinante. Però quello che dici può essere in parte vero, la qualità stellare di Sandman non ha paragoni e qualsiasi cosa si legga dopo ha un sapore meno gustoso!

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Come esperienza personale ho la delusione della mini sui due ragazzi detective di Brubaker e Talbot e il fatto che le serie collegate all’universo Sandman mi sembrassero violare il principio dell’opera, che intendeva essere finita. La sensazione era che, non potendo sfruttare il personaggio principale, Vertigo tentasse di spremere i comprimari.
La mini de I due ragazzi morti detective è un gioiellino di Brubaker che ha il solo difetto di ricalcare un po’ troppo la storia originale scritta da Sandman. Ma i personaggi sono deliziosi e, tra l’altro, saranno presto protagonisti di una nuova serie disegnata da Buckingham che, sono sicuro, ci farà togliere qualche soddisfazione.

Tu come hai incontrato Sandman?
Sandman l’ho incontrato con Horror, l’antologico Comic Art che pubblicava lo Swamp Thing di Wrightson, l’Hellblazer di Delano, eccetera. Adoravo il sommario di quella rivista, ma la qualità della traduzione non mi soddisfaceva (figurati che a un certo punto John Constantine comprava da un tabaccaio delle “calze di seta”, e cioè delle Silk Cut, la marca di sigarette con la quale John abitualmente devasta il suo organismo). Per cui mi spostai quasi subito al mercato degli originali, che allora in Italia erano facili da trovare (più di adesso!). Horror aveva però la caratteristica di pubblicare i disegni di Ridgeway in bianco e nero, scelta che ancora adesso approvo sonoramente!

Non è che quell’esperienza ti ha aiutato a pensare Y e Fables in bianco e nero?
Sicuramente! Adoro il fumetto in bianco e nero. Mi piacciono le tavole originali dove vedo la zampata della china e cerco di immaginare come si sia mossa la matita sul foglio del disegnatore!

Chiusura con una domanda pressoché obbligata su Sandman Overture: avete già pensato a come pubblicarlo?
Lo proporremo nella maniera più accessibile possibile: si tratta di una serie centrale per le nostre strategie di quest’anno. Non è ancora tutto definito, ma sappiate che non rimarrete delusi!

Intervista raccolta via chat il 3 gennaio 2014

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