Carissima Mamma,
Ieri ho avuto la 2° lezione di Bazzini, e va benissimo. Per ora, ho quella sola; ma venerdì incomincerò l’estetica. Mi son fatto un orario così disposto: la mattina mi alzo alle otto e mezza; quando ci ho lezione, vado. In caso diverso, studio un po’ di pianoforte. Mi basta poco; ma bisogna che lo studi. Ora compro un « Metodo », ottimo, di Angeleri, che è uno di quei « Metodi » dove ognuno può imparare da se benissimo.
Seguito: alle dieci e mezza faccio colazione ; poi esco. All’una vado a casa e studio, per Bazzini, un paio d’ore; poi, dalle tre alle cinque, via, daccapo con il pianoforte, un po’ di lettura di musica classica. Anzi, mi vorrei abbuonare; ma ci sono pochi « bigei ». Per ora, passo il « Mefistofele » di Boito, che me lo ha imprestato un mio amico, certo Favara di Palermo.
Alle cinque vado al pasto frugale (ma molto di quel frugale!) e mangio un minestrone alla milanese, che, per dire la verità, è assai buono. Ne mangio tre scodelle, poi qualche altro empiastro, un pezzetto di cacio con i « bei » ed un mezzo litro di vino. Dopo accendo un sigaro e me ne vado in Galleria a fare una passeggiata, in su ed in giù, secondo il solito. Sto lì fino alle nove e torno a casa, spiedato morto.
Arrivato a casa, faccio un po’ di contrappunto; non suono, perchè la notte non si può suonare. Dopo infilo il letto e leggo sette od otto pagine d’ un romanzo. Ecco la mia vita!…
.
Avrei bisogno di una cosa; ma ho paura a dirgliela, perchè capisco, anch’io, che Lei non può spendere. Ma stia a sentire; è roba da poco.
Siccome ho una gran voglia di fagioli (anzi, un giorno, me li fecero; ma non potei mangiarli, a cagione dell’olio che qui è di sesamo o di lino!) dunque, dicevo: siccome ho una gran voglia di fagioli, così avrei bisogno di un po’ d’olio, ma di quello nuovo. La pregherei di mandarmene un « popoino ». Basta poco; ho promesso di farlo assaggiare anche a quelli di casa.
Dunque, se le mie geremiadi frutteranno, mi farà la gentilezza (come l’ungo !…. già, si parla d’olio!) di mandarmene una cassettina, che costa quattro lire da Eugenio Ottolini, il quale l’ha mandata anche al tenore Papeschi.
Qui fanno opere a tutto andare; ma per me nulla…. Mi mangio le mani dalla bile !
Ieri sera sono andato alla « Redenzione » (oratorio di Gounod) che mi ha noiato parecchio. Fui pure all’opera nuova del Catalani; generalmente la gente non va in visibilio. Ma io dico che, artisticamente parlando, è una bella cosa, e, se la rifanno, ci torno.
Mi par mill’anni di essere a casa, che devo fare un « Quartetto » ad archi per Bazzini. Stasera va in scena la « Mignon » ed il «Simon Boccanegra » di Verdi (rifatto!).
Di scapaccione sono stato pure a sentire la « Carmen ». Bellissima opera, davvero. Che piena!
(Giovedì, ore 11 ant.18 dicembre 1880)
Giacomo Puccini
( Giacomo Puccini, Lettera tratta da “Giacomo Puccini” di Paladini Carlo – “Biblioteca bianca” di “Musica e Musicisti” – Milano, G.Ricordi editori, 1903 )