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Getti in azione sulla cometa 67P!

Creato il 22 aprile 2015 da Aliveuniverseimages @aliveuniverseim

Con un incredibile colpo di fortuna, la fotocamera OSIRIS a bordo della sonda dell'ESA Rosetta, è riuscita a cogliere l'attimo in cui un nuovo getto è partito dalla superficie della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko... quando di dice essere nel posto giusto, nel momento giusto!
L'immagine è stata presentata dal team all' European Geosciences Union General Assembly ( EGU) tenutosi a Vienna.

L'attività cometaria è aumentata significativamente nelle ultime settimane: man mano che 67P si avvicina al Sole, il suo nucleo diventa sempre più caldo ed i gas congelati sublimano dalla superficie, trascinando con loro le particelle di polvere che vanno ad avvolgere la cometa con una fitta chioma. A soli quattro mesi dal perielio, questo processo è ormai ben avviato con getti particolarmente pronunciati sul lato diurno del nucleo.

Le ultime immagini della NavCam pubblicate nella rubrica #CometWatch, ormai sfoggiano coreografici sbuffi danzanti.
Qui sotto tre viste, una del 12 aprile, ripresa da una distanza di 146,8 km, con una risoluzione di 13 m/pixel, e due del 15 aprile, riprese a quattro ore di distanza l'una dall'altra, rispettivamente da una distanza di 170 km con una risoluzione di 14.5 m/pixel e da 165 km con una risoluzione di 14 m/pixel.

Getti in azione sulla cometa 67P!

Credit: ESA/Rosetta/NAVCAM, Rosetta NavCam #CometWatch - 67P 12 and 15 April 2015
CC BY-SA IGO 3.0 - Processing: 2di7 & titanio44, CC BY-SA IGO 3.0

Getti in azione sulla cometa 67P!

Credit: ESA/Rosetta/NAVCAM, Rosetta NavCam #CometWatch - 67P 15 April 2015
CC BY-SA IGO 3.0 - Processing: 2di7 & titanio44, CC BY-SA IGO 3.0

Ma OSIRIS ha avuto il privilegio di aprire gli occhi proprio nel momento in cui un nuovo getto si sprigionava dalla superficie.
Le due immagini rilasciate sono state prese il 12 marzo da una distanza di 75 chilometri.
Nel primo scatto delle 6:13 UT diversi getti di gas e polveri incorniciano il lato illuminato della cometa ma due minuti dopo il quadro cambia radicalmente ed un nuovo spettacolare getto emerge dal lato in ombra.

Getti in azione sulla cometa 67P!

ESA Rosetta wide-angle camera OSIRIS - 67P 12 marzo 2015 6:13 e 6:15 UT
Credits: ESA/Rosetta/MPS for OSIRIS Team MPS/UPD/LAM/IAA/SSO/INTA/UPM/DASP/IDA

"Questa è stata una scoperta casuale", ha commentato il ricercatore principale di OSIRIS, Holger Sierks del Max Planck Institute for Solar System Research (MPS) in Germania, nel report pubblicato. "Nessuno ha mai assistito al risveglio di un getto prima d'ora. Sarebbe impossibile pianificare una tale ripresa".

Analizzando le variazioni di luminosità del getto, i ricercatori hanno stimato che i grani di polvere dovevano viaggiare ad almeno 8 metri al secondo, in accordo con le misurazioni effettuate dallo strumento GIADA in altre occasioni.

Sorprendentemente, però, in questo caso il getto nasce da una zona ancora in ombra del nucleo, vicino al centro della regione Imhotep, già famosa per il masso Cheope.

"In queste immagini vediamo Imhotep appena prima dell'alba", spiega Jean-Baptiste Vincent, del team di OSIRIS presso il MPS.
"E' possibile che i primi raggi di sole abbiano colpito alcune rocce più prominenti", ha aggiunto.
Oppure, questo tipo di attività potrebbe essere legato a qualcosa di più esplosivo, cioè potrebbe essere stata innescata da un'onda di calore che ha raggiunto il ghiaccio più profondo intrappolato sotto la superficie.

Purtroppo, dopo le 6:17 UT, OSIRIS non ha potuto continuare le osservazioni perché Imhotep, completamente illuminata, rendeva impossibile distinguere i singoli getti in una chioma sovraesposta. Non è quindi chiaro se Rosetta ha assistito alla nascita di un nuovo getto o ad un singolo sfogo.

"Di solito, i getti di polvere della cometa 67P sono piuttosto longevi", ha detto Vincent, che ha monitorato l'attività cometaria in questi mesi.
"La maggior parte di loro resistono per una rotazione completa sul lato diurno di circa sei ore e riappaiono anche nella rotazione successiva", ciò non toglie, però, che possano esistere anche sfoghi esplosivi, come quello del 30 aprile 2014 che ampliò la chioma della cometa di oltre 1.800 chilometri per poi svanire qualche settimana più tardi.


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