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"E' scabroso le donne studiar, son dell'uomo la disperazion, bionde o brune, mister sempre son, donne, donne eterni dei. Cherubin dal visin tutto ciel, dallo sguardo soave e seren, rosse o brune, oppure biondine che fan,l'uomo sempre burlato sarà."
"La vedova allegra" Franz Lehár
Gianni è un baby pensionato, ha 60 anni ben portati, semialcolizzato, di Trastevere, con moltissimo tempo libero che spende in buona parte portando a spasso il suo cane e quello dell'inquilina del piano di sotto e rispondendo alle chiamate "urgentissime" della sua troppo vispa madre.
La gioventù è ormai solo un ricordo e lui Gianni (Gianni Di Gregorio, protagonista e regista del film) si guarda allo specchio sistemandosi le borse sotto gli occhi, indossa abiti nuovi e con naturale classe nell’incedere cerca di venirne a capo nei suoi rapporti così problematici con le donne in una una lontana reminiscenza dei tempi lontani.
Gianni, delle donne è solo uno schiavo: della moglie che lavora e non ha mai tempo da dedicare a lui, dormono anche in camere separate; della figlia ad un passo dagli esami di maturità, impelagata in una non-storia con un nullafacente che si è piazzato giorno e notte in casa; della ragazza che abita al piano di sotto, giovanissima, sensuale e prorompente, con cui vive un reciproco amore platonico; della madre novantenne, nobildonna decaduta, delusa da un figlio troppo passivo con badanti superpagate e amiche-compagne di poker trattate come regine.
Il suo migliore amico è Alfonso, rozzo e panciuto, in antitesi con la sua eleganza e la sua linea snella, avvocato dalla “lingua biforcuta”, dedito a puttane e viagra, che con Gianni trova attimi di purezza e che per contraccambiare cerca di regalargli attimi di trasgressione (non riuscendoci). La sua vita, insomma, scorre monotona fra commissioni, passeggiate con il cane e faccende domestiche, ma poi si accorge che tutti i suoi coetanei, ma anche quelli ben più vecchi di lui, hanno l’amante. Il film riceve così un piccolo scossone e Gianni cerca di porre rimedio alla sua troppo piatta vita. L'unico incontro riuscito apparentemente quello con la sua compagna di scuola, sessantenne anche lei quindi, ma in formissima per via dei suoi cibi macrobiotici, "ma perchè non ho sposato te" si lascerà sfuggire, ma andrà in bianco anche con lei che si addormenterà sul divano, mentre lui cerca di "liberarsi" dall'ennesima telefonata materna.Ma Gianni non perde mai il sorriso, che a volte amaro, a volte sinceramente sereno, ha sempre stampato sul volto. E alla fine strappa il sorriso di chi lo segue e guarda, perchè non è una commedia che regala grosse risate, ma dei sorrisi sì, si entra in empatia con quest'uomo senza grosse qualità, vittima della frenesia che lo circonda, perchè lui uomo d'altri tempi sa difendersi bene, asseconda, non urla mai e accetta che il mondo beffardo si beffi di lui. Autoironico e malinconico, un mix tra Allen e Moretti.
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