GIANNI BERENGO GARDIN Storie di un fotografo – Palazzo Reale Milano – Lido di Venezia 1958 © Gianni Berengo Gardin Contrasto
GIANNI BERENGO GARDIN Storie di un fotografo - Palazzo Reale Milano. Tra le mostre di fotografia da non perdere – centottanta fotografie di uno tra i dieci fotografi italiani di tutti i tempi da conoscere – inaugurata ieri a Palazzo Reale con il titolo Gianni Berengo Gardin Storie di un fotografo, l’esposizione proseguirà fino al 8 settembre 2013. Macchina fotografica perennemente al collo, ovunque vada – le epifanie avvengono senza preavviso, ma, quando accadono, richiedono pronta dedizione e lavoro puntuale – la figura di Gianni Berengo Gardin personifica una sorta di enciclopedia visiva in carne ed ossa della storia del nostro paese, scrive Denis Curti nel catalogo Marsilio Editori, che accompagna la mostra (Denis Curti è curatore di mostra e catalogo). Italo Zannier (storico, fotografo e critico della fotografia, primo in Italia ad insegnare storia della fotografia) definisce Gianni Berengo Gardin Il fotografo italiano più ragguardevole del dopoguerra, quello che meglio ha saputo mediare proficuamente le varie tendenze, con un acume visivo che non si è lasciato condizionare troppo dal gusto del momento, slittando subito oltre la moda, per cercare garanzie soprattutto nella chiarezza dello sguardo. >
Gianni Berengo Gardin, Lido di Venezia, 1959 © Gianni Berengo Gardin Contrasto
La mostra a Palazzo Reale GIANNI BERENGO GARDIN. Storie di un fotografo, dopo il grande successo alla Casa dei Tre Oci di Venezia, è a Milano arricchita di una nuova sezione dedicata proprio alla Gente di Milano: 40 fotografie con i volti, i cortili, la storia della città che lo ha adottato e che nel 2012 lo ha insignito dell’Ambrogino d’oro. Promossa dal Comune di Milano – Cultura e prodotta da Palazzo Reale, Civita Tre Venezie e Fondazione Forma per la Fotografia, l’esposizione è curata da Denis Curti e con le sue 180 immagini rappresenta la più grande retrospettiva del maestro. L’edizione milanese approfondisce con nuove fotografie la serie Morire di classe, realizzata su commissione di Basaglia, che indaga sulla drammatica situazione dei manicomi in Italia, per cui Gianni Berengo Gardin ha realizzato una storica inchiesta, e il lavoro sugli zingari, una ricerca che ha portato il fotografo a vivere in tre campi nomadi: “gli zingari sono sempre prevenuti nei confronti della macchina fotografica proprio perché, solitamente, si fotografa il lato negativo della realtà” racconta Berengo Gardin, “per me è stato difficile entrare in questo mondo, ma quel che mi resta da questo reportage è la generosità, la poesia e la musica”. La vera grandezza di questo testimone del nostro tempo sta proprio nella capacità di raccontare, nei suoi scatti in bianco e nero, le storie senza pregiudizi, una ricchezza di sentimenti attraverso una narrazione lineare e coerente.
Gianni Berengo Gardin, Milano, 1968 © Gianni Berengo Gardin Contrasto
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Come commenta Denis Curti: “La sua grandezza è la semplicità. O meglio la capacità di rendere leggibile la complessità del mondo. Quel modo diretto e senza scorciatoie di guardare dritto negli occhi. Nelle sue storie c’è una quantità umana che corrisponde al suo amore per la vita. C’è commozione senza retorica. C’è quel Gianni Berengo Gardin che guarda avanti senza smettere mai di voltarsi indietro”. Considerato da molti il più rappresentativo tra i fotografi italiani, ha cominciato nel 1954 a lavorare seriamente con la macchina fotografica, tenendola appesa al collo mentre girava il mondo e usando sempre la pellicola. “Il mio lavoro non è assolutamente artistico” racconta Berengo Gardin “e non ci tengo a passare per un artista. L’impegno stesso del fotografo non dovrebbe essere artistico, ma sociale e civile”. Da semplice bisogno di raccontare, soprattutto di documentare, la fotografia diventa testimonianza, tramite le folle, l’infanzia e il tempo, il lavoro che ci fa ricordare come eravamo e come è cambiata la nostra vita. Un racconto per immagini in cui ciascuno di noi ritrova un po’ di se stesso, della sua storia, dei suoi ricordi. Figura tra le più importanti e longeve del foto-giornalismo italiano, Gianni Berengo Gardin racconta la vita politica, i cambiamenti sociali, gli eventi che hanno marcato la storia del nostro Paese, ma anche la vita per le strade, la gente che si incontra per caso, gli abbracci sorprendenti e spontanei. Berengo Gardin dice di dover tutto alle sue macchine fotografiche, soprattutto la sua Leica, vera e fedele compagna di vita. In occasione della mostra, Leica regalerà al pubblico le visite guidate alla mostra con Gianni Berengo Gardin e Denis Curti, guide d’eccezione per narrare altre storie, la gente di tutti i giorni, quelli che non vengono notati: “ci sono storie con tanta quantità umana che ci permette di ragionare, ma anche di guardare avanti con maggiore consapevolezza”. La mostra sarà accompagnata da un catalogo edito da Marsilio Editori, anch’esso curato da Denis Curti.
