I LIBICI GIURANO DI ODIARLO più ancora di quanto gli egiziani abbiano odiato Mubarak e i tunisini Ben Ali. E’ inutile che faccia regali nel tentativo di ingraziarseli, lo odiano lo stesso. Così si sono dati appuntamento il 17 febbraio, giorno della festa nazionale, per una bella intifada a Tripoli, ma la scintilla è scoccata il 16 a Bengasi perché là il popolo è passato all’azione e il potere ha cercato di soffocarlo. Sentite che cos’ha scritto un blogger di Bengasi su FB:
Stamattina, appena liberato l’avvocato Fethi Tril dopo due giorni di detenzione arbitraria, siamo andati a manifestare in centro. Eravamo qualche centinaio. Arrivati nel quartiere Zaitounah, abbiamo gridato agli abitanti: “Forza Zaitounah, aiutaci a fare la rivoluzione!” La polizia ha cercato di fermarci ma centinaia di abitanti di Zaitounah sono venuti a darci manforte. Quando siamo arrivati davanti alla moschea Abdallah Abed, si sono fermate tutte le macchine e gli automobilisti hanno gridato: “No all’umiliazione! No alla vergogna!” Allora ci siamo messi a calpestare dei manifesti con la faccia di Gheddafi e ne abbiamo mostrati altri sui quali avevamo scritto MACELLAIO. Eravamo almeno 2000 quando la polizia ci ha attaccati a sciabolate e manganellate. Ma non sono riusciti a fermarci, benché il nostro cammino fosse costellato di morti e feriti. Abbiamo continuato a marciare verso il consolato d’Italia, gridando: “No all’umiliazione! No alla vergogna!»
CARO MUHAMMAR, questo è l’inizio della fine. Guarda che cosa sta succedendo ad Al Baida. Non ti resta che dégager come Ben Ali e Mubarak. Va’ a goderti i tuoi soldi da qualche altra parte, sempre che non vengano confiscati e restituiti al suo legittimo proprietario, il popolo al quale li hai rubati. Perché, quando il popolo si sveglia, non c’è più spazio per i tiranni. O si tolgono dai piedi o rischiano di finire impiccati per i piedi.
Dragor
_________________________________________________________________________