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Arrivato a metà film stentavo a credere a quello che avevo appena scoperto. Ora, voi mi direte, Argento ha chiamato Giallo la sua ultima fatica per un chiaro riferimento al genere di appartenenza. Oppure perchè quel colore ha un profondo significato all'interno dell'opera. Oppure per una sorta di metafora che solo poi scopriremo. No, l'ha chiamato Giallo perchè l'assassino c'ha l'ittero.
Già nei titoli di coda vedo che il film è prodotto da Barbara dell'Angelo, sembra una casa di produzione hard, non lo so, inizio a nutrire qaulche dubbio. Poi si comincia con una panoramica alto/basso che va dal cielo a un palazzo- il classico incipit che ti insegnavano sessantacinque anni fa- insomma, in 45 secondi di film Giàllo so, sarà una boiata. E invece no, Giallo passa da boiata a film guardabile di scena in scena tanto da meritarsi una semplice -e non sonora- bocciatura. Non devo certo ricordare la tremenda involuzione del (fu) maestro dell'horror italiano Dario Argento che non fa più un film sufficiente dal 2001 (Non ho sonno, appena sufficiente). Però rispetto a La terza madre o Il Cartaio un pelino sopra ci siamo senz'altro.
Qualche buona scena (mi è piaciuto moltissimo nel prefinale il carrello indietro su Adrien Brody che cammina dando le spalle alla ragazza), qualche tecnica di ripresa ben riuscita (come i camera-car), effetti speciali a volte non perfetti altre più che buoni (le torture o la caduta finale), ottima fotografia ma soltanto nei flash-back (che siano dell'assassino o dell'ispettore sono senz'altro le parti migliori dell'intero film) e due/tre location davvero ben azzeccate. La storia non regge proprio, la classica dicotomia brutto-bello ormai ha davvero stancato.
Argento cerca poi di dare spessore psicologico ai due personaggi principali e se nel "mostro" fallisce completamente il tentativo, il profilo dell'ispettore invece, con una storia identica in tutto e per tutto a quella di Sawyer nell'indimenticabile Lost, risulta (quasi) ben costruito.
Ma il CAPOLAVORO è lui, Giallo, l'assassino tassinaro. Chi ha visto il film non potrà non concordare. E' Max Tortora camuffato da Dario Argento (proprio lui!) che si muove come Vasco Rossi.
No, aspettate, blocco la recensione. Aspettate ancora un attimo.
Non ci credo. Cercavo la foto di Giallo per linkarla e faccio una scoperta incredibile. Giuro che non lo sapevo. Dopo aver visto il film guardate chi intepreta l'assassino. No, vabbè, ma dov'è il senso? Ah, capisco, almeno Argento ha potuto giocare sul tema delle doppia personalità, del gemello mancato etc....
Dopo questa incredibile scoperta non mi ricordo più cosa avrei dovuto scrivere, quindi per punizione elenco solo un pò di orrori.
- labbra tagliate che poi ricompaiono
- dita tagliate che- malgrado l'attrice faccia di tutto per tenere la mano in una posizione innaturale- sono sempre lì
- il grande ispettore, Lupo solitario, interpretato da Adrien Brody (come Brody possa essere finito in un film similtelevisivo di Argento è un mistero), dovrebbe essere un fenomeno del settore serial killer. Invece alla luce dei fatti è un aiutentico disastro... L'intuizione sul significato di Giallo -ripeto con vergogna, l'ittero- l'avrà la ragazza; la modella nel finale verrà sì ritrovata, in una situazione che ricorda la terribile vicenda del Circeo, ma non da lui (anzi, se non si fosse ritrovata era colpa sua!) bensì da un normale agente di pattuglia (che usa la torcia in un ambiente più illuminato di un centro commerciale americano, incredibile), e l'unica volta in cui lui, il grande ispettore Lupo Solitario, potrebbe finalmente servire a qualcosa -prendere al volo l'assassino all'ospedale- inciampa sull'uomo delle pulizie. Roba da licenziamento.
Chiudiamo con uno scoop. Il bambino che intepreta Brody da piccolo è il Nongio di Mtv. Sono sicuro.
In definitiva, niente da ricordare nè da affossare completamente.
Diciamo un Brodyno riscaldato.
( voto 5 )
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