Gianni Berengo Gardin, Milano, 1986 © Gianni Berengo Gardin Contrasto
EVENTI EXPO MOSTRE FOTOGRAFIA a MILANO:
Palazzo Reale
GIANNI BERENGO GARDIN STORIE DI UN FOTOGRAFO
mostra prodotta da: Comune di Milano -Cultura, Palazzo Reale, Tre Oci, Fondazione FORMA per la Fotografia, Civita Tre Venezie
GIANNI BERENGO GARDIN mostra Palazzo Reale Milano
Mostra e catalogo a cura di Denis Curti - Catalogo Marsilio Editori
date 14.06>08.09.2013
Palazzo Reale, piazza Duomo 12, 20100 Milano
orari Palazzo Reale Milano: lunedì 14.30 / 19.30 - martedì – domenica 9.30 / 19.30 - giovedì e sabato 9.30 / 22.30 - il servizio di biglietteria di Palazzo Reale termina un’ora prima della chiusura
INFOLINE E PREVENDITA della mostra Gianni Berengo Gardin Storie di un fotografo: 02 – 54917, www.comune.milano.it/palazzoreale - www.mostraberengogardin.it
BIGLIETTI: Intero € 8,00 - Ridotto € 6,50
gruppi di almeno 15 persone, visitatori oltre i 65 anni, visitatori da 6 fino a 26 anni, portatori di handicap, altre categorie convenzionate, soci Touring Club con tessera, possessori di biglietti aderenti all’iniziativa “Lunedì Musei” (Poldi Pezzoli / Museo Teatrale alla Scala), militari, forze dell’ordine non in servizio, insegnanti, possessori tessera Amami Card (con sconto del 10% sul prezzo del catalogo della mostra).
Ridotto speciale € 4,00
gruppi di studenti delle scolaresche di ogni ordine e grado, gruppi organizzati direttamente dal Touring Club (ai quali non si deve applicare né il diritto fisso di prevendita dipendenti Comune di Milano (previa esibizione del badge) volontari del Servizio Civile operanti presso il Comune di Milano (previa esibizione del tesserino di identificazione).
Biglietto Gratuito
minori di 6 anni, un accompagnatore per ogni gruppo, due accompagnatori per ogni gruppo scolastico, un accompagnatore per disabile che presenti necessità, un accompagnatore e una guida per ogni gruppo Touring Club, dipendenti della Soprintendenza ai Beni Architettonici di Milano, giornalisti con tesserino ODG, tesserati ICOM, guide turistiche (previa esibizione di tesserino di abilitazione professionale), impiegati presso il Servizio Mostre di Palazzo Reale (previa esibizione di tessera nominativa), membri della Commissione Vigilanza e Vigili del Fuoco (previa esibizione di apposita tessera non nominativa), possessori del coupon invito alla mostra
Biglietto famiglia
1 o 2 adulti + bambini (da 6 a 14 anni) adulto: € 6,50 bambino: € 4,00
PREVENDITA
Singoli e gruppi € 1,50
Gruppi studenti € 1,00
VISITE GUIDATE
visita guidata scuole € 60,00 : visita guidata gruppi € 80,00 - visita guidata in inglese /francese € 100,00
Le richieste vanno inviate a Ufficio Gruppi Grandi Mostre: t. 02542727 - f. 0254101046 - [email protected]
UFFICIO STAMPA DELLA MOSTRA Gianni Berengo Gardin Storie di un fotografo:
DOPPIOZERO servizi per l’arte contemporanea, +39 347 188 03 03 | +39 328 83 94 698 - [email protected] | doppiozero00.com
UFFICIO STAMPA per il COMUNE DI MILANO: Elena Conenna tel. + 39 02 884 53314 - [email protected]
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Mostra GIANNI BERENGO GARDIN Storie di un fotografo – Palazzo Reale Milano
