Questo mi dà una gran pena e, da sempre, la pena più grande: rendermi conto che il nome delle cose sia indicibilmen- te più importante della loro essenza. Reputazione, nome e apparenza, la validità, il peso e la misura comunemente attribuiti a una cosa, originaria- mente frutto di errore e arbitrarietà, gettati sulle cose come un abito pur essendo completamente estranei al loro essere e alla loro stessa pelle: la fe- de in tutto ciò, rafforzatasi di generazione in generazione, ha fatto sì che il nome attecchisse alle cose, diventandone addirittura il corpo: l’apparenza iniziale diventa, in ultima analisi, essenza, e agisce da essenza! Che folle sarebbe mai colui che ritenesse sufficiente indicare questa origine e l’illuso¬ rietà dell’involucro per annientare il presunto mondo delle essenze, la co- siddetta «realtà»! Soltanto in quanto creatori possiamo annientare! Ma non dimentichiamo neppure questo: è sufficiente creare nuovi nomi e valu- tazioni e verosimiglianze per creare, alla lunga, nuove cose.