Sospensione delle attività militari dei poligoni sardi. Evacuazione dei militari esposti alla contaminazione dei poligoni di Teulada, Decimomannu-Capo Frasca e Quirra. Ripristino ambientale, bonifica seria e credibile delle aree contaminate a terra e a mare. Risarcimento alle famiglie degli uccisi, ai malati, agli esposti ai rischi. Risarcimento al popolo sardo del danno inferto all’isola dalle esercitazioni militari. Annichilimento, ripudio della guerra e delle sue basi illegalmente concentrate in Sardegna in misura iniqua. Impiego delle risorse economiche a fini di pace. In una parola: SERRAI, ovvero chiudere. Sono le richieste che il Comitato pacifista Gettiamo le Basi indirizza alRappresentante del Governo in Sardegna e alle forze politiche isolane impegnate in una campagna elettorale lampo in vista delle elezioni del 16 febbraio. I rappresentanti del comitato pacifista Gettiamo Le Basi hanno manifestato a Cagliari contro “la pervicace e criminale volontà del Governo di persistere a trarre profitto dall’uso della Sardegna come uno sterminato campo di battaglia”. Sì perchè, è bene ricordarlo, la Sardegna è la regione italiana con la maggiore presenza militare sul suo territorio e lo Stato non ha alcuna intenzione di rinunciare alle basi sarde, ma anzi ha a più riprese annunciato di volerle implementare.
Oltre ai test e agli addestramenti per gli F35 e all’incremento della presenza militare annunciati nei mesi scorsi dal ministro della Difesa Mauro a preoccupare maggiormente i sardi in questo momento è la possibilità tutt’altro che remota dell’arrivo nell’isola delle armi chimiche provenienti dalla Siria, sul quale non è stata fatta chiarezza ma che, se confermato, contribuirebbe ad avvalorare la volontà governativa di fare della Sardegna una sorta di pattumiera del Mediterraneo. «E’ un deja-vu – sottolineano i rappresentanti del comitato Gettiamo Le Basi presieduto da Mariella Cao in un comunicato stampa in cui si ricorda il progetto avviato nel 2003 dal generale Jean – scongiurato da una sollevazione popolare – con cui il Governo Berlusconi pare intendesse realizzare in Sardegna il deposito nazionale delle scorie nucleari.
«La base Nato di Santo Stefano-La Maddalena rimane la migliore location in Europa di ordigni di morte», si legge nella nota di Gettiamo Le Basi che si riferisce alle ultime notizie di stampa secondo cui – stando a una recente interrogazione del consigliere regionale del Psd’Az Giacomo Sanna – carichi di armi sarebbero trasportati con una certa regolarità da Palau a La Maddalena addirittura sui traghetti della società regionale Saremar. Queste operazioni – spiega bene anche L’Huffington Post - consisterebbero nello svuotamento del deposito di Guardia del Moro. Ma per far posto a cosa? In attesa di una parola certa del ministro Bonino che probabilmente con eccessiva leggerezza nei giorni scorsi aveva proposto un approdo in Sardegna o in Sicilia per le armi chimiche siriane, le forze politiche isolane di tutto l’arco costituzionale, dal presidente Cappellacci al Psd’Az fino al deputato di Sel Michele Piras si continuano ad opporre strenuamente all’eventualità di un approdo nell’isola dell’arsenale proveniente da Damasco.
Gettiamo Le Basi e i veleni di Quirra
L’ennesima denuncia del comitato Gettiamo Le Basi riguarda anche i misteri di Quirra. «E’ in atto il potenziamento dei poligoni di Capo Teulada e Salto di Quirra (PISQ)», si legge nel comunicato in cui si denuncia «il tentativo di affossare l’inchiesta del procuratore Fiordalisi rinviando sine die il processo per disastro ambientale e somministrando all’opinione pubblica la morfina di indagini scientifiche eterne e bonifiche fasulle. Si continua a cincischiare sul nesso causa-effetto tra veleni di guerra e patologie riscontrate, i dati inoppugnabili dell’eccesso anomalo di colpiti dalla “sindrome Golfo-Balcani-Quirra”. Si pretende ignorare o fingere d’ignorate il rapporto dell’IARC all’OMS (ottobre 2013) che ha ufficializzato, al massimo livello scientifico, per la prima volta, il nesso diretto causa-effetto tra cancro e polveri sottili e sottilissime, le nanoparticelle sulle quali in Italia indaga da anni la dottoressa Antonietta Gatti e che ha individuato le nanoparticelle cancerogene specifiche prodotte da inquinamento bellico nei tessuti, sia di militari inviati nei teatri di guerra, sia di militari in servizio nei poligoni sardi, sia di popolazioni e di greggi che vivono nel circondario dei poligoni di Capo Teulada, Capo Frasca, Salto di Quirra. L’attenzione adesso è dirottata sull’agente killer torio, si finge di non sapere che torio e uranio sono solo due degli innumerevoli ingredienti del cocktail di veleni somministrato quotidianamente alla Sardegna dalle devastanti attività militari. Eppure molti di questi veleni sono ben noti, ad esempio le ditte produttrici di armi per obbligo di legge informano lavoratori, visitatori e popolazioni residenti nell’area dello stabilimento sulle sostanze tossiche e nocive manipolate in fabbrica, ovviamente con le dovute cautele, fatte esplodere e disperse nell’ambiente senza alcuna precauzione dalle Forze Armate nelle bombig test areas concentrate in Sardegna alla cui popolazione, paradossalmente e criminalmente, nessuna informazione à dovuta».Le richieste del comitato
«Chiediamo al Rappresentante del Governo di attivarsi per il ritiro dell’Avvocatura di Stato nel processo di Lanusei allo scopo di far cessare la sconcezza di uno Stato assente come parte lesa dal disastro ambientale e sanitario compiuto nel PISQ e oscenamente presente a difesa degli incriminati», sostiene il comitato Gettiamo Le Basi, «ma anche di contrastare la scelta di scaricare sulla Sardegna le armi chimiche della Siria e di evitare che l’Italia si prenda il bidone degli F35, difettosi, costosissimi e inefficienti e per di più da testare e addestrare nella nostra isola». Il comitato chiede inoltre «alle forze politiche di dire se e come intendono contrastare lo sbarco delle armi chimiche siriane, l’acquisto e la calata degli F35, il piano gattopardesco messo a punto da Nato e ministro della Difesa, avvallato dal Parlamento, propagandato come “Progetto Riqualificazione Salto di Quirra”, mirato a potenziare il ruolo militare del PISQ e dell’intera Sardegna con conseguente condanna del suo popolo a mettere al mondo bimbi deformi ed estinguersi per “sindrome Golfo-Balcani-Quirra-Teulada-Capo Frasca-La Maddalena”: il Governo – conclude Gettiamo Le Basi – assuma le sue responsabilità, assolva l’obbligo di porre fine e riparo al disastro ambientale e alla strage di Stato provocata dalle devastanti attività militari».
Questi i riferimenti per ulteriori informazioni: Comitato sardo Gettiamo le Basi, tel 3467059885; Famiglie militari uccisi da tumore, tel 3341421838 Comitato Amparu (Teulada) 3497851259; Comitato Su Sentidu (Decimo) 3334839824
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