Migliaia di persone sono scese in Piazza Tahrir, in Egitto, per gridare la loro indignazione per le mancate riforme promesse dal generalissimo Tantawi (in effetti sarebbe un maresciallo ma…), il nuovo dittatore egiziano dopo Mubarak. La risposta del regime è stata devastante: bastonate e manganellate a destra e a manca, come ai “bei tempi” di Mubarak e forse anche di più.I manifestanti chiedevano l’immediata rimozione di Hussein Tantawi, capo del Consiglio Supremo delle Forze Armate e nuovo dittatore dell’Egitto, arrivato al potere con il beneplacido della Fratellanza Musulmana e dimostratosi da subito estremamente ostile verso l’occidente e collaborativo con l’Iran. Non era questo quello che chiedevano i giovani egiziani quando con la loro protesta contribuirono alla caduta di Mubarak. Loro volevano più Diritti e libertà, non finire nelle grinfie dei Fratelli Musulmani.Ma le cose non sono andate così. Quando Tantawi salì al potere promise subito delle riforme democratiche, riforme delle quali però se ne sono perse le tracce. Nel frattempo la Fratellanza Musulmana è uscita allo scoperto e, invece che pensare al bene dell’Egitto, ha fatto di tutto per allontanare la terra dei faraoni dalla linea pro-occidentale impressa da Mubarak, avvicinando pericolosamente l’Egitto alla linea estremista islamica dell’Iran, anche se in teoria non ci sarebbero punti di incontro tra i Fratelli Musulmani e i Mullah iraniani. Sarà forse il comune nemico israeliano ad aver spinto i due gruppi generalmente ostili (il primo sunnita i secondi sciiti) ad unirsi.Fatto sta che i giovani egiziani se ne sono finalmente accorti e oggi chiedono conto a Tantawi delle promesse fatte alla caduta di Mubarak. Solo che la risposta non è stata quella che i ragazzi del Cairo si aspettavano. La violenza e la repressione hanno preso il posto del dialogo e delle riforme.Finisce così, nel sangue, quella “primavera araba” tanto declamata in occidente e dal Presidente americano, Barack Obama, che aveva (e fa ancora) gridare il mondo alla rinascita dei paesi musulmani e a una loro democratizzazione. Il vero volto della primavera araba è quello della Fratellanza Musulmana che ha approfittato delle legittime richieste dei giovani egiziani per prendere il controllo del potere, anche se per interposta persona. Ormai è evidente. Quando sarà evidente anche che la stessa situazione si sta riproponendo in Libia e in Tunisia, il quadro sarà completo. La “primavera araba” è finita prima ancora di iniziare.Da Free Italian Press
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Migliaia di persone sono scese in Piazza Tahrir, in Egitto, per gridare la loro indignazione per le mancate riforme promesse dal generalissimo Tantawi (in effetti sarebbe un maresciallo ma…), il nuovo dittatore egiziano dopo Mubarak. La risposta del regime è stata devastante: bastonate e manganellate a destra e a manca, come ai “bei tempi” di Mubarak e forse anche di più.I manifestanti chiedevano l’immediata rimozione di Hussein Tantawi, capo del Consiglio Supremo delle Forze Armate e nuovo dittatore dell’Egitto, arrivato al potere con il beneplacido della Fratellanza Musulmana e dimostratosi da subito estremamente ostile verso l’occidente e collaborativo con l’Iran. Non era questo quello che chiedevano i giovani egiziani quando con la loro protesta contribuirono alla caduta di Mubarak. Loro volevano più Diritti e libertà, non finire nelle grinfie dei Fratelli Musulmani.Ma le cose non sono andate così. Quando Tantawi salì al potere promise subito delle riforme democratiche, riforme delle quali però se ne sono perse le tracce. Nel frattempo la Fratellanza Musulmana è uscita allo scoperto e, invece che pensare al bene dell’Egitto, ha fatto di tutto per allontanare la terra dei faraoni dalla linea pro-occidentale impressa da Mubarak, avvicinando pericolosamente l’Egitto alla linea estremista islamica dell’Iran, anche se in teoria non ci sarebbero punti di incontro tra i Fratelli Musulmani e i Mullah iraniani. Sarà forse il comune nemico israeliano ad aver spinto i due gruppi generalmente ostili (il primo sunnita i secondi sciiti) ad unirsi.Fatto sta che i giovani egiziani se ne sono finalmente accorti e oggi chiedono conto a Tantawi delle promesse fatte alla caduta di Mubarak. Solo che la risposta non è stata quella che i ragazzi del Cairo si aspettavano. La violenza e la repressione hanno preso il posto del dialogo e delle riforme.Finisce così, nel sangue, quella “primavera araba” tanto declamata in occidente e dal Presidente americano, Barack Obama, che aveva (e fa ancora) gridare il mondo alla rinascita dei paesi musulmani e a una loro democratizzazione. Il vero volto della primavera araba è quello della Fratellanza Musulmana che ha approfittato delle legittime richieste dei giovani egiziani per prendere il controllo del potere, anche se per interposta persona. Ormai è evidente. Quando sarà evidente anche che la stessa situazione si sta riproponendo in Libia e in Tunisia, il quadro sarà completo. La “primavera araba” è finita prima ancora di iniziare.Da Free Italian Press
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