Giuliano Pisapia, Sindaco di Milano - “Non ci tengo a passare per un artista. L’impegno del fotografo è sociale e civile”. La fotografia di Berengo Gardin è azione civile, è ritratto di una realtà amata e di una rivoluzione possibile per il suo miglioramento. Tuttavia – e ci permettiamo un cortese dissenso con l’Autore – la fotografia di Berengo Gardin è arte: arte vera proprio perché sociale e civile. La mostra di Palazzo Reale mette in luce con 180 immagini la coesistenza indistinguibile delle due dimensioni negli scatti di Gardin. Le due sezioni speciali sul lavoro degli Zingari e sulla situazione dei manicomi in Italia documentano una qualità estetica specifica, in cui l’artista è generatore del cambiamento. Gardin, Ambrogino d’Oro 2012, ha raccontato l’Italia con una fotografia di grande eleganza e di intensa capacità di significazione. Il suo scatto cattura l’attenzione con una forza che a prima vista non ti spieghi, ma che diventa poi chiarissima: è l’amore per un Paese e per la sua gente, e la voglia di vederlo migliore. Quando questo amore entra nelle mani di un artista, il risultato è indimenticabile. Per questo Gardin, anche se non vuole, è un artista: un artista vero. Giuliano Pisapia
Filippo Del Corno, Assessore alla Cultura del Comune di Milano: E’ con grande orgoglio che Milano ospita uno dei più importanti fotografi italiani, Gianni Berengo Gardin, e il suo racconto della nostra città. Milanese d’adozione, dopo l’Ambrogino d’Oro del 2013, la città gli rende omaggio con una mostra che vede raccolti scatti suggestivi in grado di raccontare con continuità la storia di Milano. Una narrazione fatta non solo di volti, strade, luoghi noti e cortili nascosti, ma anche del genio di importanti creatori come Gae Aulenti, Dario Fo e tanti altri che hanno fatto grande Milano. Un viaggio nella nostra città, attraverso lo sguardo d’eccezione della figura tra le più prominenti e longeve del foto-giornalismo italiano, Gianni Berengo Gardin. Considerato da molti il più rappresentativo tra i fotografi italiani, ha cominciato nel 1954 a lavorare seriamente girando il mondo con la macchina fotografica al collo e usando sempre la pellicola. La mostra è dunque una preziosa testimonianza di come eravamo e di come siamo cambiati: un mosaico per immagini in cui ciascuno di noi ritrova un po’ della propria storia, dei propri ricordi e in definitiva di se stesso. Filippo Del Corno
Domenico Piraina, Direttore Palazzo Reale: La grande fotografia ritorna a Palazzo Reale con la mostra antologica di Gianni Berengo Gardin, testimone straordinario della nostra epoca. L’occhio di Berengo Gardin ha visto, documentato e narrato la nostra storia fin dagli anni Cinquanta; ne ha catturato ambienti, sguardi, atteggiamenti, comportamenti per restituirci un affresco poetico, umano, discreto. Sono le tante storie raccontate dal Maestro a costituire le tessere di un mosaico, rigorosamente in bianco e nero, di una esposizione che, oltre agli altissimi esiti formali, è una proposta di rilettura del nostro passato, un grande reportage per capire meglio chi siamo oggi. Sfilano davanti ai nostro occhi le “buone” fotografie di Berengo Gardin tratte dal suo immenso archivio (1.500.000 di immagini): dai ragazzi che giocano a calcio sul molo di Barletta nel 1966 (fotografia amatissima da Henri Cartier-Bresson) ai lavori di denuncia, come Morire di classe del 1969 sulla condizione degli ospedali psichiatrici italiani o La disperata allegria, reportage sui campi Rom; e i Baci, il Lavoro, l’Ambiente, la Religiosità o Luzzara, commissionato da Cesare Zavattini vent’anni dopo il lavoro di Paul Strand. Ed ancora, mostra nella mostra, Milano, la città dove il Maestro ha scelto di vivere e lavorare. Tutte queste storie, questi racconti sono legati dall’umanesimo di cui è imbevuto il lavoro di Berengo Gardin ed è da qui che scaturisce l’immediata empatia con la sua opera: capiamo che siamo di fronte a un uomo che ama l’Umanità e quindi noi tutti, che imposta i rapporti con gli altri sulla base del rispetto, della discrezione, della comprensione. Anche per questo gli auguriamo di fare tante altre “buone” fotografie, come queste.
