Continua ad aumentare l'attività sulla cometa 67P / Churyumov-Gerasimenko, lo dimostrano le recenti immagini della NavCam rilasciate nella rubrica #CometWatch ma soprattutto appare evidente dalle dettagliate riprese di OSIRIS.
La fotocamera scientifica a bordo della sonda dell'ESA Rosetta ha catturato diversi getti fuoriuscire dal piccolo lobo della cometa, perdurare anche dopo il tramonto del Sole.Le immagini, scattate quando era calato il buio già da mezzora, mettono a fuoco un particolare della zona attiva ripresa dalla NavCam il 20 maggio ( in fondo a questo post).
La cometa 67P ripresa dalla narrow-angle di OSIRIS il 25 aprile 2015, da una distanza di circa 93 chilometri.
Credit: ESA/Rosetta/MPS for OSIRIS Team MPS/UPD/LAM/IAA/SSO/INTA/UPM/DASP/IDA
"Solo di recente abbiamo iniziato ad osservare i getti di polvere persistere anche dopo il tramonto", ha detto il ricercatore principale di OSIRIS Holger Sierks, del Max Planck Institute for Solar System Research (MPS) in Germania. Fino a poco tempo fa, infatti, l'attività cometaria si limitava alle aree colpite direttamente dalla luce del Sole. Le immagini riprese sempre da OSIRIS il 12 marzo, che avevano catturato un getto alzarsi dalla regione Imhotep, sul grande logo della cometa, prima dell'alba, sono state le prime a documentare il cambiamento.
"Attualmente 67P si sta avvicinando rapidamente al perielio, a metà agosto [il 13]", ha detto Sierks.
Al momento della ripresa, la cometa si trovava a 270 milioni di chilometri dal Sole ma "l'irraggiamento solare sta diventando sempre più intenso e la superficie illuminata sempre più calda".
Il team di OSIRIS ritiene che la superficie di 67P sia in grado di immagazzinare e mantenere per qualche tempo il calore ricevuto quando è direttamente illuminata, riuscendo così a sostenere l'attività cometaria anche durante le ore di buio.
"Mentre la polvere che copre la superficie della cometa si raffredda rapidamente dopo il tramonto, gli strati più profondi restano caldi più a lungo", ha aggiunto lo scienziato di OSIRIS Xian Shi del MPS, che studia i getti.
Anche le missione passate, come Stardust sulla cometa 81P/Wild 2 e Deep Impact sulla cometa 9P/Tempel 1, avevano osservato la presenza di attività sul lato notturno dei nuclei cometari, "ma solo grazie alle immagini ad alta risoluzione di OSIRIS possiamo studiare questo fenomeno nel dettaglio", ha concluso Sierks.
Press release: -
http://blogs.esa.int/rosetta/2015/06/08/sunset-jets/