Il Prete dissoluto e il mistero della Pecorella Rumena
Mi dica , signor don Cosimo, disse il maresciallo , che l’assistente unep b1 chiamava luogotenente, come le è venuto in mente di farselo maneggiare dalla polacca, che loro lo fanno meglio delle italiane? E poi perché dare tutti ‘sti sordi all’estero,e noi restiamo senza, cos’è riciclaggio?-Ma quale maneggio, non lo dica che è peccato. E poi quale polacca, era rumena.-E lei conosce il rumeno? Cosa le diceva al maneggio la romana?-Ma non è romana, è rumena. Ma non andavamo al maneggio. Signore, perdonaci per queste allusioni, ma siamo peccatori e non sappiamo cosa facciamo.-Signor Parroco Rizzo…ascolti: peccatore sarà lei, e lasci stare i santi, ma lei il manuale dei confessori di Monsignor Bouvier[i]l’ha mai letto? Lo sa che cos’è la sodomia? E il sacrilegio, lo faceva in sagrestia?-Ma quale Parroco Rizzo, io mi chiamo ….-Rizzo, rizzo, nel senso che ci arrizza ancora, deve essere un portento sta rumena se a uno di 16 lustri e mezzo gli fa tirare fuori tutta sta pila di soldi, e che è, li metteva uno sull’altro per farle il monumento fallico?-Signore mio, quale onta!-Signore e signorina, quale conta! Ma mi dica: tutti ‘sti cazzo di soldi, con la crisi che c’è, come cazzo se li trova lei? Che gli fanno la manomorta anche a conto corrente adesso? E allora invece di fare la mano morta al mercato, al supermercato, anche in chiesa, quando c’è assembramento, perché un vecchio rimbambito come lei gli deve dare l’unzione al fratello Pio e noi altri col cazzo che ce lo bagniamo?!Le sembra giusto, quale dottrina permette questo? Insomma, lei frega i soldi agli italiani e se li fa fregare da una straniera per una sfregatina, insomma se ha da suonare il batacchio rimetta in funzione la campana e dia le scrollate almeno ad ogni angelus, così ci assorda ma quantomeno non viene fuori che don coso se lo unge con i soldi della parrocchia e i parrocchiani manco nell’acqua del mare lo possono immergere!-Signore, perdonalo, il luogotenente, come lo chiama l’assistente unep b1 della tipografia Baudano, tuttora inesistente a Torino, ma Dio, Dio, tu esisti, aiutami, che potevo fare se la pecorella s’era smarrita e stava sempre in sagrestia a fare i servizi come e quanto più di una pecorella, ma, Signore mio, tu lo sai, mai e poi mai ne avrei fatto uso alla pecorina, né, è vero Signore Iddio, come la giumenta di compare Pietro, noi siamo all’antica, la lussuria, quella animalesca e complicata, a quest’età poi, non ci tenta, e poi quale maneggio, quella quello che dava pretendeva in denaro, e non bastava più il piattino delle elemosine, e, poi, o Vergine Santissima, monda il mio cuore e la mia carme colla tua santissima verginità e la tua immacolatezza, la lussuria lo so che di per sé stessa è peccato mortale, è evidente che coloro i quali compiono opere carnali, come la fornicazione, l’impurità , l’impudicizia, la lussuria, e altre cose simili, non entreranno nel regno dei Cieli, ma il piacere organico, quello cioè che nasce naturalmente dai nostri organi, come sarebbe, per esempio, la soddisfazione di contemplare una bellezza, quella si metteva alla pecorina a lavare il pavimento, e mi parve un dì di ascoltare una melodia, di toccare un oggetto molle e morbido, e questo diletto non è in sé cattivo, dunque non pecca mortalmente quegli che si diletta soltanto nel contemplare una bella rumena, nel toccarle la morbida mano, senza altro sentire, senza che lei la esponga al grave pericolo di andare più in là e se ci va, son cazzi suoi, è lei che lo piglia in mano, io non mi arresto in tali compiacenze, ero tutto in avvertenza anche