Gettoni

Ieri ho lavato la mia auto per la prima volta. Evitate facili sarcasmi: ce l’ho da un paio di settimane. E se poi mi direte che voi la vostra auto l’avete lavata dopo tre giorni dall’acquisto ribatterò dicendo che il web è sconfinato e tra una reclame di autolavaggio e uno sconto per pulizia d’interni su Groupon troverete sicuramente il blog giusto per voi, cari perfettini.
Dicevo, ieri ho lavato la mia auto per la prima volta. Non solo: essendo in vena di prime volte ho voluto sperimentare il lavaggio automatico, ovvero fai da te. Però, e qui viene il difficile, senza quei rulloni che non ho mai deciso se paragonare alle colonne d’ercole o al fondo schiena piumato di una qualche ballerina del carnevale carioca. Per farvela breve, ho inserito i miei gettoni e via che sono partito con il fucile ad acqua compressa.
Mi divertivo un sacco. Sparavo acqua negli interstizi del mio veicolo e sono sicuro che se avesse potuto parlare quello mi avrebbe detto “Ahi, il solletico!” Sparavo e pensavo a Freud, a come avrebbe analizzato il mio divertimento con questo coso che, a suo parere, rappresenterebbe un’emanazione del mio pene. Sparavo e pensavo a quando ero bambino e avrei voluto un Liquidator, ma nessuno me lo ha mai comprato. Sparavo e ogni tanto non pensavo nemmeno e lo facevo così, per il gusto di centrare lo specchietto.
Poi il mio fucile ha iniziato a perdere pressione. Ho provato ad incitarlo, ma non c’era nulla da fare. Un timido rigagnolo sgorgava pietoso là dove pochi secondi prima ruggiva virilmente un tornado.
Questione di gettoni. L’infame tempistica del gettone. Che interrompe la chiamata quando dall’altra parte della cornetta si sta per pronunciare, forse, l’anelato ti amo. Forse. Che interrompe il videogioco quando mancano pochi metri alla fine del livello. Che interrompe la corsa dell’autoscontro quando stai per tamponare, con un sorriso alla James Deen, la più gnocca del paese. Che interrompe il getto d’acqua quando, tra Freud e Liquidator, ti accorgi di aver lavato una sola fiancata dell’auto.