Giallo di Prato, Roberto Baldi ammette: i fucili sono i miei, li ho spostati io

Creato il 06 agosto 2011 da Yellowflate @yellowflate

Giallo di Prato, Roberto Baldi ammette: i fucili sono i miei, li ho spostati io

Il giallo su i due fidanzati di Prato oggi si tinge dell’ennesima tinta forte. Roberto Balsi, padre della giovane Sara, noto informatore scientifico oggi dichiara: ”Si’, quei fucili li ho spostati io, ma per un motivo banale: credevo che mia figlia e il fidanzato fossero stati uccisi con un coltello e ho pensato che le armi non dovessero stare li’, io avevo cambiato residenza”.La rivelazione viene fatta su una pagina dell’edizione locale del Tirreno. I nostri lettori ricorderanno di certo che i   fucili con cui sono stati uccisi i due ragazzi, uno dei quali trovato sporco di sangue, appartenevano a Roberto Baldi e sono stati rinvenuti nello sgabuzzino al primo piano dove il Baldi vive con l’anziana madre. Qualche giorno fa, subito dopo la tragica morte dei giovani si era pensato al fato, infatti nello stabile di via Ariosto 17,  a Prato pare aleggi una sorta di “sfortuna”, qualche anno fa un piano del condominio era stato lo scenario di una altra morte violenta, poi si era passati all’uccisione per motivi sconosciuti, da parte di ignoti ed infine si era tornati alla pista dell’omicidio suicidio. Ma i ragazzi dovevano sposarsi a settembre e, una valigia dimostrava la loro volontà di partire in Germania. Ora però con le dichiarazioni del padre della ragazza, ritorna l’ipotesi dell’omicidio-suicidio. Il movente sarebbe al gelosia.Sara, che più volte, in particolare lo zio di Imad, aveva detto innamoratissima del giovane marocchino, sembra avesse  ricominciato a vedersi col suo precedente fidanzato e forse a Imad questo non e’ andato giu’. Il marocchino potrebbe aver sparato alla fidanzata, e poi si sarebbe ucciso a sua volta sparandosi in testa. Nella sua dichiarazione Roberto Baldi  ha sottolineato :  ”Imad era sdraiato supino, a bocca aperta, coperto di sangue. Ho guardato in camera e ho visto i due fucili, sul letto, poi sono sceso da mia madre. E’ stata lei a consigliarmi di togliere i fucili, e cosi’ ho fatto, prima di chiamare i carabinieri. Ho pensato che forse non dovevano stare li’ visto che io avevo preso la residenza da un’altra parte, e poi ero convinto che Sara e Imad fossero stati uccisi con un coltello”.

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