quando mi cavalcava sopra non consentivo affatto, anche se avevo preso la giusta dose di ghb, per quanto la fornicazione è l’accoppiamento, mutuamente acconsentito, fra un uomo libero, e io non sono libero né lo ero all’epoca, e una donna libera che non sia vergine, e quella chi può mai dire che fosse libera e vergine? Il beato Giovanni nell’Apocalisse 21,8 dice che la vita futura dei fornicatori è in uno stagno di fuoco e di zolfo, ma qui non c’è l’adulterio e la testimonianza dei Santi Padri, “quante volte avrai fornicato con male donne tante volte ti sarai da te stesso condannato”, che cazzo vor’dì, io mica ho fornicato con male donne, la donna era buona e docile, acconsentiva, e quindi non era meretrice, non avevi detto, Signore, a Mosé: Tra le figlie e i figli di Israele non vi sieno né meretrici né fornicatori, e a parte che qui non siamo in Israele, ma mio Dio, dove sono i fornicatori e chi sarebbe la puttana?-Signor Parroco Arrizzatissimo, ascolti, noi supponiamo che il proponimento di non più peccare si ritenga sincero, anche perché ha finito i sordi e il ghb come se lo compra, e alle altre figlie dell’Europa che verrà cosa le dà, cicoria e pane fritto? Chiunque attenta ai costumi, eccitando, favorendo o facilitando abitualmente la dissolutezza o la corruzione di giovani anche dello stesso sesso al di sotto dell’età di 21 anni sarà punito colla prigione di sei mesi, questo il codice penale francese del XIX secolo, ma nel suo caso si tratta di stupro e la pena è quella dei lavori forzati a vita, perché lei appartiene alla categoria di coloro che hanno autorità sulla persona contro la quale ha commesso l’attentato e la pratica continua,è addirittura il ministro di un culto, e anche il ministro di tutti sti sordi che sti fessi italiani danno al parroco affinché a 16 lustri e rotti non dimentichi di far fare, alla badante di turno, la 16 del Foutre du Clergé de France, che è il Rovescio della Cinese, che, nel suo caso, abbiamo le intercettazioni, lei ha rinominato come il Rovescio della Rumena: quella si metteva in ginocchio, il podice sui talloni, la testa appoggiata sulle braccia, e cominciava e dire l’ave maria e il padre nostro, come prosternata sul letto o sul divano in sagrestia, o sulla panca, e monsignore inginocchiato, tre avemaria e tre paternoster, fa il commercio carnale illecito, e così invece di pensare all’estrema unzione, questo fornicatore impenitente dilapida i risparmi dei parrocchiani che lo hanno arricchito ripetendo ad libitum l’unzione, che è, sì, anche estrema, quando cambia direzione, ma non è mai l’ultima!...Mi tolga una curiosità – chiosò il luogotenente, così come lo chiamava l’assistente unep b1 della stamperia reale di Roma: come mai non apportò una modifica al Rovescio passando alla 17 e facendo la Pecorina?-Perché, mi creda, maresciallo, quella zoccola rumena non mi ha mai voluto dire come si dice “pecorina” in rumeno e quindi non ho mai potuto darle l’ordine in rumeno di mettersi alla Pecorina.-La Pecorina Rumena? Questa non la bevo proprio, don Coso.
Perché il maresciallo, o luogotenente come il sussiegoso assistente unep b1 di Sant’arcangelo lo chiama, non l’ha bevuta?Perché “bere” in romeno fa “bea”e la “pecorina” che fa di solito be-be se romena va a finire che facendo be-be uno pensa che quella non sta facendo la pecorina ma il 41, che da noi fa 69, e allora a conti fatti, per darle tutti ‘sti sordi, quanto cazzo ha bevuto quella pecorina romena?
[i]Venere ed Imene al Tribunale della Penitenza. Manuale dei Confessori di Monsignor Bouvier, Vescovo di Mans, 1885.Ristampa anastatica: U.Bastogi editore Livorno 1974.