Gianni Berengo Gardin
Gianni Berengo Gardin – Fotografia di Donatella Pollini
Nato a Santa Margherita Ligure nel 1930, Gianni Berengo Gardin ha iniziato a occuparsi di fotografia nel 1954. Dopo aver vissuto a Roma, Venezia, Lugano e Parigi, nel 1965 si è stabilito definitivamente a Milano iniziando la carriera professionale, dedicandosi alla fotografia di reportage, all’indagine sociale, alla documentazione di architettura, alla descrizione ambientale. Ha collaborato con le principali testate della stampa illustrata italiana ed estera, ma si è principalmente dedicato alla realizzazione di libri, pubblicando oltre 200 volumi fotografici. Le sue prime foto sono state pubblicate nel 1954 su «Il Mondo» diretto da Mario Pannunzio, con cui ha collaborato fino al 1965, pubblicando centinaia di fotografie. Dal 1966 al 1983 Gianni Berengo Gardin ha collaborato con il Touring Club Italiano, per il quale ha realizzato un’ampia serie di volumi sull’Italia e sui Paesi europei, e con l’Istituto Geografico De Agostini di Novara. Ha lavorato assiduamente con l’industria (Olivetti, Alfa Romeo, Fiat, IBM, Italsider, ecc.) realizzando reportage e monografie aziendali. Nel 1979 ha iniziato la collaborazione con Renzo Piano, per il quale Gianni Berengo Gardin documenta le fasi di realizzazione dei progetti architettonici. Dal 1990 è rappresentato dall’agenzia Contrasto. Nel 1963 è premiato da World Press Photo. Nel 1981 ha vinto il Premio Scanno con India dei villaggi (Veniano 1980) per il miglior fotolibro dell’anno. Nel 1990 è stato invitato d’onore al “Mois de la Photo” di Parigi dove ha vinto il Premio Brassaï. Nel 1995 ha vinto il Leica Oskar Barnack Award ai “Rencontres Internationales de la Photographie” di Arles con il volume La disperata allegria, vivere da zingari a Firenze (Firenze 1994). Nel 1998 ha vinto ex aequo il premio Oscar Goldoni per il miglior fotolibro dell’anno con Zingari a Palermo (Roma 1997). Nel 2005 ha vinto il premio Città di Trieste per il reportage. Nel 2007 ha ricevuto il premio Werner Bishof Avellino. Nel 2008 arriva a Gianni Berengo Gardin il riconoscimento alla carriera, il prestigioso Lucie Award, New York, premio vinto in precedenza da Henri Cartier-Bresson, Gordon Parks, William Klein, Willy Ronis, Elliott Herwitt. Nel 2009 gli è stata conferita la laurea honoris causa in Storia e critica dell’arte presso l’Università degli Studi di Milano. Nel 2012 la città di Milano gli ha conferito il premio Ambrogino d’oro. Ha tenuto circa 300 mostre personali in Italia e all’estero, tra cui le grandi antologiche di Arles nel 1987, di Milano nel 1990, di Losanna nel 1991, di Parigi nel 1990 e nel 1997, alla Leica Gallery di New York nel 1999. Tra le ultime, alla Städtische Galerie di Iserlohn nel 2000, al Museo Civico di Padova e al Palazzo delle Esposizioni di Roma nel 2001, alla Maison Européenne de la Photographie di Parigi e allo spazio Forma di Milano nel 2005, e, nel 2012, ai Tre Oci di Venezia. Ha inoltre esposto alla Photokina di Colonia, all’Expo di Montreal, alla Biennale di Venezia; ha partecipato alla mostra The Italian Metamorphosis, 1943-1968 al Guggenheim Museum di New York nel 1994. Sue immagini fanno parte delle collezioni di diversi musei e fondazioni culturali, tra cui la Calcografia Nazionale di Roma, il Museum of Modern Art di New York, la Bibliothèque Nationale, la Maison Européenne de la Photographie e la Collection photo FNAC di Parigi, il Musée de l’Elysée di Losanna. Nel 1972 la rivista «Modern Photography» inserisce Gianni Berengo Gardin tra i «32 World’s Top Photographers». Nel 1975 Cecil Beaton lo ha citato nel libro The magic Image. The genius of photography from 1839 to the present day. Sempre nel 1975 Bill Brandt lo ha selezionato per la mostra Twentieth Century Landscape Photographs al Victoria and Albert Museum di Londra. Ernst H. Gombrich lo ha citato come unico fotografo nel libro The Image and the Eye (Oxford 1982). Italo Zannier nella Storia della fotografia italiana (Roma- Bari 1987) lo ha definito «il fotografo più ragguardevole del dopoguerra». È presente tra gli ottanta fotografi scelti da Cartier- Bresson nel 2003 per la mostra Les choix d’Henri Cartier- Bresson.
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MAE Milano Arte Expo [email protected] ringrazia l’UFFICIO STAMPA del COMUNE DI MILANO per le news e le immagini della mostra a Palazzo Reale GIANNI BERENGO GARDIN Storie di un fotografo.
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