Gheddafi: “Resto fino alla morte e fanculo i giudici di Milano”

Creato il 23 febbraio 2011 da Massimoconsorti @massimoconsorti
Forse c’è un po’ di confusione, ma in queste ore ne stanno succedendo talmente tante che correre dietro a tutte le notizie diventa un’impresa improba. Comunque. Berlusconi e Gheddafi si sono sentiti per telefono. Dopo aver atteso che gli impegni bombardieri del leader libico gli concedessero un po’ di tempo per lui, Silvio ha chiamato Muammar per chiedergli come stesse la suocera colpita dall’alzheimer, il suocero alle prese con una devastante incontinenza, il figlio che voleva giocare al calcio ma alla Juventus avevano finito le divise dei raccattapalle e, soprattutto, la sua guardia del corpo preferita Aisha, alla quale Silvio pensa incessantemente ogni notte perché, dicono, ha il più bel culo del mondo. Fra i tanti argomenti seri che abbiamo elencato, Silvio e Muammar hanno anche trovato il tempo di scambiare qualche battuta sull’incresciosa situazione venutasi a creare nel paese della rivoluzione verde. “Tutto sotto controllo – gli ha detto Gheddafi – la maggioranza è coesa. Siamo o no il governo del fare? E poi stiamo introducendo la social-card, pagato qualche oppositore per farlo passare dalla nostra parte e, nel discorso televisivo che ho tenuto cinque minuti fa, ho invitato i libici a non credere alla stampa estera, l’unica attendibile è quella alle mie dipendenze diretta da Azima nipote del tuo amico Sallusti”. “Allora mi assicuri che va tutto bene?” Gli ha chiesto un Berlusconi sollevato. “Tutto bene, sterminerò i ratti che sono scesi in strada con il napalm che mi ha venduto il padre di George W. Bush, li scoverò casa per casa e poi li torturerò appendendoli per le palle lungo il viale della rivoluzione. Dimenticavo: un bello stupro di massa contro le mogli e le figlie dei ratti”. Appurato che Gheddafi era nel pieno della sua universalmente riconosciuta follia omicida, Silvio è potuto tornare a pensare alle cose di casa nostra giusto in tempo per farsi dire dal presidente Napolitano che, così com’è, lui il decreto milleproroghe non lo firma manco se gli appare Gheddafi con gli occhi venati di sangue. Saputo che il presidente non avrebbe firmato il decreto, Silvio ha preso la Smart che il concessionario milanese gli ha fatto ritirare per forza (ce ne sono altre 378 in giacenza), e si è recato al Quirinale. Uscito dall’incontro con Napolitano, il Nano² è stato di una cordialità sorprendente e sospetta: “Il presidente ha ragione, le sue osservazioni sono sacrosante”. Gli ha fatto eco (in tutti i sensi) la voce tremebonda di Umberto Bossi il quale ha detto: “Meno male che il presidente ci vuole bene, ci ha salvato un’altra volta ma ho l’impressione che sarà l’ultima”. E veniamo al più grande ministro degli esteri degli ultimi 150 anni, quello bravo con i dispacci da Saint-Lucia molto meno con quelli provenienti da Tripoli. Gheddafi aveva appena detto in mondovisione che l’Italia e l’America avevano rifornito di missili i ragazzi di Bengasi, che Frattini è intervenuto due ore dopo esordendo: “Se le dichiarazioni di Gheddafi dovessero essere confermate...”. Confermate? Ma se lo ha ascoltato il mondo intero! Che diavolo di conferma pretendeva Frattini, quella del Giornale? L’attitudine di trattare con i colleghi pirla del governo di mezzeseghe, lo ha abituato a verificare sempre accuratamente le fonti delle notizie, un atteggiamento che gli consente di prendere un po’ di tempo prima di rilasciare cazzate mascherate da dichiarazioni come quelle che ci sta propinando ormai da tre anni. Per non parlare poi della Borsa di Milano dove accadono fatti misteriosi, quasi che la buonanima di Enrico Cuccia si fosse prima rivoltato nella tomba e poi resuscitato. Insomma, capito immediatamente che quanto sta accadendo in Libia avrebbe pesantemente condizionato il valore di alcuni titoli (Unicredit, Juventus, Eni, Impregilo...), la macchinetta ha fatto tilt. Un inspiegabile guasto tecnico ne ha impedito l’apertura alle 9 del mattino. Riparato il guasto e aperte le contrattazioni alle 15 e 30, i titoli succitati hanno avuto sì un calo ma molto meno di quanto sarebbe accaduto senza il provvidenziale blocco informatico. La cosa ha insospettito perfino la Consob, finita saldamente in mano a Berlusconi, che ha detto: “Facciamo in modo che queste cose non si ripetano”. Poffarbacco. E finiamo con la notizia clou del giorno. L’avevamo anticipata nel nostro tamburino. Ruby è stata invitata a Vienna al ballo delle debuttanti. A volerla fortemente è stato il 78enne miliardario austriaco re del mattone Richard Lugner. L’ingaggio previsto è di 35mila euro, ovviamente optional a parte. Ruby ha capito che fare la badante di ultrasettantenni anche se un po’ maiali, ha la sua convenienza. La ragazza ha definitivamente svoltato.

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